Poche le notizie che si hanno sulla vita di Jayadeva. Nel Gītagovinda, dichiara che la sua città natale fu Kindubilva (80), forse l'attuale villaggio bengalese di Kenduli ma, secondo Barbara Stoler Miller il suo rapporto con il culto di Jagannātha, a Puri, sembra essere meglio fondato[1].
Sempre lo Gītagovinda avverte che suo padre di chiamava Bhojadeva, mentre sua madre era Rāmādevī (284) , sua moglie fu Padmāvatī (2 e 242).
Le leggende tradizionali intorno alla sua figura lo indicano di nascita brāhmanica, presto divenuto rinunciante (sannyāsa) e itinerante: non sostava mai sotto lo stesso albero per rifuggire gli attaccamenti verso il posto; questo finché un brahmano di Puri gli comunica che Jagannathā ("Signore del mondo", intende Kṛṣṇa/Viṣṇu) lo vuole sposo di una figlia di un altro brahmano, Padmāvatī, offerta momentaneamente al tempio come danzatrice sacra.
L'unione tra Jayadeva e Padmāvatī fu ispirata alla devozione verso Dio, a tanto che mentre Jayadeva compilava lo Gītagovinda, Padmāvatī danzava i suoi versi.
È certo che Jayadeva abbia vissuto, con altri poeti, presso la corte del re viṣṇuita Lakṣmaṇasena (1179-1205)[2].
Sono conosciute altre opere poetiche di Jayadeva: due poesie in hindi antico raccolte nell'Ādi Granth[3], che fa collocare Jayadeva tra i bhagat del sikhismo col nome di Bhagat Jaidev.
Note
^Cfr. Barbara Stoler Miller: «Modern scholars of Bengal, Orissa, and Bihar have claimed him for their regions, but the most convincing evidence associates him with the Jagannātha cult of Puri in the latter half of the twelfth century.» p.4819, vol.7 Encyclopedia of Religion, NY, Macmillan, 2006 (1987).
^Cfr. Giuliano Boccali, prefazione a Gītagovinda, Milano, Adelphi, 1982, p. 13.