Giovanni Ciarpaglini
Giovanni Ciarpaglini (Montiano, 23 febbraio 1899 – Arezzo, 8 febbraio 1953) è stato un politico, antifascista e partigiano italiano. BiografiaNato nel 1899 a Montiano, presso Grosseto, aderì al socialismo nel 1919 e militò nel Partito Comunista Italiano sin dalla sua fondazione nel 1921.[1] Minatore, prese parte alle lotte sindacali nella provincia di Grosseto, finendo arrestato e processato dopo uno scontro con i fascisti a Castelnuovo dei Sabbioni.[1] Fu liberato il 17 giugno 1926 e continuò la sua attività clandestina nel Soccorso Rosso.[2] Perseguitato dal regime fascista, emigrò in Francia nel 1928, salvo poi tornare in Italia quattro anni dopo, dove riprese la sua attività clandestina come dirigente comunista nel Valdarno.[1][2] Il 4 luglio 1932 fu nuovamente arrestato e destinato al confino, prima a Ponza e poi a Ventotene.[1][2] Liberato il 29 settembre 1938, dopo la deposizione di Mussolini nel luglio 1943 tornò a operare nella provincia di Arezzo come segretario della federazione comunista, prendendo poi parte alla Resistenza e alla fondazione del locale Comitato di Liberazione Nazionale.[1][2] Nel 1947 lasciò il suo ruolo di segretario della federazione comunista di Arezzo per assumere la carica di presidente della deputazione provinciale.[1] Alle prime elezioni provinciali del 1951 risultò eletto consigliere e venne confermato presidente della giunta.[1] Morì ad Arezzo l'8 febbraio 1953.[1] NoteBibliografia
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