Maurizio Mondelli
Maurizio Mondelli (Roma, 19 aprile 1935 – Roma, 14 maggio 2011) fu un dirigente sportivo italiano, nonché giocatore (nel ruolo di terza linea ala del Rugby Roma) e successivamente arbitro di rugby a 15 tra gli anni sessanta e settanta del XX secolo. Ingegnere civile di professione, fu anche presidente della Federazione Italiana Rugby per tre mandati consecutivi dal 1984 al 1996 BiografiaStudente al collegio San Raffaele di Roma, si formò rugbisticamente, nel ruolo di terza ala, nel CUS Roma[1] per poi entrare nel Rugby Roma in cui rimase fino al 1956[1] disputandovi 15 incontri[2]. Smesso di giocare a 21 anni, si laureò in ingegneria civile alla "Sapienza" di Roma[1] nel 1960, e a metà decennio riprese contatti con il mondo del rugby, dapprima come tecnico e poi come direttore di gara, incarico che ricoprì fino al 1975[1]. Rimase nell'orbita federale come consigliere della F.I.R. che rappresentò in sede F.I.R.A. (oggi Rugby Europe), la confederazione all'epoca alternativa all'International Rugby Football Board, della quale fu eletto vicepresidente[1]. Il 14 luglio 1984 assurse alla massima carica federale, la presidenza della F.I.R.[3], che mantenne per i successivi due mandati[1]; durante la sua presidenza l'Italia entrò nell'era della Coppa del Mondo e il rugby a 15 passò dal dilettantismo al professionismo. In corso di mandato divenne anche consigliere del CONI[1]. Mondelli fu anche il primo consigliere F.I.R. in seno all'International Rugby Football Board dopo che l'organismo mondiale accettò la domanda d'ammissione dell'Italia tra i propri membri[4]. Un anno prima della fine del suo terzo mandato, il 2 settembre 1995, si dimise[1] in polemica con alcune decisioni del proprio consiglio federale; tuttavia si ripresentò da candidato al congresso straordinario del novembre successivo in cui fu riconfermato presidente fino alla fine del mandato già ricoperto dal 1992[5]; non si ripresentò l'anno successivo, appoggiando la candidatura dell'allora team manager della nazionale Giancarlo Dondi, che il 21 settembre 1996 gli succedette[6] e lo nominò presidente onorario dopo l'entrata in carica; grazie all'opera svolta come consigliere del CONI, lasciò a Dondi una federazione dotata di fondi per finanziare l'attività di alto livello contro le nazionali di prima fascia[4]. Morì il 14 maggio 2011 presso il policlinico Gemelli di Roma, dov'era ricoverato[7]; sei mesi dopo la sua scomparsa, la famiglia donò al museo del rugby di Artena tutta l'oggettistica ricevuta in omaggio da Mondelli durante il suo mandato da presidente della F.I.R.[8]. Onorificenze«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri[9]»
— 27 dicembre 1993 «Insignito ai sensi dell'art. 5 del regolamento (brevetto n. 993)[10]»
— 1986 Note
Bibliografia
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