Matteo Contarelli
Matteo Contarelli, nato Matthieu Cointerel (o Cointrel, o Cointereau) (Morannes, 1519 – Roma, 28 novembre 1585), è stato un cardinale francese. BiografiaContarelli nacque a Morannes, in Angiò, nel 1519, figlio di Hilaire Cointerel, un fabbro, e di Yvonne Vivan.[1][2] Trasferitosi ad Angers, studiò con uno zio materno, canonico a Saint Maurille, il quale gli fece ottenere una borsa presso il collegio di Bueil.[2] Le circostanze del suo trasferimento in Italia a meno di vent'anni non sono chiare: secondo alcuni, esso sarebbe stato organizzato dai parenti a causa delle sue intemperanze giovanili; secondo altri invece la causa sarebbe stata un incontro con un principe italiano il quale, impressionato dalla sua erudizione, lo invitò ad accompagnarlo durante il viaggio.[2] A Venezia, Contarelli si ammalò.[2] Il suo medico curante gli fece conoscere un parente, Ugo Boncompagni, professore di diritto presso l'Università di Bologna, divenuto poi Papa Gregorio XIII (r. 1572-85).[1] Contarelli divenne precettore dei figli del medico e attraverso Ugo Boncompagni ottenne una posizione nell'amministrazione domestica di Andrea de' Bovi, un collega del Boncompagni, e poté poi frequentare lo Studio Bolognese.[2] Poco dopo il de' Bovi fu chiamato a Roma da papa Paolo III (r. 1534-49): Contarelli si trasferì a Roma con lui.[1][2] In quell'occasione, de' Bovi divenne un referendario della Segnatura Apostolica.[1] De' Bovi fu anche uno dei partecipanti al concilio di Trento, e Cointerel lo accompagnò.[1] Papa Paolo IV (r. 1555-59) lo nominò segretario dei brevi, mentre Pio IV (r. 1560-65) lo elevò all'ufficio di referendario utriusque Signaturae. Contarelli quindi divenne datario del cardinale Ippolito II d'Este, legato pontificio in Francia, e fece parte del suo numeroso seguito durante un'importante missione diplomatica a Parigi.[2] Riconfermato nell'incarico di referendario da Pio V, Contarelli seguì il cardinal nipote Michele Bonelli in Spagna e in Portogallo.[1][2] L'elezione a papa del suo antico protettore col nome di Gregorio XIII fu fondamentale per la carriera dell'ecclesiastico: il nuovo papa lo nominò alla Camera Apostolica, un impiego che egli lasciò poco prima del primo giugno 1573.[1] Il 1º giugno 1573 papa Gregorio XIII nominò Contarelli suo datario, e poi il 17 ottobre 1574 fece di lui un canonico della Basilica di San Pietro.[1] Come sacerdote, Contarelli fu incardinato nella diocesi di Le Mans.[1] Gregorio XIII lo nominò cardinale presbitero nel concistoro del 12 dicembre 1583.[1] Il 9 gennaio 1584 egli ricevette il cappello rosso ed il titolo di Santo Stefano Rotondo al Monte Celio.[1] Il papa lo nominò anche prefetto della Segreteria dei brevi apostolici.[1] In seguito il cardinale partecipò al conclave del 1585 che elesse papa Sisto V (r. 1585-90).[1] Matteo Contarelli fu un grande mecenate: egli avviò la costruzione della chiesa di Santa Sinforosa (chiamata anche del Gesù) a Tivoli (completata nel 1587).[2] Ma è rimasto particolarmente famoso per aver lavorato con Caterina de' Medici alla ricostruzione della Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, conclusa nel 1589 (dove fece rifare a proprie spese la facciata), dove una cappella, nota come Cappella Contarelli, dopo la morte del cardinale venne decorata da tre dipinti del Caravaggio: la Vocazione di san Matteo, San Matteo e l'angelo, e il Martirio di san Matteo.[2] Il 3 luglio 1584, acquistò il palazzo degli Alicorni a San Pietro, lasciato poi in eredità al nipote Francesco Cointrel.[2] Contarelli morì a Roma il 28 novembre 1585.[2] Fu sepolto a San Luigi dei Francesi.[1] Dopo la sua morte, Sisto V, insospettito dalle enormi somme che il cardinale, il quale era di famiglia povera e possedeva poche rendite, aveva speso per la sua attività di mecenate, fece ordinare un'inchiesta, la quale svelò presto eclatanti casi di corruzione da parte di funzionari della Dataria Apostolica.[2] Tuttavia, per non turbare i rapporti con la Francia, il pontefice preferì insabbiare la cosa.[2] Note
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