High Energy Transient Explorer
L'High Energy Transient Explorer (HETE), a volte citato anche come Explorer 79, è un satellite della NASA non più attivo, realizzato con una partecipazione internazionale, principalmente di Francia e Giappone. Dopo un primo esemplare andato perso in un lancio fallimentare nel novembre 1996, il satellite è stato poi messo in orbita nell'ottobre del 2000, come parte del programma Explorer. Scopo principale della missione dell'HETE è stato quello di condurre il primo studio in più lunghezze d'onda dei lampi gamma utilizzando i propri rilevatori di radiazioni UV, raggi X e raggi gamma. Capacità unica della missione HETE era quella di localizzare i lampi gamma con un'accuratezza di ~10 arcosecondi e di trasmettere i dati della posizione direttamente a un insieme di antenne situate presso diversi osservatori a terra, dando così la possibilità di effettuare rapide osservazioni nelle bande delle onde radio, dell'infrarosso e della luce visibile. Il primo satellite, battezzato HETE-1, fu progettato e realizzato dalla AeroAstro Inc. di Herndon, mentre il secondo satellite, l'HETE-2, fu realizzato, sul medesimo progetto e con lievi modifiche agli strumenti e ai pannelli solari, dal MIT. Dopo aver raggiunto i suoi obbiettivi, che hanno portato alla conferma della teoria che associa i lampi gamma al collasso di stelle giganti rotanti in un buco nero, l'HETE-2 è stato posto fuori operatività nel marzo 2008. Struttura e progettoLe prime discussioni sulla progettazione di un osservatorio spaziale in grado di osservare lampi gamma su un ampio intervallo spettrale furono effettuate nel 1981 in una conferenza a Santa-Cruz, quando si evidenziò l'importanza della localizzazione precisa di questi eventi di breve durata per poterne studiare l'origine. Nel 1986, poi, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) assieme a un gruppo di altri enti internazionali, fece una prima proposta concreta del progetto da realizzare e, nel 1989, la NASA accettò di finanziare la missione come parte del suo programma Explorer, con l'obbiettivo di localizzare accuratamente la fonte dei lampi gamma e quindi di aiutare a risolvere il mistero che circondava questo fenomeno astronomico. La costruzione del satellite fu quindi affidata alla AeroAstro mentre lo sviluppo delle telecamere ottiche e ai raggi X viene destinato al MIT, il quale era anche responsabile della missione. Altri strumenti, poi, vennero realizzati dal francese Institut de recherche en astrophysique et planétologie e dal nipponico RIKEN.[6] Il risultato fu un satellite del peso di 124 kg a forma di parallelepipedo e inscrivibile in un cilindro di altezza pari a 89 cm per 66 cm di diametro. L'energia era fornita al satellite da quattro pannelli solari dispiegabili che garantivano un totale di 168 W immagazzinati in una batteria nichel-cadmio. Il sistema di comunicazione principale operava in banda S con cinque doppie antenne a microstriscia, mentre un trasmettitore radio funzionante nel campo VHF trasmetteva in tempo reale il rilevamento di lampi gamma tramite un'antenna whip (frustino) attaccata ai pannelli solari, in modo che esso fosse immediatamente preso in esame dagli osservatori terrestri.[7] Strumentazione scientificaL'HETE-2 disponeva di tre strumenti per l'analisi dei raggi gamma e X. Tali strumenti avevano un identico campo visivo di 1,5 steradianti, erano in grado di comunicare tra loro al fine di coordinare le osservazioni e, nel dettaglio, erano:[8]:
ObbiettiviGli obbiettivi prefissati per la missione HETE erano:[9]
Lancio e operativitàIl primo satellite HETE, rinominato HETE-1, fu distrutto durante la fase di lancio. Il razzo vettore Pegasus, portato in quota il 4 novembre 1996 da un B-52 Stratofortress, raggiunse con successo l'orbita prefissata ma i bulloni esplosivi che avrebbero dovuto separare l'HETE-1 da un altro satellite, l'argentino SAC-B, e dalla copertura protettiva, non funzionarono, portando alla perdita di entrambi i satelliti. Si verificò in seguito che il tutto fu dovuto al fatto che una batteria del terzo stadio deputata ad alimentare tale sistema di scoppio aveva ceduto durante la fase di ascesa del Pegasus. I due satelliti rientrarono poi nell'atmosfera terrestre, distruggendosi, il 7 aprile 2002. Un altro satellite, quasi del tutto simile al precedente e battezza HETE-2, fu dunque lanciato il 9 ottobre 2000. Questa volta il Pegasus riuscì a immettere il satellite nell'orbita geocentrica prestabilita a 625 km di altezza. Qui il satellite era stabilizzato su una posizione fissa, con una precisione di due gradi, attraverso l'ausilio di tre bobine magnetiche e di una ruota di reazione. Le differenza maggiore tra questo satellite e il precedente risiedeva nel fatto che la fotocamera per le frequenze ultraviolette era stata rimpiazzata da una fotocamera per le frequenze X supplementare, l'SXC. A cominciare dal 2006, il continuo degradarsi delle batterie portò a una forte riduzione dell'efficienza degli strumenti e fu possibile condurre le osservazioni solo in maniera sporadica, fino a che, nel marzo 2008, l'operatività del satellite cessò del tutto.[10] Risultati scientificiFra i vari risultati ottenuti dalla missione di HETE-2 si possono citare:
Note
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