Il Chronicon Lusitanum[9] lo cita col nome Martino (D. Martinus cognomento Sancius), riportando che era l'unico figlio maschio sopravvissuto al padre[10]. precisando che tale nome gli fu attribuito in quanto nato nella notte di san Martino, nel ventiseiesimo anno di regno del padre, nell'anno 1154 (1192 dell'era ispanica) (Aera 1192 natus est rex Sancius...in nocte S. Martini)[11].
Come riporta lo storicobritannico Edgar Prestage, Sancho fu armato cavaliere, il 15 agosto 1170, dal padre[12] che in seguito all'incidente di Badajoz, dove aveva subito una grave ferita (fuggendo a cavallo, si era rotto una gamba)[13] aveva preso atto che la sua carriera militare era finita[12].
Dato che il Portogallo non aveva tradizioni per la successione era consigliabile che sudditi e stranieri cominciassero a trattare con l'erede, per cui il padre introdusse Sancho nel governo dell'amministrazione e nel controllo degli affari militari[12].
il nº 8, datato 1190 (Sancius Dei gratia Portugalliæ et Algarb. Rex una cum uxore mea Regina D. Dulcia)[15]
il nº 9, datato 1189 (Sancius Dei gratia Portugalensium Rex et uxor mea Dona Dulcia)[16].
Nel 1178, avendo ormai il comando delle truppe portoghesi, Sancho invase al-Andalus, riuscendo a raggiungere Siviglia e a dare fuoco a due sobborghi della città[12].
Il califfo almohadeAbu Ya'qub Yusuf I, spaventato da tanta temerarietà, decise di attaccare il Portogallo e dopo alcuni vani tentativi, nel 1184, invase il Portogallo con un esercito reclutato in Nordafrica e, nel mese di maggio, assediò a Santarém il re Alfonso I[12]; il principe Sancho riusciva a tenere a bada gli assedianti, ma la salvezza furono i 20.000 uomini inviati dall'arcivescovo di Santiago di Compostela, a giugno, e l'esercito leonese del cognato Ferdinando II, giunto a luglio, che ruppero l'assedio[12].
Abu Ya'qub Yusuf I morì nel corso del 1184 e il suo esercito fu disperso; un secondo attacco via mare a Lisbona fallì, scongiurando definitivamente il pericolo[12].
Sancho divenne re il 6 dicembre 1185, all'età di trent'anni, alla morte del padre Alfonso I[12]; il Chronicon Conimbricensi riporta che Alfonso I morì nel dicembre del 1185 (VIII Id Dec obiit Rex Ildefonsus Portugalensis)[17]; mentre il Roderici Toletani Archiepiscopi De Rebus Hispaniæ, oltre alla morte riporta che fu tumulato nel monastero della Santa Croce[18].
Immediatamente Sancho si dedicò alla ricostruzione delle città ed alla costruzione di nuove, incoraggiando gli ordini militari (templari, ospitalieri, Calatrava e Santiago) a costruire castelli, onde proteggere i coloni dietro a robuste mura; inoltre gli ordini militari in battaglia possedevano la disciplina che faceva difetto alle truppe reali e comunali[12].
Nello stesso tempo cercò di rimettere in discussione il tributo annuale perpetuo, a suo tempo concordato che pagava a Roma per l'investitura del papa ricevuta da suo padre; dopo avere mercanteggiato si concordò per cento bizanti d'oro[19].
Nel 1189, alleatosi a due flotte di crociati che navigavano verso la Palestina, Sancho si spinse in Algarve, dove sbarcato con gli alleati conquistò Alvor (Portimão) e Silves, una città grande e molto ricca. Questa prima spedizione navale portoghese portò alla sottomissione della parte occidentale dell'Algarve, per cui assunse anche il titolo di re dell'Algarve[20].
Nei due documenti, su citati, della Provas da Historia genealogica da casa real portugueza, datati 1189 e 1190, Sancho I si dichiara re del Portogallo e dell'Algarve[15][16].
Poi, risalendo la provincia musulmana riconquistò Beja[21].
Allora il nuovo califfo almohade, Abu Yusuf Ya'qub al-Mansur, reagì ponendo sotto assedio Silves, dirigendosi poi con gran parte del suo esercito verso il Tago. Dopo aver attraversato il fiume, conquistò Torres Novas e pose il campo di fronte alla fortezza dei templari di Tomar, mentre una parte delle truppe si spinse fino a Coimbra[21].
Ma ancora una volta una flotta di crociati che era entrata nel Tago fu disposta ad aiutare Sancho, scongiurando la caduta di Coimbra, la capitale, mentre Abu Yusuf Ya'qub al-Mansur, anche a causa di una pestilenza che aveva colpito il suo campo si dovette ritirare a Siviglia; ma l'anno dopo (1190) riprese Silves, una parte delle conquiste di Sancho nell'Algarve e Alcácer do Sal, riportando il confine al Tago[22].
Sancho si rassegnò alle perdite subite ma, onde prevenire futuri attacchi dai musulmani, piazzò delle roccaforti militari sulla riva destra del Tago, ripopolò la provincia con coloni del nord e restaurò il castello di Leiria[23].
Nel 1197, in guerra con il nipote e genero, Alfonso IX, entrò nel sud della Galizia e occupò la città di Tui per due anni e a pace fatta costruì la città di Guarda a protezione della frontiera orientale[23].
Nel 1202 il Portogallo subì una grave carestia che determinò la perdita di parecchie vite umane e ciò costrinse Sancho ad aumentare, nei suoi ultimi anni di regno, gli sforzi per ripopolare il regno, creando città e distretti anche a sud del Tago. Queste opere e l'aver mantenuto la pace con tutti i vicini per parecchio tempo, e non le conquiste militari, gli diedero la gloria[23].
Negli ultimi anni di regno Sancho ebbe occasione di inimicarsi sia il vescovo di Porto (che era stato imprigionato dai suoi concittadini con i quali il re si era schierato) sia con quello di Coimbra (che colpì il re con l'interdetto per la sua cattiva condotta) che Sancho imprigionò e respinse anche la protesta di papa Innocenzo III[23].
Prima di morire si riappacificò con entrambi i vescovi[23].
Nel 1209, Sancho I redasse un testamento in cui dichiarò suo successore il figlio, Alfonso e stabilì lasciti per tutti gli altri figli, legittimi ed illegittimi[26].
Sancho I morì a Coimbra, il 26 marzo del 1212, e a Coimbra fu tumulato nel monastero della Santa Croce, dove erano già stati tumulati i suoi genitori, come riporta il Roderici Toletani Archiepiscopi De Rebus Hispaniæ,[18]; il Breve Chronicon Alcobacense riporta che fu sepolto accanto alla moglie, Dolce[27].
Gli succedette il figlio Alfonso II[28].
Il regno di Sancho fu caratterizzato da un generale sviluppo, dal ripopolamento e fondazione di città di alcune zone del paese e con il patrocinio delle lettere[26].
Sancha del Portogallo (1178- 13 marzo 1229) citata dal padre nel testamento del padre[26], fondò e fu la prima badessa del monastero di Lorvão. Fu beatificata il 23 dicembre del 1705.
Raimondo del Portogallo (circa 1180-1189), citato nella Quarta parte da Monarchia lusitana[30], fu incoronato principe del Portogallo, nel 1185. Tumulato a Coimbra.
Maria Aires de Fornelos, citata nel testamento di Sancho I[26] che gli diede due figli[6]:
Martim Sanches (ante 1175-ca. 1226), citato dal padre nel testamento[26], primo conte di Trastámara, governatore di León e Galizia. Sposò Elo Pérez de Castro, figlia di Pedro Fernández de Castro.
Urraca Sanches (ante 1175-dopo il 1256) citata nel testamento del padre[26], sposò Lourenço Soares de Ribadouro, prima alfiere (1195-1196) e poi primo maggiordomo (1205) del re di LeónAlfonso IX.
Maria Pais Ribeira, citata nel testamento di Sancho I[26] che gli diede sei figli:
Rodrigo Sanches (?-1245), citato dal padre nel testamento[26], morto in battaglia vicino a Porto e tumulato nel monastero di Grijó. Ebbe un figlio naturale dalla sua relazione con Constança Afonso de Cambra:
Alfonso Rodrigues (?- dopo il 1294), monaco francescano, citato nel testamento di sua zia Costanza, sorella di suo padre[33].
1 - La suddivisione per regione o nazionalità è puramente a beneficio di inventario, e l'effettivo stato attuale può non rispecchiare quello storico-geografico, in quanto nel corso dei secoli i confini nazionali, e quelli tra regione e regione, in e tra Portogallo e Spagna vennero a mutare.