M109 è facilissima da individuare, essendo visibile appena 1° a sud-est della brillante e ben nota stella Phecda (γ Ursae Majoris), parte dell'asterismo del Grande Carro; sebbene non sia visibile con un binocolo e nei cercatori da 50 o 60mm di apertura, è facilmente rintracciabile direttamente al telescopio partendo dalla stessa stella γ. La sua luminosità è piuttosto bassa e la luce della vicina stella infastidisce un po' la sua osservazione se si osserva con un oculare a grande campo; la struttura maggiormente visibile è il nucleo, da cui parte la barra centrale a cui sono legati due bracci di spirale.[2]
La sua declinazione è molto settentrionale: infatti questa galassia si presenta circumpolare da gran parte dell'emisfero boreale, come quasi tutta l'Europa e buona parte del Nordamerica; dall'emisfero australe invece è possibile osservarla fino alle latitudini temperate medie.[3] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo boreale è quello compreso fra gennaio e agosto.
M109 ha un'estensione angolare massima di circa 7-8 minuti d'arco, una magnitudine apparente tra 9,5 e 9,6 e un diametro reale di circa 130.000 anni luce. Questa galassia recede da noi alla velocità di 1142 km/s. Una supernova di tipo Ia è esplosa sul bordo sudorientale di questa galassia il 17 marzo 1956; fu catalogata come SN 1956A e raggiunse la magnitudine apparente 12,8. È stata l'unica supernova osservata fra i bracci di questa galassia.[2]
M109 ha tre galassie satelliti, catalogate come UGC 6923, UGC 6940 and UGC 6969, e probabilmente ve ne sono anche altre più piccole; sono state condotte su queste galassie compresa la primaria un buon numero di osservazioni nella linea di emissione dell'idrogeno. La distribuzione delle regioni H I di M109 è regolare, con un'estensione radiale di basso livello all'esterno del disco galattico, mentre nella regione della barra è presente un buco nella distribuzione dell'idrogeno neutro.[4]
M109 è la galassia più brillante del Gruppo di M109, un grande gruppo di galassie situato nella costellazione dell'Orsa Maggiore che potrebbe contenere anche più di 50 galassie.[5][6][7][8]
^abc Federico Manzini, Nuovo Orione - Il Catalogo di Messier, 2000.
^Una declinazione di 53°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 37°; il che equivale a dire che a nord del 37°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 37°S l'oggetto non sorge mai.
(EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Messier Objects, Cambridge University Press, 1998, ISBN0-521-55332-6.
Carte celesti
Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.