IncotermsIncoterms, contrazione di international commercial terms, è la serie di termini contrattuali utilizzati nel campo delle importazioni ed esportazioni (contratti di compravendita nazionali e internazionali), valida in tutto il mondo, che definisce in maniera univoca ogni diritto e dovere competente ai vari soggetti giuridici coinvolti in un'operazione di trasferimento di beni da uno stato a un altro. L'edizione più recente è entrata in vigore il 1º gennaio 2020 e presenta 11 Incoterms. L'utilizzo di questi termini non è obbligatorio, d'altronde è fortemente consigliato per una maggiore standardizzazione dei contratti di compravendita. La scelta della resa da utilizzare è pattizia, ovvero lasciata in ogni caso alla contrattazione tra venditore e acquirente. StoriaI termini Incoterms sono stati ratificati dall'International Chamber of Commerce (ICC) e sono stati pubblicati originariamente in lingua inglese con traduzione autorizzata in altre 31 lingue da parte delle varie camere di commercio nazionali. La sua prima edizione risale al 1936[1] (l'ICC è stata fondata nel 1919); i termini sono stati poi rivisti nel 1953, 1967 e 1976 per poi passare a cadenza decennale, nel 1980, nel 1990, nel 2000 e nel 2010. Lo studio dell'ultima revisione, gli Incoterms 2020, è iniziata nel 2016, è stata pubblicata il 10 settembre 2019 in occasione del centenario dell'ICC ed è entrata in vigore il 1º gennaio 2020[2]. I terminiI vari tipi di resa vengono solitamente utilizzati con la sigla di tre caratteri stampatello maiuscolo che specifica come vengono suddivisi i dei costi tra i vari soggetti coinvolti. Quest'ultima va sempre corredata dal nome di un luogo convenuto e, per evitare confusioni, va sempre puntualizzata l'edizione Incoterms utilizzata tramite l'anno, e.g. "CIP: Tokyo Port as per Incoterms® 2020"[2]. Esistono dei modelli standard del contratto di compravendita internazionale, tra cui uno dell'ICC[3]; simili contratti di solito sono in inglese o bilingue. I soggetti coinvoltiNel trasporto di ogni materiale tra due nazioni diverse sono coinvolti di norma diversi soggetti (da tre a cinque):
Rappresentazione schematicaIl trasferimento di un materiale da partenza ad arrivo può essere diviso schematicamente in blocchi che coinvolgono:
Il mezzo di trasporto può appartenere al venditore, all'acquirente o può essere di una terza parte con cui si stringe un contratto per fornire il servizio di trasporto. Colui che offre il servizio di trasporto in qualità di parte terza (contratto di spedizione tra venditore, parte terza e/o compratore) è chiamato "vettore" o "spedizioniere". Le versioni delle IncotermsIncoterms 2000La necessità di stabilire delle regole chiare, in merito a quali siano i diritti/doveri e su chi debba assumersi le diverse spese, è sfociata in una serie di sigle ben specifiche. Quest'ultime sono divise nei seguenti gruppi:
Schema dei costi (2000)I costi che sono a carico del venditore in base alle varie rese:
Incoterms 2010Con la nuova revisione è stata specificata la divisione dei termini in base a soli due gruppi, utilizzabili in funzione del mezzo di trasporto impiegato: le rese FAS, FOB, CFR e CIF sono destinate in esclusiva ai trasporti marittimi mentre le restanti a qualsiasi altro tipo di trasporto. La classificazione in questione sostituisce la precedente, la quale raggruppava le rese in quattro differenti gruppi dipendenti dalle suddivisioni dei costi tra venditore e acquirente. Le ulteriori modifiche di maggior rilievo, introdotte con l'edizione 2010, riguardano la riorganizzazione di quello che era il gruppo "D". Si riscontra l'abolizione delle sigle DAF, DES, DEQ e DDU e la conseguente introduzione delle loro sostitute DAP (Delivered At Place) e DAT (Delivered At Terminal)[4]. Regole valide per ogni tipo di mezzo e tipo di trasporto (trasporto multimodale) e assicurazione richiesta
Regole valide per il solo trasporto marittimo (marittimo, fluviale, lacustre)
Schema dei costi (2010)I costi che sono a carico del venditore in base alle varie rese (in grassetto i termini validi per tutti i tipi di trasporto):
*assicurazione obbligatoria, livello di copertura C al 110% del valore della merce di default Incoterms 2020I termini previsti sono rimasti 11, tuttavia il termine DAT (Delivered At Terminal) è stato rinominato DPU (Delivered At Place Unloaded). Con tale modifica si intende sottolineare che il luogo di destinazione può essere qualsiasi e quindi non necessariamente un "terminal" (ovviamente, se il luogo di destino non è un terminal, il venditore deve assicurarsi che vi sia la possibilità tecnica di scaricare la merce). Inoltre, è stato invertito l'ordine in cui i termini vengono presentati (il DAP viene riportato prima del DPU, mentre negli Incoterms 2010 il DAT veniva riportato prima del DAP) ed è stato innalzato il livello di copertura assicurativa nel termine CIP (da livello C, il più basso, a livello A, avente la copertura più alta, il costo più alto e un rischio minore)[2]. Gli Incoterms 2020 sono affiancati da una lista di 10 obblighi (o "obbligazioni"), rischi e costi da parte del venditore (articoli A1-A10), così come da altrettanti obblighi pressoché identici destinati all’acquirente (B1-B10). I dieci articoli, suddivisi quindi in due sezioni, riguardano in ordine: A/B1) General obligations, obbligazioni generali (dettagli a parte, di base il venditore deve preparare la merce e la fattura; il compratore deve pagare la fornitura). A/B2) Delivery e Taking delivery, consegna e presa in consegna ("delivery" implica il passaggio dei rischi da venditore/seller a compratore/buyer). A/B3) Transfer of risks, trasferimento dei rischi. A/B4) Carriage, trasporto (è il primo "ancillary contract"). A/B5) Insurance, assicurazione (è il secondo "ancillary contract"). A/B6) Delivery document e Transport document, documento di consegna e documento di trasporto. A/B7) Export clearance e Import clearance, sdoganamento all’export e sdoganamento all'import. A/B8) Checking/Packaging/Marking, controllo/imballaggio/marcatura. A/B9) Allocation of costs, allocazione/ripartizione/suddivisione dei costi. A/B10) Notices, avvisi/notifiche[2]. Schema dei costi (2020)I costi che sono a carico del venditore in base alle varie rese (termini validi per tutti i tipi di trasporto):
L'assicurazione della merce e il clausolario Institute Cargo Clause (Incoterms 2010 e 2020)Negli Incoterms la parte assicurativa viene chiaramente citata solo in due rese, CIF e CIP, dove viene indicata come un costo a carico del venditore. Nelle versioni più recenti degli Incoterms, da quella del 2010[5] a quella del 2020[6], le regole minime in merito alla copertura sono state maggiormente esplicitate, lasciando peraltro facoltà di stipula di ogni altra assicurazione aggiuntiva laddove non sia prevista o sia facoltativa. I tre livelli di copertura usuali (a prescindere che l'assicurazione sia stipulata dal venditore o dal compratore) sono indicati con tre lettere in stampato: A, B, C. Gli stessi sono quelli promossi dall’Institute of London Underwriters, dalla Lloyd’s Market Association LMA, dalla International Underwriting Association IUA e simili. La clausola CIF ha di default il livello C, mentre la CIP negli Incoterms 2020 ha di default il livello A (precedentemente livello C).
Nessuno dei livelli precitati copre i rischi di guerra, di terrorismo e di sciopero[5]. Note
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