Lemignano
Lemignano è una frazione del comune di Collecchio, in provincia di Parma. La località dista 4,23 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaLa frazione sorge in posizione pianeggiante alla quota di 88 m s.l.m., ai confini col comune di Parma.[1] Origini del nomeIl toponimo della località, in epoca altomedievale nota come Viliniano, ha origine latina, probabilmente prediale: deriva forse dal nome Vibius, Vilinius, Vinibius, Volinius oppure Numidius.[3] In seguito il borgo fu citato come Numignano nel 1230, Lumignano nel 1493 e Lemignano a partire dal 1520.[4] StoriaLe più antiche testimonianze della presenza umana nella zona di Lemignano risalgono al Paleolitico; a tale periodo appartengono 3782 manufatti litici di cultura aurignaziana, la maggior parte dei quali realizzata in diaspro, scoperti nel 1987 in seguito all'aratura di un terreno della cascina Mandrie.[5] All'epoca tardo-antica o altomedievale risalgono invece due tombe contenenti alcuni oggetti, rinvenute nel corso di alcuni scavi effettuati nel 1993 nei pressi della chiesa di San Vitale.[6] La più antica testimonianza dell'esistenza della corte di Viliniano risale all'8 marzo 991,[3] quando la località fu menzionata in un atto di vendita di beni da parte di Prangarda, figlia del marchese Adalberto Atto di Canossa e moglie del marchese Maginfredo, al diacono della pieve di Borgo San Donnino.[4][7] Il 20 novembre 995 l'intera corte di Viliniano, con le abitazioni, la cappella e le terre circostanti, fu donata dal vescovo di Parma Sigefredo II al Capitolo della Cattedrale cittadina.[4][8] In seguito, data la vicinanza con la città di Parma, il borgo ne seguì le vicende storiche.[4] In epoca napoleonica la località divenne frazione del nuovo comune di San Martino Sinzano, che fu sciolto nel 1866 per Decreto Regio; Lemignano, insieme all'ex capoluogo, fu allora annessa al comune di Collecchio.[9] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di San VitaleMenzionata per la prima volta nel 995, l'antica cappella di Viliniano fu abbattuta e ricostruita tra il 1837 e il 1838 in forme neoclassiche. La chiesa, restaurata intorno al 1960, è internamente decorata con paraste doriche, fregi e affreschi sulle volte a botte della navata, delle quattro cappelle e del presbiterio absidato.[10] EconomiaLa frazione, attraversata da nord-est a sud-ovest dalla strada statale 62 della Cisa e circondata da campi coltivati, ospita un importante quartiere artigianale, il più esteso dell'intero territorio comunale di Collecchio.[3] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
|