Jean-Frédéric de La Tour du Pin Gouvernet
Jéan Fréderic de La Tour du Pin Gouvernet (Grenoble, 22 marzo 1727 – Parigi, 28 aprile 1794) è stato un generale francese, insignito dei titoli nobiliari di conte di Paulin, marchese di La Roche-Chalais e di Cénevières, visconte di Calvignac, conte di Chastelard, visconte di Tesson e d’Ambleville, barone di Cubzac, signore di Cubzaguais, e signore di Formarville. Ufficiale veterano della guerra di successione austriaca e della guerra dei sette anni, insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine di San Luigi, ricoprì l'incarico di Ministro della guerra sotto il regno di Luigi XVI. BiografiaNacque a Grenoble il 22 marzo 1727, all’interno del ramo più giovane della famiglia La Tour du Pin, figlio di Jean de La Tour du Pin Gouvernet[1] Conte di Paulin (1660-1731), e di Suzanne de La Tour La Cluse (1700-1752).[1] Nell’ottobre 1741[1] si arruolò come cornetta nel Régiment de Bourbon-Cavallerie,[2] raggiungendo il suo Corpo d'armata di stanza in Westfalia, dove trascorse l’inverno.[1] In forza all’armata operante sulla frontiera della Boemia, partecipò alle operazioni di soccorso di Braunaw, e alla spedizione di Schmidmill.[2] Nominato tenente il 16 aprile 1743,[2] prese parte alla difesa di alcune città della Baviera, terminando la campagna militare sulle rive del fiume Reno.[1] Il 2 dicembre 1744 [1] ottenne il comando di una compagnia del suo reggimento,[1] operante sul corso del basso Reno, e nel giugno del 1745[1] raggiunse con il suo reggimento l’Armata delle Fiandre,[3] al comando del Maresciallo di Saxe, accampata sotto Maubeuge, e poi a Chièvres,[1] partecipando all’assedio di Ath.[4] Nel corso del 1746 partecipò all’assedio di Bruxelles e alla battaglia di Roucoux, nel 1747 alla battaglia di Lauffeldt e all’assedio di Bergen op Zoom,[4] e nel 1748 all’assedio di Maastricht.[4] Dopo la firma della pace di Aix-la-Chapelle la sua compagnia fu sciolta,[4] ed egli, promosso capitano, prestò servizio per qualche tempo presso il comando del Régiment du Bourbon-Cavallerie.[4] Il 1 febbraio 1749 ottenne una commissione per ottenere il grado di colonnello di fanteria, assumendolo il 20 dello stesso mese quando fu assegnato al Corpo dei Granatieri di Francia,[4] il cui reggimento si trovava a Dieppe.[2] Comandò tale reggimento durante i numerosi anni di pace, e nel 1753 convolò[4] a nozze con la signorina Marie-Thérèse Billet, che però morì il 9 aprile 1754.[4] L’anno dopo si sposò in seconde nozze con Cécile Marguerite Séraphine de Guinot, figlia del Marchese de Monconseil,[4] che gli portò in dote terreni ad Ambleville.[N 1].[4] Dopo lo scoppio della guerra dei sette anni,[5] fu nominato Cavaliere dell’Ordine di San Luigi[2] il 3 gennaio 1757, partecipando il 27 luglio dello stesso anno, alla testa del suo reggimento, alla battaglia di Hastenbeck[2] e poi alla presa di Minden e alla successiva capitolazione di Closterseven.[5] Il 6 ottobre 1757 assunse il comando del Régiment de Guyenne,[5] venendo promosso brigadiere[5] il 20 febbraio 1761,[2] e assumendo il comando del Régiment de Piémont il 1 dicembre 1762,[5] che mantenne fino alla firma del trattato di pace del 1763.[5] Promosso maresciallo di campo[6] nel maggio 1763, fu impiegato successivamente in Normandia e Bretagna.[5] Alla morte del suo primo cugino,[1] Charles Frederic del Tour-du-Pin de Bourelon (1694-1775), divenne capo della famiglia La Tour du Pin.[1] Nel 1778 divenne vicecomandante militare delle provincie di Aunis, Saintonge, Poitou.[5] Il 5 dicembre 1781 fu nominato luogotenente generale[6] delle armate del re e comandante in capo delle province di Aunis, Saintonge, Poitou.[5] Il 27 marzo 1789[5] fu eletto deputato presso gli Stati Generali, in rappresentanza della nobiltà di Saintes.[5] Il 4 agosto[N 2] dello stesso anno[7] fu nominato Ministro della guerra,[7] incarico che ricoprì fino al 16 novembre 1790, durante i primi mesi della rivoluzione francese. Ristabilì la disciplina all’interno dell'esercito[8] scosso da numerose rivolte,[6] tra cui quella gravissima di Nancy,[6] ricevendo le congratulazioni dell'Assemblea Nazionale, ma rimase ben presto esposto agli attacchi dei giacobini, arrivando ad offrire le sue dimissioni a re Luigi XVI che inizialmente le rifiutò.[6] L'8 novembre 1790 lasciò il Consiglio dei Ministri, sostituito due giorni dopo da Louis Le Bègue Duportail, ma nel corso del 1792 fu richiamato da Luigi XVI a far parte del Comitato di governo. Divenuto sospetto agli occhi della rivoluzione gli fu consentito di ritirarsi a vita privata ad Auteuil,[9] ma nel maggio 1793[10] fu messo in stato d’accusa, per essere poi liberato qualche settimana dopo, e quindi definitivamente arrestato il 31 agosto dello stesso anno.[10] Rinchiuso nel carcere di Sainte-Pélagie,[11] durante il processo[10] a Maria Antonietta, incominciato il 14 ottobre 1793,[10] testimoniò in favore della regina, cosa che non fu apprezzata dal pubblico accusatore del tribunale rivoluzionario Antoine Quentin Fouquier-Tinville, in particolare per il fatto che si rivolgeva a Maria Antonietta chiamandola "Vostra Maestà" e "la Regina".[12] Condannato a morte[13] quindici giorni dopo la regina, fu ghigliottinato il 28 aprile 1794, insieme a suo cugino, anch’egli generale, Philippe Antoine Gabriel Victor Charles Marchese de La Tour du Pin Gouvernet.[13] Onorificenze— 3 gennaio 1757[2]
Pubblicazioni
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
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