Figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura. Non ebbe mai mecenati particolari, e lasciò gradualmente la professione di famiglia per fare il cantastorie. Acquisì fama raccontando le sue storie per corti, fiere, mercati e case patrizie. Si accompagnava con un violino. L'enorme sua produzione letteraria deriva da una autoproduzione delle stampe dei suoi spettacoli.
Ebbe due mogli e 14 figli e morì in povertà.
La sua vita, le sue scelte
Gran parte delle sue notizie biografiche sono tratte dalla sua opera autobiografica "Descrittione della vita del Croce".
Praticamente non ebbe maestri e lo si può definire uno degli autodidatti di maggior successo della letteratura italiana. Non entrò mai a pieno titolo nei circuiti dei letterati dell'epoca per le scelte diverse che fece, anche se ebbe contatti documentati con Giovan Battista Marino e altri importanti letterati dell'epoca. Essere letterato al suo tempo significava fare vita di corte, avere dei mecenati o essere completamente autosufficienti.
Lui non fu mai un letterato in senso stretto e cercava maggiormente il suo pubblico fra le persone comuni. Pertanto la sua ispirazione e le sue motivazioni venivano dal basso, dal pubblico dei mercati dove a volte persone in grado di leggere compravano le sue opere, al contrario di molti suoi coevi che trovavano le ispirazioni nei desideri dei mecenati, il che rende le sue opere un'importante testimonianza della sensibilità delle classi più umili dell'età barocca.
In una letteratura che dal Medioevo era rimasta insensibile ed estranea ai problemi dei ceti meno abbienti, ma che anzi prendeva di mira la goffaggine e la rusticità del "popolo", Giulio Cesare Croce, con Bertoldo, mette in risalto l'astuzia e il buon senso del contadino nei confronti dei cortigiani, in una forma di compensazione e di rivalsa rispetto alle angherie che questi era storicamente condannato a subire.
Bisognerà giungere all'Ottocento perché il Romanticismo anti aristocratico e popolare ridia voce agli umili.
Bertoldo
Riprese più volte temi popolari del passato, come la storia di Bertoldo che ebbe varie versioni nel Medioevo ambientando le vicende alla corte di re Alboino sia a Verona sia a Pavia. Nella sua versione scritta più organica (Le sottilissime astutie di Bertoldo, 1606), lui veronesizzò la storia e portò a Roveré il paese di provenienza di Bertoldo. La rese meno licenziosa e attenuò la forma di rivalsa popolare verso i potenti. Una forma scritta precedente come fonte fu il medievale Dialogus Salomonis et Marcolphi.
Al Bertoldo, lo stesso autore aggiunse un seguito, Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino, 1608 (che trattava del figlio di Bertoldo, alle prese con la madre Marcolfa). Successivamente (1620), l'abate Adriano Banchieri elaborò un ulteriore seguito, Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino. Da allora l'opera di Croce è spesso unita alla novella ed è pubblicata col titolo Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno da cui furono liberamente tratti tre film, nel 1936, nel 1954 e nel 1984 (quest'ultimo diretto da Mario Monicelli).
In Bertoldo, egli confessò probabilmente le sue aspirazioni segrete: il rozzo villano è l'autodidatta, la presenza a corte è il colpo di fortuna con cui pensava di risolvere i suoi problemi e la libertà di pensiero e azione di Bertoldo a corte era il suo desiderio di avere il mecenate, come molti suoi coevi, senza pagare prezzi di riconoscenza.
Libri e commedie
Lasciò più di 600 opere alternando lingua italiana a diversi dialetti, tra i quali il dialetto bolognese, il dialetto bergamasco e numerosi altri dialetti e lingue europee. È stato uno dei maggiori esponenti italiani della letteratura carnevalesca, filone importante della letteratura europea, identificata per la prima volta dal critico russo Michail Michajlovič Bachtin, caratterizzata dal collegamento stretto con la cultura rurale e in particolare col rito del carnevale, e che tra i suoi esponenti conta tra gli altri Luciano di Samosata, Rabelais, Miguel de Cervantes Saavedra e Dostoevskij. La sua produzione letteraria conta due romanzi (il Bertoldo e il Bertoldino), diverse commedie, e numerosissimi libretti brevi, in prosa e poesia, che coprono vari generi letterari della letteratura popolare, oggi caduti in disuso.
Romanzi
Le sottilissime astuzie di Bertoldo
Le piacevoli e ridicolose simplicità di Bertoldino, figlio del già astuto Bertoldo
Opere autobiografiche
Descrizione della vita del Croce (autobiografia in versi)
Burla fatta all'autore da un suo amico in luogo di colazione
Capitolo a un amico finto del Croce
Capitolo all'illustrissimo mentre il Croce era a Savona
Capitolo mentr'il Croce era a Casa Nuova loco dell'Abruzzo
Disgrazia memorabile del Croce
Disgrazia d'una notte occorsa per seguitare una cortigiana
Disgrazia memorabile intervenuta al Croce in villa
Innamoramento di Giulio Cesare Croce
Satira a Z.F.M.
Sclamazione del Croce a un suo amico, dolendosi che non è prezzata la poesia
Stanze in morte di Carlino mio figliolo
Terzetti del Croce al Vecchi
Elogi paradossali
La barca de' ruinati che parte per Trabisonda
Canzone di Madonna Ruvidazza
Canzone nova e ridicolosa in lode de' sughi che s'usano di fare al tempo della vandemmia
Descrizione della vita e statura del contraffatto Bragonico selvaggio
Discorso piacevole in lode della corda
Discorso piacevole sopra i debiti
Due capitoli, uno in lode, l'altro in biasimo della prigione
L'eccellenza e il trionfo del porco
La sollecita e studiosa Accademia de' Golosi
Grandezza della povertà
La gravità e generosità del bue
La nobiltà de' "coglioni" [sic] e difesa loro
La nobiltà del Gobbino da Gubbio
La nobiltà e trofei dell'asino
Ritratti di personaggi del popolo e scene di vita popolare
Alfabeto de' giocatori
L'arte della forfanteria
Astuzie delle vecchie malitiose
Barzelletta piacevolissima sopra i fanciulli che vanno vendendo ventarole
Barzelletta nuova sopra le puttanelle che vanno in maschera
Barzelletta piacevole sopra la fiera che si fa in Bologna alli quindici d'agosto
Barzelletta sopra la morte di Giacomo dal Gallo, famosissimo bandito
Il battibecco ovvero cicalamento e chiacchiaramento che s'odono fare certe donnette mentre stanno a lavare i panni a Reno
Bravata di Babino della Torre da Cavodivuol con Batolina vezzosa da Pian del Mugello
Cantilena graziosa sopra il primo di' d'agosto
Canzone in dialogo sopra una vecchia e una giovane che si pigliavano delle pulici una sera
Canzone della Violina
Canzoni delle lodi di madonna Tenerina
Canzone di madonna Disdegnosa, sorella di madonna Tenerina
Canzone sopra la porcellina che si tra' giù del Palazzo dell'illustre città di Bologna
IL festino del Barba Bigo dalla valle
La Filippa da Calcara la quale va cercando da far bucate
I gran cridalesimi che si fanno in Bologna nelle pescarie tutta la Quaresima
Lamento de' poveretti i quali stanno a pigione
Lodi delle pulite e leggiadre caldirane
La Mantina
Nozze della Michelina del Vergato in Sandrello da Montebudello
Orribile e stupenda baruffa fatta tra due vecchie per una gatta
La Pidocchia ostinata
La Rossa del Vergato, la quale cerca padrone in Bologna
La scavezzaria della canova dal barba Plin da Luvolè
La Simona dalla Sambuca
Smergulament over piantuori che fa la Zà Tadia quando so fiol andò a la guerra
Sotterranea confusione o vero tragedia sopra la morte di Sinam Bassa famoso capitano de' Turchi
Tartufo, nuova commedia boschereccia
Tragedia in Commedia fra i bocconi da grasso e quelli da magro
Altre opere
Abbattimento amoroso de gli animali terrestri ed aerei
Abbattimento terribile e tremendo fatto fra il sì e il no
Questione di varij lenguazi
Sogno del Zani
Dispute fra Cola et Arlechino
La gran vittoria di Pedrolino contra il Dottor Gratiano Scatolone
La canzone di Catarinon
Conclusiones quinquaginta tres sustintà in Franculin dal macilent Signor Grazian Godga...
Sbravate, razzate e arcibullate dell'arcibravo Smedolla uossi...
Utrom del Dottore Graziano Partesana da Francolino
Vanto ridicoloso del Trematerra
Le ventisette mascherate piacevolissime (dedicate alla veneziana Berenice Gozzadina Gozadini)
Vita, gesti e costumi di Gian Diluvio da Trippaldo
X.Y.Z. Conclusiones mathematicae, medicinae, ars poeticae et musicae...
Madrigali drammatici
Mascherate piacevolissime (1604)
La solenne e trionfale entrata dello sloffeggiatissimo e squaquaratissimo signor Carnevale in questa città (1618)
Opere in digitale
Molta parte della produzione di Croce è presente nella Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna che nel 2006 lo ha resa disponibile online nella sua Biblioteca digitale; nel 2009 a questo materiale si è aggiunto quanto posseduto dalla Biblioteca universitaria di Bologna[3]
Note
^Nella sua autobiografia scrive di essere nato: "Del mille e cinquecento col cinquanta, al mond’io venni in dì di Carnevale," Croce, p.6
^La data del 17 gennaio è attestata dal Libro dei morti della Chiesa dei Santi Naborre e Felice, conservato all'Archivio generale arcivescovile di Bologna e riportato in Piero Camporesi, Il palazzo e il cantimbanco, Milano, Garzanti, 1994, p. 9.
Giulio Cesare Croce, Descrittione della vita del Croce, Bologna, Bartolomeo Cocchi, 1608.,
Monique Rouch, Bibliografia delle opere di Giulio Cesare Croce, in «Strada maestra», XVII (1984), p. 229-272.
Roberto L. Bruni, Rosaria Campioni, Diego Zancani, Giulio Cesare Croce dall’Emilia all’Inghilterra. Cataloghi, biblioteche e testi, Firenze Olschki, 1991.
Vladimir Fava, Saggio di una bibliografia delle opere di Giulio Cesare Croce, in «Strada maestra», LXVIII-LXXI (2010-2013), 1, p. 39-47
Piero Camporesi, La maschera di Bertoldo, Milano, Garzanti, 1994
Piero Camporesi, Il palazzo e il cantimbanco, Milano, Garzanti, 1994
Elide Casali, Bruno Capaci (a cura di), La festa del mondo rovesciato. Giulio Cesare Croce e il carnevalesco, Bologna, Il Mulino, 2002
Massimo Montanari, La saggezza di Bertoldo. Agricoltura e alimentazione nei proverbi di Giulio Cesare Croce, Bologna, Regione Emilia-Romagna, Assessorato agricoltura, 2009
Olindo Guerrini, La vita e le opere di Giulio Cesare Croce, Bologna, Nicola. Zanichelli, 1879.