Giorgio GuzzettaPadre Giorgio Guzzetta (in albanese: Atë Gjergji Guxeta; in latino: Pater Georgius Guzzetta; Piana degli Albanesi, 23 aprile 1682 – Partinico, 21 novembre 1756) è stato un presbitero e missionario italiano appartenente alla minoranza albanese di Sicilia. Venerabile, fu sacerdote illustre per dottrina. È figura nota del cristianesimo greco-cattolico. Apostolo degli Albanesi di Sicilia, rifulse nella predicazione e nell'esercizio esemplare delle virtù cristiano-cattoliche. Si prodigò per l'Unione delle Chiese e costantemente nella difesa dell'identità culturale, linguistica e religiosa del suo popolo[1].
Nella piena osservanza del rito orientale dei Padri, fu il fondatore di importanti istituti per la formazione maschile e femminile degli italo-albanesi di tutte le colonie: l'Oratorio San Filippo Neri per i sacerdoti celibi di rito bizantino; il Collegio di Maria, con papàs Antonio Brancato, per la gioventù femminile arbëreshe, questi nella cittadina natale di Piana degli Albanesi; e il Seminario Italo-Albanese di Palermo, collegio fondamentale per l'istruzione del clero, ove i futuri sacerdoti erano educati secondo le proprie tradizioni. Per i tempi in cui operò, fu il promotore di un innato ecumenismo per l'unità della Chiesa, essendo egli grande precursore dell’apostolato per il ritorno delle chiese separate d’Oriente all’unità cattolica. La sua personalità suscita l'interesse in ambito religioso, culturale e letterario. Dal 1934 è in corso la sua causa di beatificazione. BiografiaIl venerabile padre Giorgio Guzzetta nacque a Piana degli Albanesi il 23 aprile 1682 da una famiglia in povere condizioni economiche. I genitori, Lorenzo Guzzetta e Caterina Mamola, agricoltori, avevano conservato le tradizioni della terra d'origine, l'Albania, e assicurarono a tutti gli otto figli un'istruzione. Dopo aver compiuto studi di lettere presso i gesuiti di Trapani, entrò nel Seminario arcivescovile di Monreale, da cui dipendevano ecclesiasticamente le colonie di albanesi di Sicilia che, nel corso del XV-XVI secolo, si erano rifugiate per motivi politici e religiosi in Italia. Conseguito il dottorato in "Sacra Teologia", fu assunto come traduttore di greco classico alla corte del cardinale arcivescovo Francesco del Giudice che lo promosse prosegretario. La prospettiva di una brillante carriera, e la proposta di accompagnare il cardinale in Spagna, non distolsero il chierico dalla chiamata ad una vita sacerdotale vissuta nella semplicità e nella piena dedizione apostolica. Lasciata la diocesi di Monreale decise di entrare nella congregazione dei preti dell'Oratorio di San Filippo Neri in Palermo (dicembre 1706), rinunciando al rito bizantino per ricevere l'ordinazione sacerdotale e potersi dedicare con amore alle tradizioni culturali e religiose della sua gente albanese. Ordinato sacerdote nel 1707 ebbe sotto la sua guida spirituale cavalieri, principi e vescovi. Nel 1716 poté aiutare apostolicamente la sua terra, fondando, per sua iniziativa, la Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri (Rritiri) per i sacerdoti celibi di rito bizantino, detto anche greco, che si dedicavano, in povertà, ad istruire ed educare la gioventù albanese di Sicilia. Con Papàs Antonio Brancato promosse, inoltre, la fondazione del Collegio di Maria di Piana degli Albanesi (1733) per la formazione delle fanciulle del paese e delle colonie siculo-albanesi[3]. Nel 1734 fondò il Seminario Italo-Albanese di Palermo per la gioventù di rito bizantino delle colonie albanesi di Sicilia, raggiungendo la meta di un desiderio coltivato fin dagli anni della adolescenza, quello di un seminario in cui i futuri sacerdoti, fino ad allora costretti a frequentare i seminari latini, potessero essere istruiti negli usi del culto bizantino e nelle patrie tradizioni linguistiche e culturali albanesi[4]. Durante i primi secoli del loro insediamento, senza una stabilità politica e senza un vescovo di rito greco, i giovani "greci" [albanesi di rito greco] che intendevano dedicarsi al sacerdozio erano costretti a studiare nei seminari cattolici e, per essere ordinati sacerdoti, dovevano recarsi a Roma [al Collegio Greco]. Da ciò derivarono due gravi problemi: primo, essi non potevano approfondire mai le conoscenze liturgiche e la disciplina della loro Chiesa; secondo, i loro viaggi nella capitale del mondo orientale risultavano molto dispendiosi. Per cui, divenendo esiguo il numero dei sacerdoti e divenendo il clero bizantino sempre più ignorante, c’era il palese pericolo della completa estinzione del rito, nonché del linguaggio e dei costumi patri[5]. Fu padre Guzzetta a gettare le basi dell'edificio della cultura arbëreshe, dove la lingua e le tradizioni albanesi in Sicilia si sarebbero conservate intatte. Nella sua scuola fu educata quasi tutta l'intelligenza delle colonie dell'isola con uno spirito che era pienamente in sintonia con il patrimonio religioso e culturale della Patria dei Padri[6]. Il Seminario Albanese di Palermo divenne la fucina di futuri letterati, che portarono avanti la fede e le tradizioni dagli antenati di padre Guzzeta con un'ampia cultura umanistica e una profonda conoscenza della liturgia bizantina. Si adoperò per l'istituzione di un vescovado di rito bizantino-greco per gli albanesi di Sicilia, che sarebbe stata ordinata dopo la sua morte con Bolla di Pio VI del 6 febbraio 1784 e approvata con regio decreto del 10 gennaio 1785. Non vide l'edificazione tanto sperata di una Chiesa Italo-Albanese secondo il proprio rito, eretta solo tra il 1919 e il 1937. Antesignano del Concilio Vaticano I, lavorò per il ritorno dell'Oriente cristiano all'unità della Chiesa. Si adoperò anche in ambito civile, realizzando opere come la fontana a lui omonima nel paese natio. Profondo conoscitore della cultura classica, scrisse, fra l'altro, "Cronica della Macedonia fino ai tempi di Skanderbeg", l'"Etimologico" e l'ancora inedito "De Albanensibus Italiae rite excolendis, ut siti totique Ecclesiae prosint", che contiene uno dei primi contributi alla descrizione e allo studio della lingua albanese. Il suo nome è legato alla prima scoperta del più antico testo in lingua albanese conosciuto, il Messale (Meshari) di Gjon Buzuku, trovato casualmente nel 1740 nella biblioteca del Collegio Propaganda Fide dall'albanese Gjon Nikollë Kazazi (1702-1752)[7], arcivescovo di Skopje, che si curò di inviare una copia al Guzzetta[8]. Morì in fama di santità, provato da una lunga malattia che lo rese cieco e dalla fatica degli anni, il 21 novembre 1756 nel convento dei padri di San Filippo Neri di Partinico e fu sepolto nella Chiesa di Sant'Ignazio all'Olivella in Palermo. Le spoglie incorrotte di Padre Giorgio Guzzetta, del quale è in corso la causa di beatificazione[9], dal 1954 riposano nella Cattedrale di Piana degli Albanesi. A lui sono intitolate i nomi di alcune vie nei centri albanesi di Sicilia e Calabria. Nella città di Palermo, gli sono intitolate la piazza antistante l'ex Seminario Italo-Albanese e una via cittadina; nella città natale di Piana degli Albanesi, gli è dedicata la fontana omonima (più nota in albanese come Kanalli i Ri), due vie del centro storico e l'ex scuola superiore magistrale presso il Collegio di Maria. Opere principaliIl sacerdote albanese di Sicilia, padre Gjergji Guxeta, con i suoi scritti alzò la voce in difesa della Nazione albanese e fornì i mezzi per l'istituzione del Seminario di Palermo, che sarebbe diventato uno dei principali centri della cultura e del patriottismo albanese, la culla di una costellazione di scrittori e poeti di spicco, tutti cattolici di rito greco[10].
Altri scritti
Il venerabile padre Giorgio Guzzetta usava spesso firmarsi nei suoi scritti, almeno in giovinezza, con lo pseudonimo di fantasia "Ellenio Agricola". ArteRitratti, dipinti e sculture, oltre alle pubblicazioni, hanno tramandato sino a noi la fama del Servo di Dio Padre Giorgio Guzzetta. Un artistico monumento, opera di Ignazio Marabitti, venne eretto nel Seminario Albanese di Palermo nel 1771, e trasferito nel 1950 nel nuovo Seminario Eparchiale Italo-Albanese in Piana degli Albanesi. Così cita l'epigrafe scolpita sotto questo monumento:
Una recente statua bronzea, opera dell'artista italo-albanese Spiridione Marino (2009), adorna la piazza principale della sua cittadina natale. Processo di beatificazioneNel 1934 ebbe inizio il processo di beatificazione, che ha subito varie interruzioni e che è stato più volte ripreso dai diversi eparchi di Piana degli Albanesi. Il 24 novembre 2017 si è conclusa l'inchiesta diocesana e tutta la documentazione è stata inviata alla Congregazione delle cause dei santi. Preghiera per la beatificazione del Venerabile Padre Giorgio Guzzetta[12]: (SQ) «I Bekuar je, o Zot, Perëndia i Atravet tanë, përçë në Klishën Tënde ngrëjte Shërbëtorin Tënd, At Gjergjin Guxeta, të kushtuar, me shpirt profetik dhe plot dashuri apostolike, në favor të popullit Tënd. Na te parkalsesjëm me përulësi te e lavdërosh mbi dheun, ashtu çë na mënd e thërresjëm si ndërmjetësuesin tënë pranë thronit Tënd qiellor. Për hir të Isu Krishtit, Birit Tënd të vetëmilerë, me të çilin je i bekuar bashkë me Shpirtin tënd i Gjithëshejtë, të Mirë dhe Gjellëdhënës, nani e përgjthmonë e per jetë të jetëvet. Ashtù kloft.» (IT) «Benedetto sei Tu, Signore, Dio dei Padri nostri, perché hai suscitato nella Tua Chiesa il Tuo Servo, Padre Giorgio Guzzetta, consacrato, di spirito profetico e pieno di carità apostolica, a favore del Tuo popolo. Umilmente ti supplichiamo di volerlo glorificare sulla terra, affinché possiamo invocarlo nostro intercessore presso il Tuo celeste trono. Per le misericordie di Gesù Cristo, tuo unigenito Figlio, col quale sei benedetto insieme al Tuttosanto, Buono e Vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.» Il 9 novembre 2021 la Congregazione delle cause dei santi, in sessione ordinaria, ha riconosciuto unanimemente che il Servo di Dio Padre Giorgio Guzzetta ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse. La positio sulla vita, le virtù e la fama di santità è stata sottoposta all'esame dei consultori storici il 12 gennaio 2021 ed il 15 giugno 2021 i consultori teologi hanno espresso parere favorevole. Il 25 novembre 2021 è stato dichiarato venerabile da papa Francesco[13]. Viene fatta memoria della morte di P. Giorgio Guzzetta il 21 novembre, Festa dell'Ingresso della Madre di Dio al Tempio; così la preghiera: (SQ) «Zot Perëndia jinë, krua çdo Shejtërimi çë u dënove të qosje me plotësinë të dhuratavet të Shpirtit Shejt të nderuashim Gjergji Guxeta, prift të Klishës s'Horës e Arbëreshëvet, gjegj me mirësi të ultën lutje t'ënë e lëshona neve të ndërtuar nga i tiji shembull burrërisht gjellie e Krështerë dhe Priftërore, sa më njize të e thërres jëm te lëvdia e Shejtravet tatë. Për lipisin, dhëmshurin e dashurìn për njerëzit të Birit tënt të Vëtmilerë, me të çilin je i bekuar bashkë me gjithë Shejitin Shpirt t'ënt, nani e përgjthmonë e per jetë të jetëvet. Ashtù kloft.» (IT) «Signore Dio Nostro, fonti di ogni Santità che ti sei degnato di arricchire con la pienezza dei doni dello Spirito Santo il Venerabile Giorgio Guzzetta, sacerdote della Chiesa che è in Piana degli Albanesi, ascolta benigno la nostra umile supplica e concedi a noi, edificati dal suo eroico esempio di vita Cristiana e Sacerdotale, di poterlo quanto prima invocare nella gloria dei Tuoi Santi. Per la misericordia, l'amore e la compassione del suo Unigenito Figlio, con il quale sei Benedetto, insieme al Tuttosanto Buono e Vivificante Tuo Spirito, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amin.» Note
Bibliografia
Edizioni critiche e studi
Voci correlate
Collegamenti esterni
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