Il romanzo fu pubblicato dapprima a puntate sulla rivista letteraria francese Magasin d'Éducation et de Récréation dal 20 dicembre 1865 al 5 dicembre 1867; il 23 giugno 1868 fu pubblicato in un volume triplo dall'editore Hetzel[2].
Trama
«Il 26 luglio 1864, sotto un forte vento da nord est, un magnifico yacht stava solcando a tutto vapore le acque del Canale del Nord. In cima all'albero di mezzana sventolava la bandiera inglese mentre in punta a quello di maestra sventolava un vessillo triangolare azzurro recante le iniziali E.G. ricamate in oro e sormontate da una corona ducale. Lo yacht si chiamava Duncan e apparteneva a Lord Glenarvan...»
(incipit de I figli del capitano Grant, traduzione di Luciano Tamburini, I Millenni, Einaudi, 1995, p.5)
Nel luglio 1864, durante una gita di Lord e Lady Glenarvan a bordo del loro yachtDuncan, viene catturato al largo di Glasgow uno squalo nel cui stomaco è rinvenuta una bottiglia con all'interno alcuni fogli scritti. Dall'esame delle poche parole leggibili si comprende che la bottiglia era utilizzata dal capitano scozzese Grant, comandante della nave Britannia, per veicolare una richiesta di aiuto dopo il naufragio della nave. Nel messaggio è indicata la latitudine (37° 11'[3]) del luogo in cui è naufragato il Britannia, ma l'indicazione della longitudine è stata cancellata dall'acqua di mare penetrata nella bottiglia.
Lord Glenarvan decide di partire alla ricerca del capitano Grant col suo yacht Duncan, guidato dal giovane comandante John Mangles. Fanno parte della spedizione lady Helena Glenarvan, il maggiore Mac Nabbs e i due figli del capitano Grant: la sedicenne Mary e il dodicenne Robert. Si unirà a costoro il cartografo francese Jacques Paganel, imbarcatosi distrattamente sul Duncan anziché su una nave diretta in India. Si fa rotta dapprima per il Sud America (la Patagonia, l'isola Tristan da Cunha, l'isola Amsterdam) e successivamente per l'Australia e per le isole dell'Oceano Pacifico. L'Australia è descritta nel romanzo come una terra vergine e aspra, come appariva ancora agli europei a metà del XIX secolo.
In Australia trovano il precedente quartiermastro del Britannia, Ayrton, che si offre di condurli al sito del naufragio. Sfortunatamente Ayrton, il cui vero nome è Ben Joyce, è un traditore che non era presente durante il naufragio del Britannia, ma che era stato abbandonato in Australia in seguito ad un tentativo di ammutinamento allo scopo di trasformare il Britannia in una nave pirata. Ayrton tenta di impossessarsi anche del Duncan, ma per sua sfortuna anche questo tentativo fallisce.
Ayrton, fatto prigioniero, si offre di scambiare quello che sa del capitano Grant in cambio dell'essere abbandonato su un'isola deserta, invece di essere consegnato alle autorità inglesi. Il Duncan fa rotta per l'Isola Tabor, che per pura fortuna si rivela essere il riparo del capitano Grant. Qui Ayrton viene abbandonato perché riguadagni la sua umanità nella solitudine; ritroveremo Ayrton nel terzo ed ultimo capitolo della trilogia verniana, L'isola misteriosa.
Cap.24: Nel quale si continua a fare la vita degli uccelli
Cap.25: Tra il fuoco e l'acqua
Cap.26: L'Atlantico
Parte seconda
Cap.1: Ritorno a bordo
Cap.2: Tristan da Cunha
Cap.3: L'isola Amsterdam
Cap.4: Scommessa tra Jacques Paganel e il maggiore MacNabbs
Cap.5: Le furie dell'Oceano Indiano
Cap.6: Capo Bernouilli
Cap.7: Ayrton
Cap.8: La partenza
Cap.9: La provincia di Victoria
Cap.10: Wimmerra River
Cap.11: Burke e Stuart
Cap.12: La linea ferroviaria Melbourne-Sandhurst
Cap.13: Un primo premio in geografia
Cap.14: Le miniere di monte Alexander
Cap.15: «Australian and New-Zealand Gazette»
Cap.16: Nel quale il maggiore sostiene trattarsi di scimmie
Cap.17: Gli allevatori milionari
Cap.18: Le Alpi australiane
Cap.19: Colpo di scena
Cap.20: Aland Zealand
Cap.21: Quattro giorni d'angoscia
Cap.22: Eden
Parte terza
Cap.1: Il Macquarie
Cap.2: Il passato della terra in cui si va
Cap.3: Le stragi della Nuova Zelanda
Cap.4: I frangenti
Cap.5: Marinai improvvisati
Cap.6: Nel quale si teorizza sul cannibalismo
Cap.7: Nel quale si sbarca su una terra che era meglio evitare
Cap.8: La situazione del paese
Cap.9: Trenta miglia a nord
Cap.10: Il fiume nazionale
Cap.11: Il lago Taupo
Cap.12: Le esequie d'un capo maori
Cap.13: Ultime ore
Cap.14: La montagna tabù
Cap.15: Le maniere forti di Paganel
Cap.16: Tra due fuochi
Cap.17: Come mai il Duncan incrociava sulla costa orientale della Nuova Zelanda
Cap.18: Ayrton o Ben Joyce?
Cap.19: Un affare
Cap.20: Un grido nella notte
Cap.21: L'isola Tabor
Cap.22: L'ultima distrazione di Jacques Paganel
Adattamenti
Teatro
Lo stesso Verne scrisse, in collaborazione con Dennery, il dramma Les enfants du capitaine Grant in un prologo e quattro atti, musica di Jean-Jacques-Joseph Debillemont,[5] rappresentato nel 1878[6]
(FR) Les enfants du capitaine Grant: voyage autour du monde, 3 voll. (Vol. I: Amérique du Sud; Vol. II: Australie; Vol. III: Océan Pacifique), Collection Bibliothèque d'éducation et de récréation, Paris, J. Hetzel, 1868.
I figli del capitano Grant: viaggio intorno al mondo, 3 voll. (vol. I: L'America del Sud; vol. II: L'Australia meridionale; vol. III: L'Oceano Pacifico), Collezione Viaggi straordinari, Milano, Tipografia editrice lombarda (già D. Salvi e c.), 1873.
I figli del capitano Grant, traduzione di Tito Roberto Blanche, Sesto San Giovanni-Milano, A. Barion, 1931.
I figli del capitano Grant: viaggio intorno al mondo. America del Sud, Australia, Oceano Pacifico, traduzione di Tito Roberto Blanche, revisione di Antonio Agnesti e Piero Nicola, 2 voll., Collana Hetzel n.9-10, Milano, Mursia, 1966.
I figli del capitano Grant, traduzione di Ginetta Vittorini, Collana L'Elefante n.4, Milano, Longanesi, 1971.
I figli del capitano Grant, traduzione di e cura di Luciano Tamburini, introduzione di Michel Butor, Collana i millenni, Torino, Einaudi, 1995, ISBN88-06-13924-X.
Note
^Luciano Tamburini, «I tre fili d'Arianna», in I figli del capitano Grant, Millenni Einaudi, Torino, 1995, p.XLII
^Piero Gondolo della Riva,Bibliographie analytique de toutes les œuvres de Jules Verne; préface de Jean Jules-Verne, Paris: Société Jules Verne, Vol. I (Oeuvres romanesques publiées), 1977, pp. 20-22
Alfredo Fabietti, Figli del capitano Grant (I), Les enfants du capitaine Grant, in Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature, collana Opere (Fav-Isa), vol. 4, Milano, Bompiani, 2005, pp. 3443-3444, ISBN88-452-3233-6.
Un prete nel 1839 (1846; pubbl. 1991) ·Jédédiah Jamet o la storia di una successione (1847 circa; pubb. 1991) ·Viaggio a ritroso in Inghilterra e in Scozia (1859; pubbl. 1989) ·Parigi nel XX secolo (1861; pubbl. 1994) ·[Felici miserie di] Tre viaggiatori in Scandinavia (1861, pubbl. 2003) ·L'Oncle Robinson (1869-70; pubbl. 1991)
L'eterno Adamo (anche Édom; 1910) ·Il destino di Jean Morénas (rifacimento di Michel Verne della novella Pierre-Jean, 1852 circa; pubbl. 1910) ·La sede di Roma (1854 circa; pubbl. 1993) ·Le Mariage de M. Anselme des Tilleuls (1855 circa; pubbl. 1982) ·San Carlos (1856 circa; pubbl. 1993)