Giovanni Ferro
Giovanni Ferro (Costigliole d'Asti, 13 novembre 1901 – Reggio Calabria, 18 aprile 1992) è stato un arcivescovo cattolico italiano, arcivescovo di Reggio Calabria dal 1950 al 1977 e vescovo di Bova dal 1950 al 1960 e dal 1973 al 1977. È tuttora ricordato come una delle più grandi figure della Chiesa reggina e calabrese dell'ultimo secolo. BiografiaSacerdote somascoGiovanni Ferro nasce a Costigliole d'Asti, in Piemonte, da Giovanni e Carolina Borio. A undici anni inizia gli studi presso i Padri Somaschi e, sentita la chiamata religiosa, emette la professione dei voti nel 1920. Viene ordinato sacerdote l'11 aprile 1925 e consegue la laurea in filosofia all'Università Gregoriana. Negli anni seguenti insegna diritto canonico nell'istituto di Corbetta (MI) per poi passare ad altri istituti somaschi, conseguendo nel frattempo la laurea in teologia a Torino; è Rettore del Collegio Trevisio di Casale Monferrato e quindi Rettore e Preside del Pontificio Collegio Gallio di Como, che regge fino al 1945, con grandi difficoltà durante la seconda guerra mondiale e la Repubblica Sociale. Nel 1945 è nominato parroco della chiesa di Santa Maria Maddalena a Genova ed insegna teologia pastorale presso il Seminario maggiore della città. Nel 1948 viene eletto padre provinciale dei Somaschi, compito che svolge sino al 14 settembre 1950, quando all'età di 49 anni viene nominato arcivescovo di Reggio Calabria e vescovo di Bova; viene consacrato a Genova dal cardinale Giuseppe Siri il 29 ottobre 1950. Arcivescovo di Reggio CalabriaPur non essendo calabrese, si immedesima subito nella realtà reggina, carpendone le necessità e le difficoltà, condividendo le gioie ed i dolori del gregge a lui affidato. Accorre in ogni comunità della diocesi dove sia richiesta la sua presenza, anche nei più piccoli e disagiati centri aspromontani, specialmente durante le devastanti alluvioni del 1951, che portano all'abbandono di molti paesi. In quell'occasione dirama di persona un comunicato radio a tutta la nazione, perché una nobile gara di fraterna solidarietà riporti la serenità e la gioia dove la distruzione e la morte hanno seminato tante rovine[2]; tuttavia il suo appello non viene ascoltato dagli italiani delle altre regioni, ad eccezione del papa Pio XII e di qualche vescovo amico, che mandano degli aiuti. Ha sempre particolare attenzione e disponibilità per i più poveri e bisognosi, riuscendo a farsi povero fra i poveri con grande umiltà e rinuncia molto frequentemente alle comodità ed ai privilegi che la condizione di vescovo gli offre. Già durante il suo operato i fedeli della diocesi lo acclamano vescovo santo. Intanto l'8 settembre 1960 si dimette da vescovo di Bova. Genealogia episcopaleLa genealogia episcopale è:
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