Mariama BâMariama Bâ (Dakar, 17 aprile 1929 – Dakar, 17 agosto 1981) è stata una scrittrice senegalese. BiografiaMariama Bâ nasce il 17 aprile 1929 a Dakar in una famiglia agiata. Il padre Amadou Bâ era un funzionario di Stato che, nel 1952, divenne ministro della Salute nel primo governo senegalese.[1] Dopo la morte prematura della madre fu cresciuta dai nonni in un ambiente tradizionale musulmano. Frequentó la scuola primaria in una scuola francese 'Ecole des Filles' e si distinse per i buoni risultati scolastici. A 14 anni concluse il ciclo di studi primari e, superato un concorso, nel 1943 si iscrisse a l’École Normale des jeunes filles di Rufisque. Ottenne nel 1947 un diploma di insegnamento e per dodici anni insegnó. Successivamente per motivi di salute chiederà trasferimento all'Ispettorato Regionale Scolastico.[2]. Vita privataDal primo marito, Bassirou Ndiaye, ha tre figlie; dal secondo, Ablaye Ndiaye, una figlia; dal terzo, il deputato e ministro Obèye Diop, da cui in seguito divorzierà, cinque figli. Muore nel 1981 di un tumore, poco prima della pubblicazione del secondo romanzo, a soli 52 anni. Opere
La protagonista Ramatoulaye, scrive una lunga lettera all'amica Aïssatou. Entrambe sono donne borghesi, emancipate e colte, entrambe hanno sofferto per la poligamia e i matrimoni dei loro mariti con giovani seconde mogli. L'occasione della lettera è la morte improvvisa del marito di Ramatoulaye: dopo una lunga convivenza e dodici figli le ha preferito la seconda moglie Binetou, amica e coetanea della figlia Daba. Lei, malgrado l'amarezza e il dolore, ha accettato la dura realtà della poligamia. L'amica Aïssatou, che in passato ha vissuto la stessa esperienza, ha reagito in modo diverso: ha lasciato il marito e si è trasferita all'estero come ambasciatrice per il proprio paese. Il libro è dunque una riflessione sulla condizione della donna nella società senegalese musulmana. Il romanzo affronta anche il problema delle caste: Aïssatou, figlia di un orefice sposa Mawdo Ba, un "toucouleur" (un nobile): subirà la vendetta della suocera, Zia Nabou, che preparerà il secondo matrimonio del figlio con una giovane parente di sangue nobile, la piccola Nabou. Ebbe un grande successo di critica e di pubblico e vinse la prima edizione del Premio Noma della pubblicazione in Africa[3]. Il titolo italiano è Amica mia o, nelle edizioni più recenti, Una così lunga lettera.
Attività politico-socialiMariama Bâ si impegna in numerose associazioni per la difesa dell'educazione e dei diritti delle donne; pronuncia discorsi e pubblica articoli sui giornali. Mariama Bâ diviene membro della Fédération des associations féminines du Sénégal (FAFS), creata per iniziativa del presidente Léopold Sédar Senghor nel 1977 a Cap des Biches, segretaria generale del Club Soroptimiste International dal 1979 al 1981.[4] Studi critici in lingua inglese
Note
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