Guido Moroni CelsiGuido Moroni Celsi (Roma, 1885 – Napoli, 1962) è stato un illustratore e fumettista italiano, autore del primo fumetto italiano avventuroso di fantascienza, S.K.1 e di una serie di volumi illustrati del ciclo malese di Emilio Salgari, considerato uno dei maestri del fumetto italiano.[1][2][3][4][5] BiografiaEsordì come disegnatore satirico usando lo pseudonimo di Stern sul giornale bolognese Il Mulo; poi collaborò con altre pubblicazioni come La Lettura, Ma chi è?, Numero, Bianco e Nero, Il Pasquino, e saltuariamente col Corriere dei Piccoli sul quale pubblicò storie con il personaggio di Coso ideato nel 1913; altri lavori realizzati e pubblicati in questo periodo furono "L’Album di Pippo-Pupo", inserito come allegato ne Messaggero dei piccoli e alcune illustrazioni per pubblicazioni come Novellino, Il Cartoccino dei Piccoli e Il Balilla; dopo un breve periodo nel quale si occupa di pubblicità, nel 1930 riprende la collaborazione col Corriere dei Piccoli realizzando tavole autoconclusive delle serie Barbanera e Zefirino, Grillo, Pupazzina e Pupazzetto, Tulipano Spaghettino e Brio Balilla; collabora anche con la Utet realizzando illustrazioni per romanzi come I figli del capitano Grant, Ventimila leghe sotto i mari e L'isola del tesoro.[1][2][3] Dal 1935 si dedica anche a fumetti di genere avventuroso pubblicando su I tre porcellini la saga western Ulceda la figlia del Gran Falco della prateria, e poi su L'Avventuroso le storie Il negriero, La prigioniera del Ras e Il tesoro degli indiani Lupai. Poi, dal 1936 al 1941, pubblica su Topolino della Mondadori alcune trasposizioni a fumetti di romanzi di Salgari come I misteri della giungla nera, Le due tigri, Le tigri di Mompracem, Il bramino dell'Assam, La caduta di un impero, La rivincita di Yanez e Sandokan alla riscossa, realizzando quella che verrà ritenuta la sua opera maggiore.[3][5][6] Nel 1938 verranno ripubblicati all'interno della collana Albi di Salgari dallo stesso editore. Dal 1937 al 1938 realizza e pubblica su I tre porcellini, S.K.1, quello che viene ritenuto il primo fumetto italiano avventuroso di fantascienza.[1][2] Durante la Seconda guerra mondiale venne colpito da infermità, ritirandosi dall'attività di disegnatore. Nel 1951 recitò come caratterista nel film La vendetta dell'Aquila Nera.[3] Note
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