È conosciuto soprattutto per la sua biografia di Samuel Johnson (Vita di Samuel Johnson) pubblicata nel 1791. Il suo nome è passato nella lingua inglese ad indicare un fedele compagno ed osservatore (Boswell, Boswelliano, Boswellismo). L'opera raccoglie dati, informazioni, eventi, idee ed emozioni del protagonista espressi nella forma insolita del dialogo. Attraverso l'indagine acuta del protagonista, Boswell apre al lettore la porta della società inglese del Settecento.
Dal 1777 al 1783 scrisse una settantina di saggi per il London Magazine di notevole importanza non solo per la qualità artistica e autobiografica, ma anche dal punto di vista medico, per la descrizione delle crisi depressive ed ipocondriache dell'autore[1].
Boswell è anche ricordato per i dettagliati e sinceri diari che scrisse per lunghi periodi della sua vita, e che rimasero inediti fino agli anni venti del XX secolo. Questi includevano voluminose note sul grand tour d'Europa che egli compì da giovane e sul giro della Scozia insieme a Johnson. Il suo diario registra anche le sue conversazioni con eminenti personalità del The Club, che includono Lord Monboddo, David Garrick, Edmund Burke, Joshua Reynolds e Oliver Goldsmith.
Opere principali
The Cub at Newmarket, 1762.
Letters Between the Honourable Andrew Erskine, and James Boswell, Esq., 1763.
^Per il contributo di Boswell alla storia dell'ipocondria si veda "Il morbo inglese di James Boswell" in (EN) Brian Dillon, Vite di nove ipocondriaci eccellenti, traduzione di Alessandra Castellazzi, Milano, Il Saggiatore, 2020 [2009], ISBN978-88-428-2825-9.
Bibliografia
Chauncey Brewster Tinker, Young Boswell, 1922.
Frederick Albert Pottle, The Literary Career of James Boswell, 1929.
Frederick Albert Pottle, The Yale Edition of the Private Papers of James Boswell, New York, 1950.
Frederick Albert Pottle, James Boswell: The Earlier Years, 1740–1769, 1966.
Frank Brady, James Boswell: The Later Years, 1769–1795, 1984.