Jacopo RuffiniJacopo Ruffini (Genova, 22 giugno 1805 – Genova, 19 giugno 1833) è stato un patriota italiano, appartenente - come il fratello Giovanni - alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. BiografiaNato nello stesso giorno di Mazzini, era il figlio quartogenito di Bernardo, originario di Finalmarina (Finale Ligure), avvocato e fervente monarchico, ed Eleonora Curlo, appartenente ad una nobile famiglia di Taggia. Vide la luce nella zona del porto di Genova che si sviluppava intorno all'antica Strada Dritta al Molo (l'attuale via delle Grazie). Trascorse gli anni dell'infanzia ospite di uno zio canonico a Taggia per poi frequentare, ancora a Genova, il Collegio Reale della Santissima Annunziata. Nel 1819 iniziò l'attività di praticante in uno studio notarile e a vent'anni si laureò in legge. A Genova giunse a ricoprire la carica di vice presidente del Tribunale di Prefettura. Scontento di questa attività, decise di iscriversi alla facoltà di medicina, nella quale si laureò nel 1830 sotto la guida di Giacomo Mazzini, padre di Giuseppe. Fu frequentando i Mazzini che decise di aderire, nel 1829, alla Carboneria. Amico dell'armatore Raffaele Rubattino e del poeta Gian Carlo Di Negro, riuscì a portare avanti la sua attività cospirativa all'interno dei moti patriottici continuando la sua attività di assistente all'ospedale di Pammatone e compiendo viaggi nella zona di frontiera con la Francia per organizzare uomini e mezzi. La morte in carcere"Eccoci in cinque giovani, molto giovani, con assai scarsi mezzi e siamo chiamati ad abbattere un governo stabilito. Noi non possiamo contare che su altri aiuti che su quelli i quali potremmo da noi medesimi procrearci. Ho il presentimento che a pochi di noi sarà dato vivere per poter vedere la vittoria, ma il seme sparso fruttificherà dopo di noi e il pane gettato sopra le acque sarà di nuovo trovato." Jacopo Ruffini, durante il giuramento per la Giovine Italia, 1831. La polizia del Regno di Sardegna era riuscita a ricostruire la trama mazziniana che avrebbe dovuto portare all'invasione della Savoia e all'insurrezione di Genova di cui Jacopo Ruffini era l'organizzatore.[1] Secondo studi recenti, il suo arresto fu favorito dalla delazione di due furieri di fanteria, Sebastiano Sacco e Lodovico Turffs. In un primo momento sembrava che a tradirlo fosse stato l'amico e collega medico Giambattista Castagnino. Lapide commemorativaNella torre Grimaldina in sua memoria è posta la lapide con l'iscrizione: «Consacrò queste carceri il sangue di Jacopo Ruffini / mortovi per la fede italiana - 1833» Vie gli sono intitolate a Genova, Ventimiglia, Camogli e Taggia, città nella quale è ricordato anche nell'obelisco dedicato agli eroi taggesi. Note
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