Maria Mitchell (Nantucket, 1º agosto1818 – Lynn, 28 giugno1889) è stata un'astronomastatunitense, che nel 1847, utilizzando un telescopio, scoprì una cometa che in seguito divenne nota come la "cometa di Miss Mitchell".
Per la sua scoperta ebbe in premio una medaglia d'oro che le fu consegnata dal re Federico VII di Danimarca. Sulla medaglia era scritto: "Non invano osserviamo il sorgere e il calare delle stelle".[1] Maria Mitchell è stata la prima donna americana a lavorare come astronoma professionista.
I primi anni
Maria Mitchell nacque il 1º agosto 1818, a Nantucket, nel Massachusetts, ed era cugina di quinto grado di Benjamin Franklin. Aveva nove fratelli e sorelle. I suoi genitori, William Mitchell e Lydia Coleman Mitchell, erano quaccheri. Maria Mitchell nacque in una comunità insolita per l'epoca in materia di parità per le donne. I suoi genitori, come gli altri quaccheri, ritenevano importante l'educazione e insistettero per darle la stessa qualità di istruzione che ricevevano i ragazzi. La religione quacchera insegnava, tra le altre cose, l'uguaglianza intellettuale tra i sessi. Inoltre, l'importanza di Nantucket come porto per la caccia alle balene faceva sì che le mogli dei marinai erano lasciate per mesi e talvolta anni a gestire gli affari, mentre i loro mariti erano in mare, favorendo così un clima di relativa indipendenza e di uguaglianza per le donne che gestivano la casa sull'isola. Nonostante questo alle donne di Nantucket tra le altre cose mancava ancora il diritto di proprietà e di voto.
Dopo aver frequentato la scuola Elizabeth Gardener negli anni della sua infanzia, Maria frequentò la North Grammar school, dove William Mitchell fu il primo preside. Due anni dopo la fondazione di quella scuola, quando Maria aveva undici anni, suo padre costruì una sua scuola in Howard Street. Lì era studentessa e anche assistente didattica di suo padre.[2]
A casa, il padre di Maria le insegnò l'astronomia con il suo telescopio personale.[3]
All'età di dodici anni e mezzo, aiutò il padre nel calcolare il momento esatto di un'eclissi lunare.[4]
La scuola di suo padre chiuse, e in seguito frequentò la scuola per giovani donne del ministro unitariano Cyrus Peirce. In seguito lavorò per Peirce come sua assistente all'insegnamento, prima di aprire una sua scuola nel 1835. Un anno dopo le fu offerto un impiego come primo bibliotecario dell'Atheneum di Nantucket, dove rimase per diciotto anni.
La scoperta della cometa
Usando un telescopio, scoprì la "Miss Mitchell Comet" (Comet 1847 VI, la designazione moderna è C/1847 T1 Mitchell) nell'autunno del 1847. Alcuni anni prima, il re Federico VI di Danimarca aveva stabilito di premiare con una medaglia d'oro ogni scopritore di una "cometa telescopica" (ovvero troppo debole per essere vista ad occhio nudo).[5][6]
Il premio doveva essere assegnato al "primo scopritore" di una cometa di questo tipo (si noti che le comete sono spesso scoperte indipendentemente da più di una persona). Quando la Mitchell vinse uno di questi premi, ciò le diede fama mondiale, poiché l'unica donna prima di lei a scoprire una cometa era stata Caroline Lucretia Herschel.
Ci fu un temporaneo problema di priorità, perché Francesco de Vico aveva scoperto indipendentemente la stessa cometa due giorni dopo, ma l'aveva segnalato prima, ma il tutto si risolse a favore della Mitchell. Il premio venne assegnato nel 1848 dal nuovo re Federico VII.
Morì il 28 giugno 1889, all'età di 70 anni, a Lynn (Massachusetts). Fu sepolta nel lotto 411 del Prospect Hill Cemetery di Nantucket.[8]
Riconoscimenti
Il Maria Mitchell Observatory di Nantucket è chiamato così in suo onore. L'osservatorio fa parte della Maria Mitchell Association di Nantucket, che mira a preservare le scienze sull'isola. Essa gestisce anche il Natural History Museum, il Maria Mitchell's Home Museum e la Science Library.
Nel 1902 è stata fondata in sua memoria la Maria Mitchell Association.[10]
È anche conosciuta per la sua famosa frase, "Abbiamo una fame della mente. Vogliamo conoscere tutto intorno a noi e più otteniamo, più desideriamo conoscere".[11]
^(EN) Maria Mitchell, su www25.uua.org, Unitarian Universalist Association. URL consultato il 3 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2009).
(EN) Beatrice Gormley, Maria Mitchell: the soul of an astronomer, Grand Rapids (Michigan), Eerdmans Young Readers, 2004, pagg. 137, ISBN 0-8028-5264-5. Anteprima limitata (Google Libri): (EN) Maria Mitchell: the soul of an astronomer, su books.google.it. URL consultato il 3 febbraio 2012.
(EN) Maria Mitchell, Maria Mitchell: Life, Letters, and Journals, Forgotten Books, 2010, pagg. 308, ISBN 1-4510-1846-0. Anteprima limitata (Google Libri): (EN) Maria Mitchell: Life, Letters, and Journals, su books.google.it. URL consultato il 3 febbraio 2012.
(EN) Mary King Babbitt, Maria Mitchell as her students knew her, Poughkeepsie, N.Y., The Enterprise publishing company, 1912, pagg. 32.
(EN) Henry Albers, Maria Mitchell: a life in journals and letters, Clinton Corners, N.Y., College Avenue Press, 2001, pagg. 370, ISBN 1-883551-89-7. (Henry Albers è stato il quinto professore di astronomia al Vassar College)
(EN) Helen Wright, Sweeper in the sky: the life of Maria Mitchell, Clinton Corners, N.Y., College Avenue Press, 1997, pagg. VII, 269, ISBN 1-883551-70-6. (pubblicazione commemorativa dell'edizione del 1949. La Wright (1914-1997) è stata assistente nel dipartimento di astronomia del Vassar College, dello United States Naval Observatory e dell'Osservatorio di Monte Wilson)