Guido Carestiato
Guido Carestiato (Favaro Veneto, 17 gennaio 1911 – Varese, 8 dicembre 1980) è stato un aviatore e militare italiano, che in qualità di Maresciallo pilota della specialità caccia, partecipò alla guerra civile spagnola dove fu decorato con una Medaglia d'argento al valor militare. Congedatosi dalla Regia Aeronautica nel 1939 venne assunto presso la ditta Aeronautica Macchi di Varese, dove in qualità di pilota collaudatore eseguì personalmente il primo volo di almeno una decina di prototipi, tra cui i caccia Macchi C.202 Folgore, C.205 Veltro e C.205N Orione[1]. BiografiaNacque a Favaro Veneto il 17 gennaio 1911,[2] e si arruolò in giovane età nella Regia Aeronautica con la qualifica di sergente pilota di complemento, conseguendo quella di pilota militare a Cameri il 27 luglio 1929.[2] Al termine del servizio di leva fu trattenuto in servizio, destinato al 7º Gruppo Assalto. Nel settembre 1933 venne trasferito al 1º Stormo Caccia Terrestre di stanza sull'aeroporto di Campoformido, allora considerato uno dei migliori reparti della Regia Aeronautica per quanto riguardava l'addestramento acrobatico.[2] Le Olimpiadi di BerlinoNel luglio 1936 dovevano tenersi a Berlino i Giochi Olimpici, che prevedevano tra le discipline ammesse per quell'edizione dal Comitato Olimpico Internazionale anche il volo acrobatico puro.[3] Il Regio Aero Club d'Italia, in ricordo del successo conseguito da Mario Stoppani ad Anversa nel 1920, si rivolse alle Regia Aeronautica per la designazione dei piloti che dovevano esibirsi, e alla casa costruttrice Breda per la fornitura dei velivoli adatti.[3] Il 10 luglio i migliori "piloti solisti" degli Stormi da Caccia vennero convocati sull'aeroporto di Bresso per la gara di selezione.[3][N 1] Dopo tre giornate di gara vennero designati a rappresentare l'Italia i seguenti piloti: capitano Ercolano Ercolani, capitano Mario Viola, sergente maggiore Guido Carestiato.[3][N 2] sotto la direzione dell'ingegnere Ambrogio Colombo iniziarono subito otto giorni di intensissimi allenamenti sui quattro velivoli Breda Ba.28 appositamente allestiti per l'occasione, alla ricerca delle migliori acrobazie da esibire durante la gara.[3] La partenza per Berlino dei quattro aerei avvenne nel mese di luglio.[N 3] Carestiato ed il Sergente Ugo Corsi si distinsero subito dagli altri mettendosi in volo rovescio subito dopo il decollo, scommettendo che avrebbero raggiunto in quella posizione Bolzano. Purtroppo durante il volo l'aereo di Corsi ebbe un problema al propulsore, e dovette atterrare in emergenza su una striscia erbosa tra le montagne circostanti.[3] Sostituito il motore a tempo di record[N 4] anche il quarto velivolo raggiunse Bolzano, da dove la formazione partì per la Germania il 26 luglio.[3] Sul campo d'aviazione militare di Berlino-Rangsdorf,[3] raggiunto dopo uno scalo tecnico a Monaco di Baviera,[3] gli aviatori italiani trovarono le squadre di altre cinque nazioni.[N 5] le gare iniziarono il giorno 29,[4] e dopo tra giorni la classifica finale vide: La classifica finale[4] vide vincitore il pilota tedesco Otto von Hagenburg con 658,83 punti, seguito dai cecoslovacchi Petr Široký (651,41 punti) e František Novák (641,66 punti),[4] mentre gli italiani si piazzarono al 9º posto (Ercolani con 544,50 punti),[N 6] 10° (Viola, 516,82 punti) e 11° (Carestiato, 487,33 punti),[4] penalizzati dal fatto che gli aerei erano normali addestratori di linea, per quanto adattati, mentre gli altri piloti disponevano di macchine espressamente costruite per l'acrobazia.[4][N 7] La squadra italiana rientrò in Italia il 4 agosto, dopo uno scalo tecnico sull'aeroporto civile di Lipsia.[5] La guerra civile spagnola e la seconda guerra mondialeAll'inizio dell'agosto 1936 partì per la Spagna, con il nome fittizio di "Efisio Ciarrotti",[6] assegnato alla Squadriglia Mussolini del X Gruppo Caccia di stanza alle isole Baleari.[2] Il 28 agosto abbatté sopra Cala Morleda con il proprio caccia Fiat CR.32, dopo un breve combattimento, un idrovolante repubblicano Savoia-Marchetti S.62.[6] Durante il breve ciclo di operazioni belliche si guadagnò l'assegnazione di una Medaglia d'argento al valor militare.[2] Nel 1937,[2] insieme ad altri piloti[N 8] del 1º Stormo compì il periplo del Sud America, che prevedeva tappe a Lima (Perù, manifestazione intitolata a Geo Chavez), Santiago del Cile, Buenos Aires, Montevideo, Rio de Janeiro e San Paolo.[2] Nell'aprile 1939 si congedò definitivamente dalla Regia Aeronautica con il grado di Maresciallo, per essere subito assunto all'Aeronautica Macchi di Varese con il ruolo di pilota collaudatore.[2] Durante la seconda guerra mondiale svolse prettamente l'attività di collaudo dei nuovi apparecchi appena usciti di fabbrica (i cosiddetti voli officina), ma il 24 ottobre 1942,[7] durante un'incursione su Milano[7] effettuata da 88[8] bombardieri Avro Lancaster[N 9] della Royal Air Force, non esitò a decollare da solo a bordo di un caccia Macchi M.C.202 per affrontare gli incursori. Dopo aver intercettato un bombardiere[N 10] lo attaccò fino ad esaurire le munizioni delle due mitragliatrici Breda SAFAT da 12,7 mm, rientrando velocemente alla base dove si rifornì per ridecollare nuovamente, questa volta in coppia con un altro velivolo. Con i bombardieri ormai irraggiungibili atterrò definitivamente al Campo della Promessa di Lonate Pozzolo alle 18:40.[2] In qualità di pilota civile egli non era affatto tenuto ad andare in combattimento, e non potendo essere decorato con una nuova Medaglia d'argento al valor militare ricevette un encomio solenne da parte della Direzione Costruzioni Aeronautiche di Milano.[2] Durante il suo servizio presso la ditta Aermacchi effettuò personalmente il primo volo di circa una decina di prototipi,[N 11] tra cui quelli dei caccia Macchi M.C.201, Aermacchi C.202 Folgore,[1] C.205 Veltro e C.205N Orione, dell'addestratore a elica Aermacchi MB.323, di quello a reazione Aermacchi MB-326 e dell'idrovolante plurimotore da trasporto civile Macchi M.C.100. Nel 1948 conquistò il 1º Giro aereo d'Italia su velivolo da turismo Aermacchi MB.308,[2] e nel 1961 il record mondiale di altitudine di categoria a bordo di un MB-326. Si ritirò definitivamente verso la fine del 1971, dopo aver totalizzato almeno 5.600 ore di volo su 70 tipi differenti di velivoli, ed aver collaudato personalmente oltre 1.800 aerei di serie.[2] Si spense a Varese l'8 dicembre 1980.[2] Onorificenze«Volontario in una missione di guerra combattuta per un supremo ideale, affrontava ardimentosamente le più ardue prove, dando costante esempio di sereno sprezzo del pericolo e di alto valore. Cielo di Spagna, 12 aprile 1937.»
NoteAnnotazioni
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