Nel 1724 dipinse la morte di Cesare per la nobile famiglia dei marchesi Rangoni di Modena. Per diversi studiosi questo dipinto è una delle prove dell'esistenza di un neoclassicismo ante litteram in ambito romano in particolare nell'Accademia di San Luca[5]. Per Rudolph, Zoboli "dipinse opere che denotano un sorprendente anticipo del Neoclassicismo del secondo Settecento".[6] Per altri autori, anche se non è provato che Zoboli sia un precursore del neoclassicismo, egli è stato comunque capace di interpretare gli ideali estetici di un'arcadia razionalista "opposta alle effusioni del Barocco"[7]; per Vittorio Casale, Zoboli è certamente espressione di un "cosciente protoneoclassicismo"[8]
Fu attivo prevalentemente a Roma sia per commissioni di tipo ecclesiastico che private, protetto dal cardinale Neri Maria Corsini sotto il Pontificato di Papa Clemente XII e dal cardinale Silvio Valenti Gonzaga durante il Pontificato di Papa Benedetto XIV. Nel 1727 dipinse l'Incontro tra la Santa vergine e Elisabetta per la Basilica di Sant'Eustachio a Roma. Due anni dopo, per la stessa basilica realizzò San Girolamo ascolta la tromba del giudizio universale, molto apprezzato dai contemporanei e che lo rese famoso anche fuori dalla Capitale.[9] Oltre che a Roma, i suoi dipinti più significativi si trovano anche a Modena e a Brescia. In quest'ultima città il vescovo e cardinale Angelo Maria Querini lo incaricò nel 1732 di dipingere la pala dell'altare maggiore della cattedrale di Santa Maria Assunta, il duomo nuovo di Brescia allora in costruzione. Il grande successo ottenuto dalla pala dell'Assunta di questa chiesa, tra l'altro, induce nel 1742 i padri filippini della Pace di Brescia a commissionare allo Zoboli il dipinto più importante della loro chiesa, allora in costruzione: la commissione riguardava un dipinto dedicato a San Filippo Neri, il fondatore della Congregazione dell'Oratorio dei Padri Filippini. L'opera verrà completata a Roma nel 1745 e collocata nel secondo altare della navata destra della Chiesa di Santa Maria della Pace (Brescia)[10]. Nel 1745 dipinse il Trionfo della fede, per il Monastero della Santa Croce (Coimbra) in Portogallo. Nel 1748 realizzò L'Assunta per la chiesa di Santa Maria degli Angeli (Brescia) annessa al convento delle monache agostiniane di Brescia. Celebre è anche l'opera S. Francesco di Sales e la beata Giovanna Francesca Frémyot de Chantal nel Monastero della Visitazione a Madrid del 1754, commissionata dalla regina spagnola Maria Barbara di Braganza, moglie di Ferdinando VI di Spagna[11].
Nel 1742 la Reverenda Fabbrica della Basilica di San Pietro in Vaticano gli conferisce l'incarico di supervisore della realizzazione dei mosaici della Cappella della Madonna della Colonna che comprendeva il compito anche di preparare i disegni per i mosaici. Insieme a Giovanni Paolo Pannini nel 1747 compilò l'inventario della raccolta Sacchetti acquistata da papa Benedetto XIV per formare il nucleo iniziale della nascente Pinacoteca Capitolina[12] su incarico del Segretario di Stato cardinale Silvio Valenti Gonzaga. Pannini e Zoboli, con una perizia di stima, valutarono la raccolta Sacchetti pari a 36.709 scudi.[13] Sia Zoboli sia Pannini coordinarono anche i lavori della villa Valenti dello stesso cardinale.[14]
Numerosi dipinti di Zoboli, pur citati in varie fonti documentali, risultano attualmente non identificabili o andati distrutti. Per quando riguarda le numerose commissioni estere, in diversi Stati europei, non sono individuabili la Natività di Gesù e Santa Caterina Fieschi commissionate dal re Giovanni V del Portogallo; il Beato Giovanni Regis gode la gloria del cielo (1716-1719), commissionato dal Principe Elettore Massimiliano II Emanuele di Baviera; il Trasporto dell'Arca con David che balla e il Giudizio di Salomone inviati a Londra; la Madonna con Bambino e altre figure inviato a Colonia; San Giovanni Nepomuceno con angeli inviato a Praga; e Pietà con le Marie inviato a Vienna. Risultano inoltre non reperibili una trentina di opere destinate a chiese e palazzi di Roma, secondo un dettagliato elenco pubblicato da Maria Barbara Guerrieri Borsoi[15].
In passato sono stati erroneamente attribuiti a Zoboli alcuni dipinti. In particolare: lo Sposalizio di Maria e la Presentazione al tempio nella chiesa dei Capuccini italiani a Coimbra e il Suicidio di Lucrezia nella Galleria nazionale di Dublino.
San Michele Arcangelo, al secondo altare a destra nella chiesa di Sant'Agostino (Modena), Modena, 1734[16] (nella collocazione attuale dal 1774, dipinto in origine per l'altare maggiore della allora chiesa di San Michele, oggi dedicata a San Giovanni Battista[23])
I quattro miracoli di San Vincenzo Ferreri, nella cappella di San Domenico nel transetto destro della chiesa di San Domenico (Modena), Modena, 1736
^Italo Faldi, Gli inizi del neoclassicismo in pittura nella prima metà del Settecento, in: AA. VV., Nuove idee e nuova arte nel Settecento italiano, Accademia nazionale dei Lincei, Roma, 1977, pp. 495-523
^Stella Rudolph, La pittura del Settecento a Roma, Longanesi, Milano 1983, p. 811
^Federica Pirani, Antichità capitoline per un dipinto di Giacomo Zoboli, in: Bollettino dei musei comunali di Roma, 1995, 9, pp. 35-47
^Vittorio Casale, I quadri di canonizzazione: Lazzaro Baldi e Giacomo Zoboli, in: Paragone Arte, 1982, 389, pp. 33-61, alla p. 49
^Maurilio Lovatti, L'Assunta di Giacomo Zoboli, in: M. Bonetti, M. Lovatti, La chiesa vecchia dell'Assunta nel quartiere Chiesanuova a Brescia, Brescia, 2022, pp. 25-33, alla p. 28
^abMaria Barbara Guerrieri Borsoi, I disegni di Giacomo Zoboli (1681-1767) nel Museo Barocco di Ariccia in M. B. Guerrieri Borsoi, F. Petrucci (ed.), Il museo del Barocco romano, De Luca, Roma 2008, pp. 89-152, alla p. 95
^ Sergio Guarino, I quadri Sacchetti e Pio, Pinacoteca Capitolina. Catalogo generale, a cura di S. Guarino e P. Masini, 2006, p. 14.
^[1]Nota sulla Collezione Sacchetti dal Sito dei Musei Capitolini di Sergio Guarino
^C. Pietrangeli, Villa Paolina, in: Studi Romani, n. 7. 1959, pp. 287-298
^Maria Barbara Guerrieri Borsoi, I disegni di Giacomo Zoboli (1681-1767) nel Museo Barocco di Ariccia in M. B. Guerrieri Borsoi, F. Petrucci (ed.), Il museo del Barocco romano, De Luca, Roma 2008, pp. 89-152, alla p. 105
^abDizionario Biografico degli artisti, in AA. VV., La pittura in Italia. Il Settecento, Electa, Milano 1990, tomo II, pp. 599-908, alla p. 904
^Maria Barbara Guerrieri Borsoi, L'attività romana di Giacomo Zoboli, in: Antichità viva, 1983, a. XXII, pp. 11-21, alla p. 11
^Maria Barbara Guerrieri Borsoi, L'attività romana di Giacomo Zoboli, in: Antichità viva, 1983, a. XXII, pp. 11-21, alla p. 12
^Giorgio Falcidia, Di Benefial, di Stefano Parrocel e d'altro, in: Prospettiva, 1983-84, n. 33-36, pp. 287-295, alla p. 292, n. 9
^Maria Barbara Guerrieri Borsoi, L'attività romana di Giacomo Zoboli, in: Antichità viva, 1983, a. XXII, pp. 11-21, alla p. 13
^Maria Barbara Guerrieri Borsoi, I disegni di Giacomo Zoboli (1681-1767) nel Museo Barocco di Ariccia in M. B. Guerrieri Borsoi, F. Petrucci (ed.), Il museo del Barocco romano, De Luca, Roma 2008, pp. 89-152, alla p. 94
^Angela Negro, Indagini sul territorio. Il cardinal Corradini committente e la chiesa del Bambin Gesù a Sezze, in: E. Borsellino, V. Casale (ed.), Roma e il tempio del gusto. La pittura del Settecento romano e la sua diffusione a Venezia e Napoli, Edifir, Roma 2001, pp. 67-79, alle pp. 72-73
^Gusmano Soli, Le chiese di Modena, Modena 1974, vol. I, p. 45; vol. II, p. 147
^Pier Vigilio Begni Redona, Quattrocento anni di storia dell'arte a Brescia: pittura e scultura nel Duomo Nuovo, in: Il Duomo nuovo di Brescia 1604-2004, a cura di M. Taccolini, Grafo, Brescia 2004, pp. 131-200, alla p. 199, n. 96
^Maurilio Lovatti, L'Assunta di Giacomo Zoboli, in: M. Bonetti, M. Lovatti, La chiesa vecchia dell'Assunta nel quartiere Chiesanuova a Brescia, Brescia, 2022, pp. 25-33, alla p. 31
^Maria Barbara Guerrieri Borsoi, I disegni di Giacomo Zoboli (1681-1767) nel Museo Barocco di Ariccia in M. B. Guerrieri Borsoi, F. Petrucci (ed.), Il museo del Barocco romano, De Luca, Roma 2008, pp. 89-152, alla p. 96
^Maria Barbara Guerrieri Borsoi, L'attività romana di Giacomo Zoboli, in: Antichità viva, 1983, a. XXII, pp. 11-21, alla p. 18
Bibliografia
Maria Barbara Guerrieri Borsoi, Disegni di Giacomo Zoboli, Ed. De Luca, Roma 1984
Maria Barbara Guerrieri Borsoi, L'attività romana di Giacomo Zoboli, in Antichità viva, 1983, pp. 11-21
Lucia Garofalo, Maurilio Lovatti, Giacomo Zoboli: una pala ritrovata e alcune osservazioni sui dipinti bresciani, in Civiltà Bresciana, 2024, n. 1, pp. 145-157
Zoboli, Jacopo, in Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, a cura di U. Thieme, F. Becker, vol. XXVI, Lipsia 1947, p. 537
G. Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, Allemandi, Torino 1994, ISBN 88-422-0465-X.
Francesco Petrucci, Pittura di Ritratto a Roma. Il Settecento, 3 voll., Andreina & Valneo Budai, Roma 2010, ad indicem