Jimeno, secondo il codice di Roda[1], era il figlio secondogenito del co-regnante e poi reggente di PamplonaGarcía II Jiménez e della sua seconda moglie, Dadildis di Pallars, sorella del Conte di Ribagorza e di Pallars, Raimondo I[2], nipote del conte Raimondo I di Tolosa.
García II Jiménez era figlio di Jimeno I Garcés (discendente di Íñigo Jiménez Arista) e della moglie[3], di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti, mentre secondo il codice di Roda[1] era figlio di Jimeno ed era anche fratello di Iñigo I[2]; anche En los albores del reino¿dinastía Iñiga?,¿dinastía Jimena? tratta la questione accettando che Íñigo e Garcia furono fratelli[4].
Biografia
Dopo che suo padre, nell'882, alla battaglia di Lumbier, combattuta conto l'emiro di Cordova, Muḥammad I ibn ʿAbd al-Raḥmān, in cui morì il Re di Pamplona, García I Íñiguez, fu sconfitto, come riporta lo storicogenealogistabasco, Jean de Jaurgain (1842–1920), nel suo la Vasconie[5], mentre sul trono di Pamplona a Garcia I succedette il figlio Fortunato, già associato al trono dall'876[6], a suo padre, Garcia, succedette il fratellastro di Sancho, Íñigo, come co-regnante di Fortunato Garcés, che da poco era stato liberato dall'emiro di al-Andalus, Muḥammad I, dopo circa 20 anni di prigionia, come riporta lo storicomedievalistanavarro, José María Lacarra, nel suo Historia del Reino de Navarra en la Edad Media[7].
Jimeno, all'inizio del X secolo, sposò Sancha Aznárez (ca. 885-970)[8], sorella di Toda Aznárez e figlia di Aznar Sánchez, signore di Larraun, e di Oneca Fortúnez[9], la figlia del Re di Pamplona, Fortunato Garcés e di Oria[10]. I loro discendenti furono dunque della dinastia Jimena, da parte di padre e della famiglia Arista per parte di madre.
Nel 905, il re Fortunato fu forzato a ritirarsi, monaco, nel monastero di Leire (il Libro della Regola del Monastero di Leire, compilato nel 1076, riporta che Fortunato arrivò da Cordova, succedette al padre, Garcia I, ma divenne monaco nel monastero di Leira, mentre, suo fratello, Sancho I Garcés con sua moglie Toda di Navarra, nipote di Fortunato, regnarono al suo posto, come riporta lo storicogenealogistabasco, Jean de Jaurgain (1842–1920), nel suo la Vasconie[6]).
Nel 921, Jimeno viene citato, assieme al fratellastro, Íñigo, in un documento del fratello, Sancho, inerente una donazione di un terreno per la fondazione di un monastero[11].
Nel 924, come riporta la Gran enciclopedia catalana, suo fratello, Sancho, fondò il Monastero di San Martino di Albelda, come ringraziamento per tutte le vittorie riportate sui musulmani[12], e il documento n° 3 del Cartulario de Albelda, datato 5 gennaio 925, riporta di una donazione di Sancho e della moglie Toda, controfirmata da Jimeno assieme al fratellastro, Íñigo[13].
Suo fratello, Sancho morì a Resa, nella zona di Estella, l'11 dicembre 925, come riporta li codice di Roda, dopo 20 anni di regno[14]; la morte di Sancho viene ricordata anche dalla Crónica de San Juan de la Peña[15], mentre l'anno della morte di Sancho viene riportato anche da Jaurgain[6].
A Sancho succedette il figlio García I Sánchez, sotto la reggenza della madre, Toda e dello zio Jimeno, che fece uso del titolo regale, come riporta Lacarra[16]. Jimeno avrebbe dovuto essere solo reggente per il nipote, García I Sánchez, che al momento della successione era solo un bambino, ma si comportò da sovrano ed infatti viene annoverato tra i regnanti sia dal codice di Roda lo[17], che dalla Crónica de San Juan de la Peña[18].
Di quel periodo, ci è pervenuto un documento, inerente una donazione al Monastero di San Martíno di Albelda, in cui Jimeno è citato come regnante[19].
Mantenne il titolo sino alla morte, avvenuta, secondo il codice di Roda[1], il 29 maggio 931[17]. Alla sua morte, nella reggenza, sino al 933, il fratellastro suo e di Sancho, Íñigo II Garcés, affiancò la cognata Toda che poi la mantenne, da sola, sino al 934, anno in cui affiancò il figlio come co-regnante[20].
Discendenza
Jimeno da Sancha ebbe tre[21] o quattro figli:[11]:
García Jiménez, che uccise la madre e a sua volta fu assassinato[8]
Sancho Jiménez, che sposò Quissilo, figlia di García, conte di Bailo[8]
^abcIl Roda Codex, compilato nel X secolo con qualche aggiunta dell'XI secolo, si occupa della storia e delle genealogie del periodo alto-medievale della zona a cavallo dei Pirenei, quindi soprattutto regno di Navarra e Marca di Spagna.