Greisen deriva dalla parola dialettale tedesca greisstein = pietra color cenere. Prima di indicare le rocce metasomatiche a quarzo e muscovite/lepidolite era usato dai vecchi minatori sassoni per una varietà di roccia granitica contenente minerali di stagno e virtualmente priva di feldspati.
Ambienti di formazione e facies
I fluidi che danno origine ai greisen si sviluppano nei residui finali, altamente gassosi e ricchi d'acqua, della cristallizzazione dei graniti. Questi fluidi sono forzati negli interstizi tra i cristalli, accumulandosi al tetto dell'intrusione, dove vanno in ebollizione generando la greisenizzazione delle rocce circostanti. Il greisen può essere considerato una forma di autometasomatismo; sostituisce graniti, arenarie o scisti micacei.
La famiglia dei greisen include alcune facies[1] collegate ai rapporti variabili di attività di fluoro, cloro, CO2 e boro. I greisen sono suddivisi in due gruppi:
greisen sostituenti rocce felsiche: facies a quarzo, quarzo-muscovite, muscovite-K feldspato, quarzo-tormalina e quarzo-topazio;
greisen sostituenti rocce sottosature in Si e Al (per esempio quelle di composizione ultrabasica o carbonatica): facies a fluorite-muscovite e feldspato-fluorite).
Sotto specifiche condizioni i greisen sostituenti leucograniti possono formare facies a feldspato-muscovite, fayalite-quarzo, siderofillite-quarzo ed altre facies acide.
I greisen sono il prodotto di una greisenizzazione pervasiva del tetto di corpi granitici oppure formano vene discordanti o bordanti i graniti. Le rocce di questa famiglia si collegano a intrusioni granitiche leucocratiche post-orogeniche superficiali (0,5-5 km di profondità, in condizioni ipoabissali o subvulcaniche). Possono sostituire sia i graniti (endogreisen) che le rocce adiacenti (esogreisen), che sono principalmente metasedimenti.
La greisenizzazione pervasiva può preservare la struttura granitica o cancellarla completamente ed è comunemente accompagnata a skarn e rocce metasomatiche a quarzo-feldspati.
Mineralizzazioni collegate
I greisen sono tipicamente collegati a mineralizzazioni a berillio, tungsteno (o wolframio), molibdeno, stagno e tantalio, ma dal punto di vista economico sono attualmente coltivabili solo alcuni greisen per tungsteno e stagno, con uno dei due metalli nettamente prevalente sull'altro. Le mineralizzazioni di norma si sviluppano al contatto superiore delle intrusioni granitiche e sono talvolta accompagnate dallo sviluppo di uno stockwork (fitto reticolato di vene intrecciate dove si depositano i minerali metalliferi). Le mineralizzazioni si presentano come grossi corpi irregolari o lastriformi immediatamente sotto il contatto con graniti geochimicamente specializzati[2] e possono estendersi verso il basso per 10-100 m prima di sfumare attraverso una zona di alterazione feldspatica (per albitizzazione o microclinizzazione) verso il granito inalterato. I fluidi pegmatitici spesso migrano verso queste porzioni apicali delle intrusioni granitiche e possono formare intrusioni lungo i margini del corpo di greisen.
Depositi di questo tipo sono stati sfruttati nell'Erzgebirge su entrambi i lati del confine Germania-Repubblica Ceca. Qui i depositi si trovano in greisen massivi o in vene bordate da greisen nelle zone più superficiali di endocontatto ed esocontatto di cupole granitiche ad albite e miche di litio.
Spesso i giacimenti primari non sono economicamente sfruttabili, ma l'alterazione meteorica e l'erosione possono dare origini a ricchi depositi di tipo alluvionale, detti placers. Secondo Higley et al (1988) nel futuro i greisen potrebbero diventare importanti sorgenti di berillio, niobio, tantalio, elementi delle Terre rare e altri elementi.
Distribuzione
Alcuni tra i più conosciuti greisen mineralizzati:
Miniera di Panasqueira Portogallo (greisen a stagno)
Note
^per facies in generale si intende una sequenza regolare di zone metasomatiche (una colonna metasomatica) sviluppate in simili condizioni fisico-chimiche (ossia simili composizioni della roccia originale e di quella metasomatica, simili condizioni di pressione e temperatura e simile composizione dei fluidi o soluzioni metasomatizzanti
^Sono graniti di tipo S, con un alto rapporto rubidio/stronzio e una marcata diminuzione in bario e stronzio e un aumento in rubidio passando dalle granodioriti marginali ai leucograniti delle fasi finali
Bibliografia
Zharikov V.A., Pertsev N.N.,. Rusinov V.L., Callegari E., Fettes D.J. - Metasomatism and metasomatic rocks. Recommendations by the IUGS Subcommission on the Systematics of Metamorphic Rocks - Web version (01.02.2007)
Evans A.M. - Ore geology and industrial minerals. Third edition (1993) - Blackwell Publishing, pp.154-156