Kimbundu
Il kimbundu è una lingua dell'Angola, parlata nelle regioni di Luanda, Bengo e Malanje dalle popolazioni Ambundu. Fa parte della famiglia delle lingue bantu ed è la seconda lingua bantu più parlata in Angola[2]. Secondo il censimento del 2014, è parlato da circa 2 milioni di angolani[1]. Vi sono undici sottogruppi etnici tra i Mbundu, ciascuno con il proprio dialetto: ngola, dembo, jinga, bondo, bângala, songo, ibaco, luanda, kibala, libolo e kissama. Un decreto coloniale del 1919, vietò l'uso delle lingue locali nelle scuole e nell'amministrazione, imponendo la lingua portoghese[3]. Questa misura e altre ancora volte all'assimilazione delle popolazioni locali alla cultura coloniale portoghese, hanno notevolmente ridotto l'uso del kimbundu nelle popolazioni urbane. Questa tendenza, molto marcata a partire dagli anni 1960, si è mantenuta anche dopo l'indipendenza. ScritturaLa scrittura kimbundu risale ai missionari cappuccini e gesuiti, che la svilupparono con lo scopo di insegnare agli indigeni la lingua portoghese e il catechismo cattolico. Ne codificarono la grammatica e definirono le regole ortografiche. Il missionario svizzero Héli Chatelain scrisse una grammatica kimbundu alla fine del XIX secolo[4]. Il kimbundu è scritto foneticamente. Ha cinque vocali (a, e, i, o, u), con la u che ha anche la funzione di semivocale. Alcune consonanti sono rappresentate da due lettere (digrafi), come mb in mbambi (gazzella) o nj in njila (uccello). Prestiti lessicaliIl portoghese ha preso molti prestiti lessicali dal kimbundu; probabilmente la più conosciuta in italiano è la parola samba. Tra questi: Moleque (da mu'leke, ragazzo)[5], cafuné (da kifunate, storta)[6], quilombo (da kilombo, villaggio)[7], quibebe (da kibebe)[8], quenga (da kienga, padella)[9], bunda (da mbunda)[10], cochilar (da kukoxila)[11], marimbondo (da ma [prefisso del plurale] e rimbondo, vespa)[12], camundongo (da kamundong)[13], muamba (da mu'hamba, cassa)[14], banza (da mbanza)[15], banzar (da kubanza)[15], cachimbo (una pipa) e cacimba (un pozzo), entrambi da kixima[16], fubá (da fu'ba)[17], caçula (da kusula et da kasule)[18], cacumbu (da ka, piccolo, e kimbu, ascia)[18], cacunda (da kakunda)[18], bundo (da mbundu, nero)[10], matumbo (da ma'tumbu, monticulo)[19], samba (da semba, umbigada)[20], jiló (da njilu)[21], jibungo (da jibungw)[21], jimbo (da njimbu)[21], jimbongo (da jimbongo)[21], jongo (da jihungu)[22], quitute (da kitutu, indigestion)[23], maxixe (da maxi'xi)[24], xingar (da kuxinga, ferire)[25]. Note
Bibliografia
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