Guglielmo II Talvas
Guglielmo II Talvas in francese: Guillaume II Talvas de Bellême (... – 1052 circa) è stato un nobile normanno, Signore di Bellême e signore d'Alençon, dal 1031 circa alla sua morte. OrigineSecondo il Extrait de la Chronique Manuscrite de Normandie, Guglielmo era il figlio quartogenito del Signore di Bellême e d'Alençon, Guglielmo I e di Matilde di Condé-sur-Noireau[2], pare discendente da Ganelone[2]. BiografiaSecondo il Extrait de la Chronique Manuscrite de Normandie, suo padre, Guglielmo aveva ricevuto la signoria del castello d'Alençon dal duca di Normandia[2]; molto probabilmente lo aveva ricevuto da Riccardo il Buono, detto anche Riccardo l'Irascible, oppure dal figlio, Riccardo III. Nel periodo che era duca di Normandia, Riccardo III (1026 - 1028), secondo il Cartulaire de Marmoutier pour le Perche, suo padre, Guglielmo (o forse Guglielmo Talvas) fondò la chiesa di san Leonardo di Belleme[5]. Alla morte del duca di Normandia, Riccardo III, causa veleno, secondo il monaco e cronista inglese, Orderico Vitale, (Richardus III veneno, non plene biennio peracto, periit)[6], come duca di Normandia, gli succedette il fratello Roberto il Magnifico, detto anche Roberto il Diavolo, conte di Hiesmois, come conferma ancora Orderico Vitale[6]. Secondo il Extrait de la Chronique Manuscrite de Normandie, suo padre, Guglielmo I si rifiutò di obbedire a Riccardo, che lo convocò[2]; Guglielmo rifiutò e Riccardo si presentò davanti al castello d'Alençon e lo conquistò[2]; allora Guglielmo I gli si presentò a piedi nudi, con una sella sulle spalle, facendo atto di sottomissione: Riccardo, a tal vista lo perdonò[2]. Questo avvenimento viene ricordato anche da Guglielmo di Jumièges[7] e nella Histoire des Normands[8]. Ancora secondo il Extrait de la Chronique Manuscrite de Normandie, Guglielmo, nonostante avesse ottenuto il perdono, rimase ostile a Roberto[2] e spinse i figli, Folco e Roberto ad attaccare il duca, Roberto[2]; ma nella battaglia del Blavon, subirono una sconfitta e Folco fu ucciso da un colpo di lancia[2], mentre Roberto ferito, riuscì a fuggire, mentre i loro uomini furono in gran parte uccisi[2]; questi avvenimenti sono raccontati anche nella Histoire des Normands[9]. Questo avvenimento viene ricordato anche da Guglielmo di Jumièges, che precisa che la battaglia si svolse al salto del Blavon e, che, appresa la notizia, poco dopo, Guglielmo morì[7]. Secondo il Annuaire-Bulletin de la société de l´histoire de France, Année 1867, 2ème partie, pp. 1-160 del Delisle (non consultato), Guglielmo, nel 1042, fu tra i testimoni di una donazione del duca di Normandia, Guglielmo II[12]. Guglielmo di Jumièges descrive Guglielmo Talvas come un individuo crudele e protervo, tanto che la sua prima moglie, Hildeburga, timorata di Dio, non approvava il comportamento del marito, e Guglielmo la detestava fortemente[11]; e, un giorno che lei si era recata in chiesa a lamentarsi del marito, Guglielmo la fece prontamente strangolare per la strada da due suoi tirapiedi (a duobus parasitis in via feci eam subitò strangulari)[11]. Durante l'esilio Guglielmo sposò la propria figlia, Mabel e ottenne asilo da proprio genero Ruggero II di Montgomery[15]. Il figlio Arnolfo governò per poco, in quanto fu trovato nel suo letto strangolato, sembrerebbe da un suo fratellastro, Oliviero (ab Olivaro germano suo)[14]. Dopo la morte del figlio, Guglielmo rientrò nei suoi possedimenti[15]. Non si conosce l'anno esatto della sua morte, lasciando tutti i suoi domini alla figlia, Mabel, ed al genero[16]. Matrimoni e discendenzaSecondo la Historiae Normannorum scriptores antiqui, Guglielmo aveva sposato, in prime nozze, Hildeburga, figlia di Arnolfo (Hildeburgem quippe filiam Arnulfi)[11]. Guglielmo da Hildeburga ebbe due figli[12]:
Sempre secondo la Historiae Normannorum scriptores antiqui, Guglielmo aveva sposato, in seconde nozze, una figlia di Rodolfo, visconte del Maine (filiam Rodulfi vicecomitis de Bellomonte)[11], dalla quale Guglielmo non ebbe discendenza[12]. Guglielmo da un'amaite di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti ebbe un figlio[12]: Note
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiograficaVoci correlateCollegamenti esterni
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