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Con l'architetto Pierluigi Nicolin[2] dal 1976 al 1981 partecipò alla realizzazione della rivista Lotus International, episodio che introdusse l'importanza che la carta stampata e l'oggetto-libro hanno nella vita dell'architetto e che si concretizza in un'importante collezione personale[3].
All'inizio degli anni ottanta si trasferì a Parigi, per il progetto dell'allestimento museale del Musée d’Orsay, vinto con Gae Aulenti. L'esperienza del porre al centro di una riflessione più ampia il museo continuerà con il concorso, vinto nel 1985, per le nuove sale della Scuola Francese della Cour Carré del Louvre, inaugurate nel 1992, e con il recente Museo del Novecento a Milano (2002-2010)[4].
Durante i dieci anni passati in Francia vennero affrontate diverse scale del progetto, da quella urbana fino agli allestimenti per mostre, eventi ed istituzioni culturali[5]. Sempre in Francia, lavorò per il teatro, soprattutto con il regista Bernard Sobel. Nel 1988 per l'Hécube progettò una scenografia dove lo spazio specchiato e illuminato controluce ripeteva in maniera irreale le tribune del teatro greco[6].
Negli anni novanta Italo Rota cominciò a valutare un possibile ritorno in Italia. Tornò nel 1995 a Milano, città per la quale fu anche Assessore per la Qualità urbana (1995/1996) con la giunta Formentini.
Come Assessore disegnò la pedonalizzazione di Piazza Oberdan in accordo con l'allora consiglio di Zona 3. Il progetto prevedeva di chiudere al traffico l'ultimo tratto di viale Piave, di concentrare il traffico tra i caselli collegandoli con le parti laterali della piazza e la pedonalizzazione di via Spallanzani. Il Diurno Venezia doveva essere collegato con il mezzanino del metro. Rota disegnò personalmente le lampade stradali. Il progetto non fu mai realizzato perché dovette dimettersi per avere proposto come simbolo di Milano il Grillo Parlante di Luigi Ontani.[7] La pedonalizzazione di via Spallanzani fu poi realizzata nel 2000 dalla giunta Albertini ma la circolazione del traffico nella piazza rimase invariata e i caselli isolati dal traffico.
Tra la fine degli anni novanta e il 2005 videro la luce le mediateche di Anzola e San Sisto. Per lo stilista Roberto Cavalli, Italo Rota realizzò boutique[8] e club sparsi per il globo, oltre a una villa sulle colline fiorentine[9].
Progetti di landarchitecture, come la sistemazione urbana del centro di Nantes (1992-1995) e la promenade del Foro Italico a Palermo (2005), si alternarono ad altre realizzazioni come l'albergo Boscolo Exedra a Milano[10], il tempio indù di Lord Hanuman[11], il padiglione Ciudades de Agua per l'Expo di Saragozza del 2008, l'allestimento del Triennale Design Museum nel 2007, oltre al già citato Museo del Novecento[12], inaugurato nel dicembre 2010.
All'attività di architetto si affiancarono le collaborazioni con numerose aziende produttrici del design italiano, dove l'oggetto è parte integrata e integrante dello spazio progettato.
Italo Rota fu professore di progettazione presso l'Ecole d'Architecture UP8 Paris-Belleville (1987-1990), lo IED di Milano (1996-1998) e la Facoltà di Architettura di Ferrara (1998-2000). Tenne seminari in varie facoltà e scuole di Architettura tra cui: Columbia University, Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura di Losanna e Facoltà di Architettura di Ginevra.
Da ultimo fu Direttore del dipartimento di Design della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, e titolare di un workshop presso lo IUAV il cui tema di progetto definito dall'architetto era Memory Garden. Una club house dell'esotico[13].
Philoctète - Heiner Müller, testo francese di François Rey, scenografia: Italo Rota, costumi: Elisabeth Neumüller
Entre chien et loup ou La Véritable Histoire d'Ah Q - Christoph Hein, testo francese di François Rey, scenografia: Italo Rota, costumi: Agostino Cavalca
Progetti speciali
«Chi lo ha detto che per essere veri architetti bisogna per forza innalzare un tetto?»
Italo Rota, I Maestri dell'Architettura, [a cura di Anna Sartea], Hachette, San Giovanni Lupatoto (VR), 2009.
Italo Rota, Installation exhibit. Creating worlds through objects, [edited by Raffaella Poletti], Electa, Milano, 2009
[a cura di A. Boisi], Editoriale: Monografia Italo Rota, in: “Interni”, n.12, dicembre 2009, pag. 1 – 41.
Italo Rota. Projects, works, visions 1997 – 2007, a cura di Luca Molinari e Valeria Alebbi, Skira, Ginevra – Milano, 2008. ISBN 8876246401
Luca Molinari, Maciachini. Un inedito laboratorio urbano per Milano, Skira – Europa Risorse, Ginevra – Milano, 2008
Che Cosa è il Design Italiano? Le Sette Ossessioni del Design Italiano, [a cura di Silvana Annicchiarico e Andrea Branzi]; La Triennale di Milano, Triennale Design Museum – Electa; Verona, 2008
Good N.E.W.S. Temi e percorsi dell'architettura, [a cura di Fulvio Irace e Italo Rota], Triennale – Electa, Milano, 2006
Italo Rota, Not only buildings, 24 ore di cultura, 2000. ISBN 8871792440
^Da paolofabbri.it, su paolofabbri.it. URL consultato il 31 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2012).
^La Scéne moderne. Encyclopédie mondiale des arts du spectacle dans la seconde moitié du XXe siécle (1945-1995) , Éditions Carré-Actes Sud, Paris-Arles, 1997 pag. 300