Giovanni Rizzi«Cari uccelletti, che la nova aurora Giovanni Rizzi (Treviso, 22 ottobre 1828 – Milano, 9 settembre 1889) è stato un poeta italiano. BiografiaNato da una famiglia originaria di Gries, in Val di Fassa[1], si batté come volontario nel Veneto durante i moti del 1848, quindi si trasferì a Milano dove fondò e fu direttore della Scuola Superiore femminile in cui insegnò anche italiano. Fu assiduo di casa Manzoni e polemizzò aspramente contro i poeti veristi e i loro capiscuola (Lorenzo Stecchetti e Giosuè Carducci) con il volumetto Un grido pubblicato per Brigola nel 1878 che ebbe un notevole successo (fino al 1880 ci furono 5 edizioni). In quest'opera egli si riteneva l'ultimo difensore dell'ideale e si faceva paladino dei santi affetti, della fede, della virtù, dell'amore per la patria, che a suo dire gli scrittori veristi della luciferina industria elzeviriana dell'editore Zanichelli avevano negato e vilipeso. Alle critiche del Rizzi, risposero Olindo Guerrini con il Prologo di Nova polemica[2] e Pier Enea Guarnerio con il libretto Auxilium. Una sua lirica ebbe particolarmente successo (fu compresa in alcune antologie): si tratta del sonetto Agli uccelletti del mio giardino che fu parodiato dal Olindo Guerrini in Nova Polemica[3] e nel Giobbe[4] e da Felice Cavallotti nelle sue Anticaglie. Opere
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