Figlio di Riccardo, famoso promotore delle mostre veneziane,[2] fu da lui avviato agli studi giuridici ed anche a quelli artistici, questi ultimi anche sotto la guida di Cesare Laurenti.[2] Presentò il Ritratto del professor G. Bordiga, la sua prima opera, alla III Internazionale d'Arte veneziana del 1899.
L'arte di Selvatico iniziò sulle orme di due artisti veneziani dell'epoca: Giacomo Favretto e Ettore Tito, ma mentre non seguirà il filone aneddotico del primo, si avvicinerà alla tecnica ritrattistica di Tito, seguendone i modelli mondani ed eleganti, permettendogli così di ottenere un grande successo tra l'aristocrazia e l'alta borghesia veneziana.
Morì all’ospedale di Treviso il 25 luglio 1924 a seguito di un incidente stradale mentre guidava la sua motocicletta.
Partecipò a numerose Internazionali veneziane anche con mostre individuali nel 1912 e nel 1922. Nel 1926, dopo la sua morte, gli fu dedicata un'ampia retrospettiva, con 45 opere.
^abCorrado Maltese, Realismo e verismo nella pittura italiana dell'Ottocento, collana Mensili d'arte, Fabbri Editori, 1967, p. 96.
Bibliografia
Guido Perocco, Lino Selvatico, 1872-1924, Padova, Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, stampa, 1962, ISBN non esistente.
Cristiano Sant (a cura di), Lino Selvatico: una seconda Belle Epoque. Catalogo della mostra tenuta a Venezia, Ca' Pesaro, Galleria Internazionale d'Arte Moderna, 14 maggio-31 luglio 2016, Milano, LSWR group, 2016, ISBN978-88-6895-420-8.