Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la società sportiva L'Aquila Calcio nelle competizioni ufficiali della stagione 2001-2002.
Stagione
Per L'Aquila Calcio, la stagione 2001-2002 è stata la 2ª in Serie C1 e la 24ª complessiva nel terzo livello del campionato di calcio italiano. Durante la stagione il club ha inoltre partecipato per l'8ª volta alla Coppa Italia Serie C, competizione nella quale non è riuscito a passare la fase eliminatoria a gironi, venendo dunque subito eliminato.
Dopo il clamoroso crollo del girone di ritorno della stagione precedente, la società ridimensionò gli obiettivi vendendo i prezzi pregiati della rosa e affidandosi a giovani di belle speranze, venuti all'Aquila per lo più in prestito. In panchina venne chiamato Gabriele Morganti anche se, già alla 7ª giornata, dopo aver collezionato due soli punti in sette partite, il tecnico marchigiano ex-Chieti venne esonerato[1]. A subentrare a Morganti fu il suo vice (già assistente di Aldo Ammazzalorso nell'anno della promozione in Serie C1) Augusto Gentilini, alla prima esperienza da allenatore.
La cura Gentilini dette subito i suoi frutti; grazie a quattro vittorie casalinghe consecutive, i rossoblù riuscirono ad abbandonare l'ultima posizione e chiusero l'anno a quota 16 punti. Nel girone di ritorno L'Aquila si stabilizzò ai margini della zona play-out e, alla sul finire di stagione, decisive risultarono le vittorie in trasferta contro Viterbese e Benevento; quest'ultima in particolare diede la certezza matematica della permanenza in Serie C1 agli abruzzesi, condannando i sannitici a disputare gli spareggi salvezza[1].
Durante la stagione, inoltre, L'Aquila disputò la sua prima amichevole internazionale contro i campioni libici dell'Al-Ittihad di Tripoli[1]; presidente della formazione africana era l'allora dittatore Muʿammar Gheddafi. La partita, organizzata nell'ambito di una collaborazione tra L'Aquila Calcio e alcuni sponsor libici, venne giocata a campionato in corso, nella settimana che precedette il derby di ritorno con il Castel di Sangro decisivo ai fini della salvezza, e terminò 4-1 per i rossoblù[2]. Nelle formazione aquilana figurava anche il calciatore libico Jehad Muntasser mentre in quella africana era il terzogenito di Gheddafi, Saadi, che l'anno dopo debuttò in Serie A con la maglia del Perugia. Durante la partita, che si giocò allo stadio 11 giugno di Tripoli, dinanzi a 30.000 spettatori, i tifosi dell'Al-Ahly (rivali dell'Al-Ittihad) si schierarono a favore dei rossoblù[2].