direttore del periodico diocesano Camminare insieme ed insegnante di religione nelle scuole statali,
vicario episcopale per la pastorale,
membro del consiglio presbiteriale,
docente presso il seminario maggiore di Cosenza e l'Istituto pastorale regionale,
direttore del Museo diocesano di arte sacra,
rappresentante della CEC per i beni culturali presso la regione Calabria e consulente ecclesiastico diocesano dell'Unione giuristi cattolici.
Si è occupato di studi di storia e cultura locale ed ha vinto vari premi letterari per la poesia e la saggistica. Numerose sono le sue pubblicazioni. Collabora con la Gazzetta del Sud ed altri periodici. Il 20 novembre 1991 è stato nominato cappellano di Sua Santità.
Ministero episcopale
Il 28 giugno 2007papa Benedetto XVI lo ha eletto vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea. L'8 agosto dello stesso anno è stato consacrato vescovo nella chiesa cattedrale di Rossano. Ha preso possesso canonico della diocesi l'8 settembre.
Il 1º luglio 2021papa Francesco ha accolto la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi, presentata per motivi di salute[1], anche se lo stesso Renzo non ha escluso ragioni ulteriori; in attesa della nomina del suo successore è stato designato, come amministratore apostolico, il vescovo di Locri-GeraceFrancesco Oliva.
La colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo, vuole rappresentare lo spazio infinito in cui celebrare ed incarnare l'Amore seme della Speranza.
La stella indica la SS. Madre di Dio, faro sicuro del cammino di cristiano, di sacerdote ed ora di vescovo pastore.
Il vangelo aperto significa la sua adesione all'insegnamento di Cristo e la sua nascita nella fede. La scelta vocazionale sacerdotale qualifica il suo "sì" definitivo alla Parola che lo ha cercato, preso e cambiato.
Il color "rosso-porpora" è risonanza del Codex Purpureus di Rossano, dove il suo Sacerdozio ha trovato spazio e motivi per sperimentare la Carità pastorale.
La campana richiama il suo paese natale, dove si è radicata la sua umanità, presupposto di una presenza incarnata nel mondo hic et nunc.
Il tutto inquartato nella croce come richiamo permanente sia al vissuto concreto da assumere con "...le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono..." (GS, n. 1), sia al gesto del dono totale di Cristo, modello necessario per ogni servizio ecclesiale.