Mafalda Sanchez, Matilda in latino (Coimbra, 11 gennaio 1197 – Amarante, 1º maggio 1256), fu regina consorte di Castiglia dal 1215 al 1216, anno in cui il matrimonio con Enrico I di Castiglia fu annullato. È stata proclamata beata dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Figlia del re del Portogallo, Sancho I e di Dolce di Barcellona (1160-1198), figlia della regina di Aragona, Petronilla e del conte di Barcellona, Raimondo Berengario IV[1][2][3].
Alla morte del padre, nel 1211, Mafalda ricevette in eredità il castello di Seia, distretto di Guarda, unitamente alla città, con le relative rendite. Ma il nuovo re, Alfonso II, rifiutava di consegnargliela, così come rifiutava di consegnare terre e città anche alle altre due sorelle, Sancha e Teresa. Alfonso temeva che, una volta riconosciuto il diritto di proprietà alle sorelle, eventuali eredi avrebbero poi potuto succedere loro e spezzare l'unità del regno.
Da questo fatto nacque una disputa tra il re e le tre sorelle, che avevano l'appoggio di buona parte della nobiltà; la disputa portò ad un conflitto che vide vincitore il re sui nobili ribelli.
La crisi fu risolta, alla morte di Alfonso, nel 1223, dal suo successore, Sancho II, che consentì alle zie di ricevere le rendite, pur mantenendo il controllo di castelli e città.
Nel frattempo, nel 1215, all'età di circa dieci anni, il fratello, il re Alfonso II la sposò al suo coetaneo, re di Castiglia, Enrico I[1], di circa undici anni, figlio del re di Castiglia Alfonso VIII e di Eleonora Plantageneta, sesta figlia legittima, seconda femmina, del re d'Inghilterra, duca di Normandia e conte d'Angiò, Enrico II e della duchessa d'Aquitania e Guascogna e contessa di Poitiers, Eleonora d'Aquitania.
Il matrimonio fu celebrato a Burgos, alla fine di agosto[1], ma, tenuto conto della giovane età della coppia il matrimonio non fu consumato e l'anno dopo (1216), il matrimonio fu annullato, per consanguineità, da Papa Innocenzo III.
Dopo la separazione dal marito, Mafalda divenne signora di Arouca, dove fondò l'abbazia di Arouca[1], e dopo essere rimasta vedova, come le due sorelle maggiori, Sancha e Teresa si fece monaca cisterciense[1].
Mafalda morì il 1º maggio del 1256 nel monastero di Rio Tinto ad Amarante, nel distretto di Porto, dove fu inumata. Più tardi il suo corpo fu riesumato, per essere traslato nell'abbazia di Arouca. Il corpo fu trovato intatto e la cosa generò un forte movimento di devozione per la principessa portoghese.
Culto
Il 27 giugno 1793 Mafalda fu beatificata da papa Pio VI, riunendola così alle sorelle Teresa e Sancha, beatificate all'inizio dello stesso secolo.
È festeggiata dalla Chiesa cattolica il 2 maggio.
Galleria d'immagini
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L'immagine della Regina Santa Mafalda, il cui corpo incorrotto si conserva nell'abbazia di
Arouca, figura nello stemma della città portoghese.
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Azulejo che rappresenta la beata Mafalda nel
monastero di Rio Tinto ad
Amarante
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Altare e sepolcro della beata, all'abbazia di
Arouca
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Quadro anonimo del XVIII secolo con le tre sorelle beate Sancha (in cielo), Teresa (al centro) e Mafalda (Monastero di
Lorvão)
Ascendenza
Note
Bibliografia
- Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 865–896
- Edgar Prestage, Il Portogallo nel medioevo, in «Storia del mondo medievale», vol. VII, 1999, pp. 576–610
Voci correlate
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