Giovanna MarturanoGiovanna Marturano (Roma, 27 marzo 1912 – Roma, 22 agosto 2013) è stata una partigiana e antifascista italiana, nonché esponente di rilievo del movimento femminista. BiografiaNata a Roma da famiglia sarda, studiò al Liceo classico Ennio Quirino Visconti nel rione Pigna e poi alla facoltà di architettura de La Sapienza, ma poi si ritirò poco dopo perché la sua famiglia nel 1936 si trasferì a Milano. Dopo il trasferimento a Milano divenne operaia e aderì al Partito Comunista Italiano che operava in clandestinità. Con l'arresto di uno dei suoi fratelli nel 1938 venne schedata dalla polizia come "sovversiva" e scontò un mese di carcere per propaganda antifascista[1], nel 1941 a Ventotene sposò Pietro Grifone durante il suo confino durante il fascismo. Nel 1943 operò come staffetta partigiana all'interno delle Brigate Garibaldi, anche al fianco di suo marito Pietro Grifone che, dopo lunghi anni di detenzione per antifascismo, era stato liberato e rischiava la fucilazione. A guerra finita continuò la militanza politica, conciliandola con una vita familiare impegnata dal figlio Carlo e dalla figlia Anna, e continuando ad aiutare il marito, che aveva assunto incarichi politici di grande responsabilità, divenendo parlamentare del PCI ed uno tra i fondatori e dirigenti del movimento dei contadini nel Sud d'Italia, nel quale si distinse per moderazione e lungimiranza. Dopo la Liberazione è stata insignita della medaglia di bronzo al valor militare per il suo contributo alla Resistenza,[1] avendo operato come staffetta all'interno delle Brigate Garibaldi. Successivamente fu nominata responsabile dell'archivio del PCI[2]. È morta a Roma all'età di 101 anni: è stata ricordata dal sindaco di Roma Ignazio Marino nella persona del suo vice Paolo Masini presente alla commemorazione funebre come una delle figure più importanti della resistenza romana[7]. OnorificenzeFilm
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