Madonna del Latte (Previtali, Museo Adriano Bernareggi)
La Madonna del latte è un dipinto olio su tavola di Andrea Previtali conservato presso la fondazione Adriano Bernareggi di Bergamo. La tavola è firmata ANDREAS.BER.PIN[1]. Storia e descrizioneIl dipinto, di piccole dimensioni, fu probabilmente eseguito dal Previtali intorno al 1512, quando fece ritorno a Bergamo dopo il suo soggiorno a Venezia, dove aveva incontrato gli artisti veneziani, studiando presso la bottega Giovanni Bellini.[2] Il dipinto è una primo studio di quello presente in Accademia Carrara provenienza fondo Lochis.[3][4] Risulta facesse parte della collezione Rogni diventando di proprietà del bergamasco vescovo di Faenza-Modigliana Giuseppe Battaglia dal 1944 al 1976. Quando questi si ritirò a vita privata nella sua città natale vi portò anche il dipinto che divenne parte del fondo Adriano Bernareggi dopo la sua morte nel 1984. L'assegnazione al Previtali è stata confermata non solo da Longhi e da Mauro Pelliccioli ma anche della studio dal Chiappini. VI è inoltre una indicazione orale del vescovo Giovanni Milesi. L'attribuzione al Previtali è confermata anche dalla fisionomia della Madonna. Questa tiene il volto inclinato con lo sguardo abbassato sul figlio, e la bocca socchiusa. La medesima situazione è riscontrabile nel dipinto Madonna col Bambino ta i santi Giuseppe e Stefano, dipinto conservato in collezione privata ma prodotto dall'artista nel suo periodo bergamasco con una datazione intorno al 1513, anni in cui si avvicinò a Lorenzo Lotto appena giunto nella città orobica.[3] Lo sfondo si presenta scuro nella parte dietro la Madonna che indossa un velo rosso vivo coperto da un manto nero. La veste bianca lascia vedere il seno a cui si aggrappa il Figlio. Il lato sinistro della tela offre un paesaggio sereno dove sono visibili le mura di una città con lo sfondo montagne azzurre. il Bambino è avvolto in un lenzuolo bianco, tiene il seno della madre con la mano sinistra. I piccolo piedi incrociati, sono la caratteristica che verrà poi riproposta, o anticipata dall'artista nella tela con medesimo soggetto conservata nella pinacoteca di Bergamo, tela che è databile nei medesimi anni.[5] Note
Bibliografia
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