La medaglia interalleata (o medaglia della vittoria) fu coniata dai Paesi vincitori[1] della prima guerra mondiale.
Storia
L'idea della medaglia interalleata nacque da un comitato britannico che nel 1916 era stato incaricato di esaminare la complessiva questione delle medaglie di guerra; nel gennaio 1917 la Gran Bretagna propose a Belgio e Francia la creazione, dopo la guerra, di una medaglia comune.
Il 5 marzo 1918, durante le ostilità, il deputato francese Bouilloux-LaFont presentò una proposta di legge alla Camera dei deputati per creare una "Medaglia Internazionale Commemorativa della Guerra".
Dopo l'armistizio, il 17 dicembre 1918, il deputato A. Lebey presentò un'altra proposta di legge per la creazione di una medaglia commemorativa della vittoria degli alleati.
Il maresciallo Foch propose alla Conferenza di Pace aperta a Parigi nel 1919 l'istituzione di una medaglia commemorativa unica, da conferire tutti i combattenti alleati.
Il Consiglio Superiore degli Alleati raccomandò dunque la creazione di una identica medaglia per tutti i combattenti delle Nazioni Alleate ed Associate.
Interalleata giapponese.
Nel 1919 la Commissione Speciale, nominata dall'Assemblea della Pace, deliberò la coniazione di una medaglia per la Grande Guerra, che chiamò "Medaglia della Vittoria", da distribuire secondo le determinazioni di ciascun governo.
Invece di una medaglia identica per tutti ogni paese avrebbe selezionato un artista per crearne una propria versione, per rendere il più possibile simili tra loro le medaglie dovevano però rispettare una serie di specifiche:
dovevano essere in bronzo, di 36 millimetri di diametro e con il bordo liscio;
il nastro, identico per tutte le nazioni, doveva presentare i colori di un doppio arcobaleno, a significare l'inizio di una nuova era di pace dopo la tempesta della guerra, con il rosso in mezzo e con filetto bianco agli orli esterni;
il dritto doveva mostrare l'immagine di una "Vittoria alata" in piedi, su fondo liscio, senza iscrizioni o date; il Giappone ed il Siam, dove la figura della vittoria alata non è culturalmente importante, adottarono altri soggetti.
il verso doveva recare l'iscrizione "La Grande Guerra per la Civiltà" nella lingua di ogni paese con il nome o l'emblema delle nazioni alleate e associate; quest'ultima indicazione fu seguita da pochi paesi.
^La figura della vittoria alata, che aveva scarso significato per la cultura giapponese, fu sostituita da quella mitologica di “Take-Mikazuchi-no-Kami”, figlio dell’antica divinità “Izanagi”, che sconfisse il fratello per conquistare il Giappone.
^(EN) Zdzislaw P. Wesolowski, Fake Polish Militaria Alert, su polishmilitaria.com. URL consultato il 13 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2011). La Polonia non esisteva in quanto tale durante la Prima Guerra Mondiale, essendo stata spartita tra Germania, Austria-Ungheria e Russia. La medaglia in circolazione, nelle sue tre versioni, probabilmente è una versione non ufficiale prodotta da un gruppo di veterani o una recente coniazione di fantasia destinata ai collezionisti.
^La figura della vittoria alata, che aveva scarso significato per la cultura tailandese, fu sostituita da quella di una divinità locale.
^Il testo sul retro è sia in inglese che in afrikaans (il dialetto olandese lingua ufficiale, assieme all'inglese, dell'Unione Sudafricana).
Bibliografia
(EN) Alexander J. Laslo, The Interallied Victory Medals of World War I, II edizione revisionata, Albuquerque, Dorado Publishing, 1992, ISBN0-9617320-1-6.
(EN) Allied Victory Medals from the Great War, su Digger History: an unofficial history of the Australian & New Zealand Armed Forces. URL consultato il 13 novembre 2010 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2010).