Guiscardo di PietrasantaGuiscardo di Pietrasanta (Milano, ... – Orvieto, 1264) è stato un politico italiano. BiografiaGuiscardo di Pietrasanta apparteneva a una numerosa famiglia dell’aristocrazia milanese.[1] Figlio di Pagano e nipote di Pietro, di lui non è nota la data di nascita. La più antica notizia di Guiscardo di Pietrasanta risale al 1247 quando, insieme agli zii Guido e Gabrio, è catturato da armati genovesi a Portovenere, condotto a Genova, poi scambiato con prigionieri detenuti a Milano e così fa ritorno in patria. La fama dal padre e dal nonno funge per lui da garanzia, evidentemente unita a una preparazione adeguata di cui anch’egli deve aver dato prova. Guiscardo è così chiamato all’incarico di podestà[2] a Novara nel 1250-51 e l'anno seguente dell’importante sede di Genova. Prende così avvio la breve, ma intensa attività politica di Guiscardo di Pietrasanta, che ricopre la carica podestarile a Firenze nel 1254.
Nel 1258 è protagonista dell’unico suo incarico importante a Milano, quando vi svolge un ruolo equilibrato e neutrale in occasione della cosiddetta pace di Sant’Ambrogio. In questa occasione viene invitato ad unirsi alla delegazione paritaria di aristocratici e popolari che avrebbe dovuto chiedere al papa Alessandro IV di legittimare l’accesso dei popolari alle più alte cariche della gerarchia ecclesiastica ambrosiana. Ai primi del 1259 è in carica come podestà a Piacenza, mentre nella seconda metà dell’anno, e probabilmente anche nella prima parte del 1260, è a capo del Comune di Firenze. Nel 1261 è nuovamente podestà a Lucca e vi rimane l’anno successivo con il titolo di Capitano del Popolo, in una fase molto travagliata della vita della città, soprattutto per i ricorrenti scontri bellici con Pisa per il controllo di vaste aree e luoghi strategici del contado. L’ultima parte della vita politica di Guiscardo avviene nell’ambito dell’amministrazione pontificia.
Ma questo incarico determinerà la sua tragica fine. L'azione papale per affermare la sovranità della Chiesa su Bisenzio e sui territori circostanti il lago di Bolsena conduce a uno scontro armato contro le riluttanti Signorie locali e in particolare con Giacomo, Nicolò e Tancredi, feudatari Signori di Bisenzio. Giacomo è catturato, condannato e liberato in cambio della sua rinuncia. Nicolò[4], sapendolo in viaggio da Montefiascone a Canino, presso Orvieto tende un'imboscata al Pietrasanta, lo uccide e ne fa scempio. Mentre Nicolò muore pochi giorni dopo per le ferite riportate nell'agguato, Giacomo e Tancredi riescono a fuggire e a sottrarsi alla condanna del papa. ![]() fonte battesimale, San Vincenzo in prato (già nella Chiesa di San Nazaro in Pietrasanta) Figlio di Guiscardo era Pagano, che è stato Capitano del popolo a Firenze nel 1288. La sua tomba è custodita nel portico della Basilica di Sant'Ambrogio a Milano. Il coperchio del sarcofago in granito riporta lo stemma della famiglia[5] e l'epitaffio: "Qui giace Pagano di Pietrasanta cavaliere e capitano dei Fiorentini, il quale morì nell’anno del Signore milletrecento, al cui funerale intervennero quattro cardinali". Note
Bibliografia
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