Gualtiero Serafino
Gualtiero Serafino (Roma, 19 giugno 1919 – Somaliland, 17 agosto 1940) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale. BiografiaNacque a Roma il 19 giugno 1919, figlio di Ezio e Italia Campagnano.[2] Frequentò per oltre sei anni il Regio Convitto Nazionale "Damiano Chiesa" di Bolzano trasferendosi quindi a Roma per frequentare il Liceo ginnasio statale Virgilio, dove conseguì il diploma di maturità classica. Iscrittosi all'Università di Roma, nel gennaio del 1939 rinunciò, ai benefici di legge e si arruolava volontario nel Regio Esercito, arma di fanteria, in qualità di allievo ufficiale al corso allievi ufficiali di Addis Abeba presso il battaglione scuola del 10º Reggimento "Granatieri di Savoia".[2] Promosso aspirante nella specialità bersaglieri nell'agosto dello stesso anno, fu destinato a domanda al LXVI battaglione coloniale somalo per il servizio di prima nomina.[2] Promosso sottotenente nell’ottobre successivo, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno, nell'agosto successivo prese parte all'occupazione del Somaliland e nella stretta di Faruk.[2] Sulla via per il Somaliland, cadde in combattimento il 17 agosto 1940 alla testa della sua mezza compagnia di ascari, e fu poi decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Onorificenze«Nell’attacco di posizioni fortificate vi trascinava il suo reparto con l’esempio del suo indomito coraggio e con l’ardente entusiasmo che riusciva ad infondere nei suoi uomini. Ferito gravemente, continuava a combattere con raddoppiato valore infliggendo forti perdite all’avversario. Sotto micidiale fuoco di mitragliatrici si lanciava all’assalto di una trincea, vi penetrava a colpi di bombe a mano e durante la mischia furiosa cadeva eroicamente in una luce di gloria e di vittoria sulla posizione conquistata. A.O., 17 agosto 1940 .[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1948.[4] «Nell’attacco di posizioni fortificate trascinava il suo reparto con l’esempio del suo indomito coraggio e con l’ardente entusiasmo. Ferito, continuava a combattere infliggendo forti perdite all’avversario. Sotto micidiale fuoco di mitragliatrici si lanciava all’assalto di una trincea, vi penetrava a colpi di bombe a mano e durante la mischia furiosa cadeva eroicamente sulla posizione sanguinosamente conquistata. Lafarnc (Somaliland), 17 agosto 1940 .»
— Regio Decreto 27 dicembre 1941.[5] NoteAnnotazioniFonti
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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