John Lavery![]() Sir John Lavery (Belfast, 20 marzo 1856 – Kilmoganny, 10 gennaio 1941) è stato un pittore irlandese. BiografiaL'infanzia e gli studi![]() John Lavery nacque il giorno di san Patrizio, il 17 marzo 1856 a Belfast, figlio di Henry originario presso il Lough Neagh e di Mary Donnelly di Armagh, entrambi cattolici.[1][2] Dopo pochi anni il padre decise di trasferirsi a New York, ma la nave affondò al largo di Wexford ed Henry Lavery morì tragicamente. Dopo tre mesi morì anche la madre di John Lavery, che rimasto orfano,[3] fu accolto dallo zio Edward, un agricoltore di Moira, nella contea di Down.[1] Dopo una parentesi di cinque anni nella quale visse da un ricco cugino a Salcoats, nell'Ayrshire in Scozia, Lavery ritornò a Moira dove incominciò a disegnare e grazie a questa attività trovò il suo primo lavoro presso un fotografo di Glasgow.[1][2] La sua carriera scolastica e di formazione si effettuò all'Accademia Haldane a Glasgow e successivamente all'Académie Julian a Parigi.[4][3] Durante il suo soggiorno parigino ricevette le influenze di artisti francesi, come Jules Bastien-Lepage, per perseguire il metodo pittorico en plein air,[2] consistente nel dipingere all'aperto per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare.[4] Ritrattista e paesaggista![]() La carriera di Lavery ebbe una svolta nel 1888, quando fu incaricato di dipingere la visita di stato della regina Vittoria all'Esposizione internazionale di Glasgow.[3] John Lavery fu membro della Glasgow School of Painting e si mise in evidenza per i suoi ritratti realistici, scene di genere e paesaggi d'ispirazione impressionista.[4][5] Aderendo ai "Glasgow Boys", un gruppo di artisti scozzesi e irlandesi, le sue opere manifestarono il suo dissenso dalla pittura tradizionale degli artisti vittoriani contemporanei.[4] Una volta diventato un ritrattista importante della società, si trasferì a Londra, dove strinse amicizia con il pittore statunitense James Abbott McNeill Whistler, che lo orientò stilisticamente,[3] soprattutto per la qualità delle pennellate.[4] Lavery visse gran parte della sua vita a Londra, tra i suoi vicini di casa ebbe Winston Churchill, al quale insegnò a disegnare,[1] e la sua attività ritrattistica fiorì, grazie anche ai ritratti della famiglia reale britannica nel 1913.[2] Ebbe vivo successo anche in Italia, dove aveva contatti con personalità di rilievo quali Ugo Ojetti e Camillo Innocenti, grazie anche alla partecipazione alle più importanti mostre internazionali che si tenevano nel Bel Paese[6]. Soprattutto dopo la sua importante personale alla Biennale di Venezia del 1910, molti artisti italiani imitarono lo stile di Lavery[7], in particolare il pittore padovano Lino Selvatico. Durante le guerre, opere![]() Nel corso della prima guerra mondiale Lavery fu nominato artista di guerra ufficiale, però ebbe problemi di salute e quindi rimase in Gran Bretagna e strinse amicizia con la famiglia di Herbert Henry Asquith, soggiornando nella loro residenza di Sutton Courtenay, dove dipinse ritratti e scene estive idilliache.[3] Durante la guerra d'indipendenza irlandese e subito dopo il trattato anglo-irlandese, Lavery dipinse le opere Love of Ireland e Pro Cathedral Dublin 1922, proseguendo a dipingere i ritratti di tutte le figure principali di entrambe le parti, tra cui il politico britannico David Lloyd George.[1] Tra le altre sue opere da ricordare il grande trittico The Madonna of the Lakes (1917), donata alla chiesa di San Patrizio di Belfast dove era stato battezzato, e High Treason, Court of Criminal Appeal (1916), dedicato al processo del diplomatico britannico Roger Casement, incriminato per alto tradimento e condannato a morte per impiccagione.[8] Cavaliere e accademicoDopo la prima guerra mondiale, Lavery fu nominato cavaliere e nel 1921 fu eletto membro alla Royal Academy of Arts.[3] Negli anni venti e trenta, Lavery e sua moglie statunitense Hazel, la sua musa ispiratrice sposata nel 1900,[8] conservarono una grande popolarità a Londra, e risultarono sempre disponibili per collaborare per le questioni irlandesi. Lavery era considerato un governatore generale, e fu nominato dalla Commissione Currencv per progettare la nuova valuta irlandese e utilizzò l'immagine iconica di Hazel riprodotta nelle banconote irlandesi.[1][8] Lavery diventò membro di numerose altre accademie, tra le quali, l'Accademia di belle arti di Roma, l'Académie des beaux-arts di Parigi, l'Accademia delle arti di Prussia a Berlino, l'Accademia di belle arti di Anversa, l'Accademia di belle arti di Brera a Milano, quella di Bruxelles, di Stoccolma e la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid e i suoi dipinti furono presenti nei musei dei cinque continenti.[1] Oggi le opere di Lavery sono nelle collezioni del Museo d'Orsay di Parigi, della Tate Gallery di Londra, del Philadelphia Museum of Art, dell'Ulster Museum di Belfast, e di altri musei.[4] Per celebrare la sua carriera, Lavery ricevette lauree ad honorem dal Trinity College di Dublino e dalla Queen's University di Belfast.[3] Ultimi anni e mortePubblicò nel 1940 la sua autobiografia intitolata The life of a painter (La vita di un pittore).[1] John Lavery morì il 10 gennaio 1941, per cause naturali, nella sua casa a Kilmoganny, in Irlanda.[4][3] Opere principali
Principali musei
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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