«Composizione scolastica ma ingegnosa con la sua decorazione dell'Acropoli di Atene dove sono già visibili le qualità di disegno e quella concezione pittorica delle cose che sembra collegare l'estimatore del Medio Evo ai nostri maestri illuministi… Se il soggiorno a Roma ha permesso al vincitore del 1869 un disegno perfetto, forse ne ha indebolito quelle qualità naïfs dell'imprevisto che rendono così interessante questo premio e che più tardi porteranno l'artista all'idea del Repos en Égypte e di Saint François d'Assise prêchant aux poissons»
(Charles Saunier, Les Grands Prix de Rome depuis la fondation des Prix de Rome, Paris, Revue Encyclopédique, 1896, pag.31)