Francesco Palazzotto fu padre di Giuseppe Palazzotto e nacque a Messina nel 1662 da Natale (1639 - † 1699) e Brigida Inca.[1] Si trasferì con la sua famiglia da Messina a Catania nel 1696,[2] tre anni dopo il terremoto, andando ad abitare in una «domo terranea» con botteghe e cortile, presso il Convento di Sant'Agostino.[1] Tra i 9 figli giunsero a maggiore età Angela, Girolamo, Filippo, Antonino, Brigida, Giuseppe e Giuseppa.[3]
Un altro ramo della famiglia da Messina si stabilì a Palermo e si distinse a partire dal capo maestro Salvatore Palazzotto (1751-1824), figlio di Baldassare (Messina? 1717 circa - Palermo 1760), e con il figlio architetto Emmanuele Palazzotto (1798-1872).
Molte delle opere attribuite al Vaccarini, con la scoperta di nuove fonti documentali, sono da riferire a Giuseppe Palazzotto e ai componenti del suo nucleo familiare.
La famiglia Palazzotto
Tra i figli di Francesco Palazzotto, oltre a Giuseppe, vi furono altri architetti: Girolamo, Filippo e Antonino
Filippo Palazzotto fu autore di:
1718 - 1728, Cantiere, partecipazione con la collaborazione dei fratelli Giuseppe, Antonino e Girolamo (fino al 1723), ai lavori del complesso di San Michele Arcangelo dei Minoriti.
1718, Cantiere, partecipazione con collaborazione dei fratelli Antonino e Girolamo presso il polo del monastero di San Paolo delle religiose dell'Ordine benedettino, oggi sede del palazzo municipale di Melilli.
Antonino Palazzotto fu autore di:
1718, Cantiere, partecipazione con collaborazione dei fratelli Girolamo e Filippo presso il polo del monastero di San Paolo delle religiose dell'Ordine benedettino, oggi sede del palazzo municipale di Melilli.
1718 - 1728, Cantiere, partecipazione con la collaborazione dei fratelli Giuseppe, Filippo e Girolamo (fino al 1723), ai lavori del complesso di San Michele Arcangelo dei Minoriti.[7]
1730, Facciata e portale del prospetto principale, manufatti realizzati con la collaborazione del fratello Giuseppe, opere presenti nel duomo di Sant'Antonio di Padova di Gravina di Catania.[9]
1718 - 1728, Cantiere, partecipazione con la collaborazione dei fratelli Antonino, Filippo e Girolamo (fino al 1723), ai lavori del complesso di San Michele Arcangelo dei Minoriti.[7]
1730, Facciata e portale del prospetto principale, manufatti realizzati con la collaborazione del fratello Antonino, opere presenti nel duomo di Sant'Antonio di Padova di Gravina di Catania.[9]
^Pagina 166, Giuseppe Beritelli La Via, Alessio Narbone, "Notizie storiche di Nicosia" [1], Palermo, 1852, Stamperia di Giovanni Pedone.
^abcdefAgostino Gallo, "Notizie intorno agli architetti siciliani e agli esteri soggiornanti in Sicilia da' tempi più antichi fino al corrente anno 1838. Raccolte diligentemente da Agostino Gallo palermitano per formar parte della sua Storia delle Belle Arti in Sicilia", trascrizione a cura di A. MAZZÈ, Palermo 2000, p. 133.