Giuseppe Lanza, principe di Trabia
Giuseppe Lanza Branciforte, principe di Trabia (Palermo, 30 ottobre 1780 – Palermo, 2 febbraio 1855), è stato un nobile, politico e archeologo italiano. BiografiaNacque a Palermo il 30 ottobre 1780, da Pietro, VII principe di Trabia (1759-1811), e dalla di lui consorte la nobildonna Marianna Branciforte Valguarnera dei Principi di Scordia, di cui era il primogenito di cinque figli.[1] La sua educazione venne affidata a due precettori fiorentini, che gli impartirono lezioni di lettere, di filosofia e di religione.[1] Fin da adolescente mostrò una passione per gli studi eruditi, e nel 1797, a soli 17 anni di età, pubblicò un manoscritto sull'Abbazia di San Michele di Campogrosso.[2] Frequentò in seguito l'Accademia degli studi di Palermo dove ebbe come professore di eloquenza Michelangelo Monti, e come professore di economia e agricoltura l'abate Paolo Balsamo.[1] A conclusione degli studi, girò per tutta l'Italia a visitare monumenti e biblioteche, e conobbe personalmente molti intellettuali del tempo, come il poeta Vittorio Alfieri a Firenze.[1] Nel 1811, alla morte del padre, succedette a questi nei titoli di famiglia di cui nello stesso anno ebbe investitura, assieme a quello di Grande di Spagna.[3] Il Lanza fu parì del Regno di Sicilia (1812 e 1848) e ministro degli Affari Ecclesiastici del Governo Ceva Grimaldi del Regno delle Due Sicilie (1840-48).[2][4] Il Principe di Trabia si dedicò principalmente al mecenatismo e acquistò numerosi manoscritti, libri rari, quadri, monete, vasi greci e arabi, gemme, camei antichi e moderni, e molte opere di Michelangelo.[1] Tra i protagonisti della rinascita culturale e civile di Palermo tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX, si circondò di valenti intellettuali e scienziati del tempo, quali l'abate Giovanni Meli, l'abate Domenico Scinà, l'abate Francesco Ferrara e l'astronomo Niccolò Cacciatore.[5] Appassionato di numismatica e cultore di storia della Sicilia, compì numerosi viaggi in tutta l'isola ed effettuò scavi archeologici.[6] Amico di monsignor Giuseppe Gioeni Valguarnera, che nel 1788 aveva fondato il Seminario Nautico di Palermo, questi lo nominò deputato amministratore nel 1811.[7][8] Il Principe di Trabia fu anche presidente dell'Accademia degli studi di Palermo (1832-35) e del Reale Istituto d'Incoraggiamento arti e manifatture per la Sicilia.[2][9] Ammalatosi di apoplessia, morì a Palermo il 2 febbraio 1855, all'età di 74 anni.[1] Matrimoni e discendenzaGiuseppe Lanza Branciforte, VIII principe di Trabia, nel 1805 sposò la nobildonna Stefania Branciforte e Branciforte, XIV principessa di Butera (1788-1843), figlia di Niccolò Placido, VI principe di Scordia, ultima erede del casato dei Branciforte che portò in dote i relativi titoli e beni alla famiglia Lanza, che da allora si cognomò Lanza Branciforte.[10] Da detta unione nacquero i seguenti figli:
Opere[2]Il Principe di Trabia fu autore di scritti di carattere divulgativo, quali:
OnorificenzeNote
Bibliografia
Collegamenti esterni
|