In matematica, il logaritmo di un numero in una data base è l'esponente al quale la base deve essere elevata per ottenere il numero stesso.[1] In generale, se , allora è il logaritmo in base di , cioè, scritto in notazione matematica,
Per esempio, il logaritmo in base di è poiché bisogna elevare alla terza potenza per ottenere , ovvero . Facendo riferimento alla succitata formula, avremo , e .
I logaritmi furono introdotti da Nepero all'inizio del 1600, e trovarono subito applicazione nelle scienze e nell'ingegneria, soprattutto come strumento per semplificare calcoli con numeri molto grandi, grazie all'introduzione di tavole di logaritmi.
La funzione (logaritmo in base di ) è la funzione inversa della funzione esponenziale in base data da
Dati due numeri reali positivi e , con , si definisce logaritmo in base di l'esponente a cui elevare per ottenere Il numero viene chiamato argomento del logaritmo. In altre parole, se
si scrive che
e si legge: è il logaritmo in base di
Le ipotesi su e sono necessarie per avere l'esistenza e l'unicità di infatti:
se e , non esistono tali che
se e , esistono infiniti con tale proprietà;
se e , non esistono con tale proprietà, infatti non esiste nessun numero, a parte stesso, che possa essere ottenuto attraverso una potenza di
se e , esistono infiniti con tale proprietà;
se , l'elevamento a potenza non è definito per tutti i numeri reali , può essere definito per ogni reale solo sui numeri razionali esprimibili con una frazione con denominatore dispari e, di conseguenza, anche sui numeri interi;
il risultato di un elevamento a potenza di un numero positivo è un numero positivo, quindi, per l'osservazione precedente, deve necessariamente essere
Esempi
Per esempio, perché
I logaritmi possono anche essere negativi (a differenza della base e dell'argomento). Infatti
Dalle relazioni e , che valgono qualsiasi sia la base , derivano le proprietà di base:
Inoltre, dalla definizione segue che:
Prodotto, quoziente, potenza e radice
Una delle più importanti proprietà dei logaritmi è che il logaritmo del prodotto di due numeri è la somma dei logaritmi dei due numeri stessi. Allo stesso modo, il logaritmo del quoziente di due numeri non è altro che la differenza tra i logaritmi degli stessi. In altre parole valgono
I logaritmi, assieme alle formule di prostaferesi, consentono quindi di trasformare le somme in prodotti e le differenze in quozienti, proprietà questa talora molto utile nella semplificazione algebrica.
Dimostrazione
Il logaritmo è, per definizione, l'esponente che si deve mettere alla base per ottenere come risultato:
Se scriviamo:
Usando le regole dell'esponenziale:
Applicando il logaritmo ad ambo i membri:
rappresenta quel numero che si deve mettere come esponente alla base per ottenere .
Il suo valore è ovviamente l'esponente stesso:
Dimostrazione
Se scriviamo:
Usando le regole dell'esponenziale:
Applicando il logaritmo ad ambo i membri:
rappresenta quel numero che si deve mettere come esponente alla base a per ottenere .
Il suo valore è ovviamente l'esponente stesso:
Inoltre, il logaritmo di un numero elevato a una certa potenza è uguale a moltiplicato per il logaritmo del numero stesso. Da questo discende che il logaritmo della radice -esima di un numero è uguale all'inverso di per il logaritmo del numero, e che il logaritmo dell'inverso di un numero è l'opposto del logaritmo del numero stesso. In altre parole valgono le formule:
Dimostrazione
Se scriviamo:
Usando le regole dell'esponenziale:
Questo significa che è l'esponente da dare alla base per ottenere , ovvero usando i logaritmi:
Cambiamento di base
Noto il valore di un logaritmo in una base, è semplice calcolarne il valore in un'altra base (spesso le calcolatrici danno il logaritmo solo in basi ed ).
Se , , e sono tutti numeri reali positivi (con e ):
dove k è una base qualsiasi. La formula può essere scritta nel modo seguente
e segue dalla relazione
Dalla formula del cambiamento di base, ponendo , si ricava la relazione seguente:
Computazione
Supponiamo di voler calcolare , con e , rappresentato in una certa base .
Algoritmo ingenuo
Calcolo della parte intera
Per calcolare la parte intera del logaritmo si procede nel modo seguente:
poni , e vai al punto 3;
poni e ;
se , vai al punto 2, altrimenti procedi con il calcolo della mantissa.
Al termine della procedura, equivale alla parte intera di .
Calcolo della mantissa
Per calcolare le prime cifre della mantissa, rappresentata in una certa base , si esegue la seguente iterazione per :
poni , e vai al punto 3;
poni e ;
se , vai al punto 2, altrimenti termina l'iterazione.
Al termine di ogni iterazione, equivale all'-esima cifra della mantissa.
Generalizzazione
L'algoritmo può essere generalizzato anche per valori di , utilizzando le proprietà dei logaritmi. Abbiamo i seguenti tre casi:
Se e , allora, cambiando la base con , segue che ; possiamo dunque calcolare , dato che .
Se e , allora ; possiamo dunque calcolare .
Se e , allora, combinando i precedenti risultati, .
Basi del logaritmo
Anche se in linea di principio i logaritmi possono essere calcolati in qualunque base positiva e diversa da , quelle più utilizzate sono tre:
base 10 (logaritmi decimali o volgari o di Briggs), usati per le operazioni di calcolo (e per il calcolo di pH e pOH in chimica); li si indica con log10, o con Log, oppure anche con log quando la base a cui ci si riferisce è chiara dal contesto (simbolo ISOlg).
base 2 (logaritmi binari), usati soprattutto nell'analisi della complessità computazionale, nella teoria dei codici e nella teoria dei segnali; li si indica con log2, oppure con log quando la base a cui ci si riferisce è chiara dal contesto (simbolo ISO lb).
Per sottrazioni successive, Nepero calcolò per da a ; il risultato per è approssimativamente , ovvero . Nepero poi calcolò il prodotto di questi numeri per , con da a . Questi calcoli, che occuparono 20 anni, gli permisero di trovare, per ogni numero intero da 5 a 10 milioni, il numero che risolve l'equazione
Nepero chiamò inizialmente questo valore un "numero artificiale", ma successivamente introdusse il nome "logaritmo", dalle parole del greco "logos", proporzione, e "arithmos", numero. Usando una notazione moderna, i calcoli di Nepero gli permisero di calcolare
dove l'approssimazione compiuta corrisponde alla seguente:
Il logaritmo naturale fu per la prima volta descritto da Nicolaus Mercator nel suo scritto Logarithmotechnia pubblicato nel 1668, anche se precedentemente l'insegnante di matematica John Speidell aveva compilato una tavola di logaritmi naturali nel 1619.
Intorno al 1730, Eulero definì la funzione esponenziale e la funzione logaritmo come
Eulero inoltre dimostrò che queste due funzioni erano una l'inversa dell'altra.
Tavole dei logaritmi e applicazioni storiche
Semplificando calcoli complessi, i logaritmi contribuirono ampiamente all'avanzamento della scienza, e in particolare dell'astronomia. Lo strumento che ne permise l'uso pratico furono le tavole dei logaritmi. La prima di esse fu completata da Henry Briggs nel 1617, subito dopo l'invenzione di Nepero. Successivamente, furono scritte altre tavole con diversi scopi e precisione. In esse veniva elencato il valore di e di per ogni numero in un certo intervallo, con una precisione fissata e con una base scelta (solitamente ). Per esempio, la tavola di Briggs conteneva il logaritmo in base di tutti i numeri da a , con una precisione di otto cifre decimali. La funzione , poiché inversa del logaritmo, venne chiamata antilogaritmo.
Il prodotto e il quoziente di due numeri e venivano così calcolati con rispettivamente la somma e la differenza dei loro logaritmi. Il prodotto è l'antilogaritmo della somma dei logaritmi di e :
Il quoziente è l'antilogaritmo della differenza dei logaritmi di e :
Per compiere calcoli complessi con una buona precisione queste formule erano molto più veloci del calcolo diretto oppure dell'utilizzo di metodi precedenti, come quello di prostaferesi.
Anche il calcolo di potenze e di radici veniva semplificato, riducendosi a moltiplicazione e divisione di logaritmi:
e
Funzione logaritmo
Operando sui numeri reali, la funzione logaritmo è la funzione definita da
La funzione ha come dominio l'intervallo In figura sono disegnati tre esempi della funzione logaritmo con diversi valori per la base . La curva rossa è per la funzione con base costante di Nepero (valore approssimato: ).
Come si può notare dal grafico, il dominio della funzione logaritmo (l'insieme entro cui variano i valori delle ), è l'intervallo ; mentre il codominio, insieme in cui variano i valori delle , è .
dove è la costante di integrazione, cioè una costante reale arbitraria.
Funzione analitica
La funzione logaritmo è analitica. Non è possibile però descrivere la funzione su tutto il suo dominio con una sola serie di potenze (come avviene ad esempio per la funzione esponenziale): lo sviluppo centrato in un punto ha infatti raggio di convergenza ed è quindi convergente solo nell'intervallo . Ad esempio, lo sviluppo in è il seguente:
Relazione tra funzione esponenziale e logaritmica
Per lo studio di funzioni esponenziali in cui è necessario estrapolare dati o parametri in modo semplice è possibile sfruttare la funzione logaritmo per ricavare una relazione implicita della funzione originale avente il vantaggio di essere lineare. Ad esempio, per una funzione descrivibile come
con a e b costanti è possibile pervenire alla relazione:
che sul piano semi-logaritmico rappresenta una retta che interseca l'asse delle ordinate in ln(a), con derivata prima b e angolo di inclinazione pari ad arctan(b): in questo modo l'estrapolazione dei dati per la nuova funzione è più semplice ed accessibile.
La funzione logaritmo può essere estesa ai numeri complessi diversi da zero. Nel caso in cui si tratti di un logaritmo naturale con argomento complesso vale la formula seguente: