Linneo nel 1753 nel creare il nome generico di queste piante ha pensato indubbiamente alla forma di “elmo” del labbro superiore della corolla.[2]Galeopsis è un antico nome greco/latino (derivato da "galea" = casco) già usato da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, per qualche pianta simile alle ortiche.[3][4] L'epiteto specifico (bifida) significa "separata o divisa in due" o anche "con labbro leporino" e fa riferimento alla particolare forma della corolla di questa pianta.[5][6]
Il nome scientifico della specie stato definito per la prima volta dal botanico olandese, funzionario prussiano, avvocato, agricoltore e medico Clemens Maria Friedrich von Boenninghausen (1785-1864) nella pubblicazione "Prodromus Florae Monasteriensis Westphalorum - 178. 1824" del 1824.[7]
Descrizione
Questa specie di piante può raggiungere i 20 – 40 cm di altezza (massimo 100 cm per le varietà asiatiche). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[2][8][9][10][11][12][13][14]
La parte aerea del fusto è robusta, eretta, ramoso-corimbosa e a sezione tetragona a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. Ai nodi il fusto è ingrossato-clavato e ricoperto da setole patenti o riflesse e spesso da brevi peli ghiandolari. In genere la pubescenza è distribuita sulle facce opposte alternativamente.
Foglie
Le foglie lungo il fusto sono disposte 2 a 2 in modo opposto e con verticilli alternati. La lamina, a forma da ovato-lanceolata a lanceolata con base ottusa, è picciolata e sparsamente pubescente sulla faccia abassiale e ricoperta di peli ispidi appressati sulla faccia adassiale (anche il picciolo è pubescente). I bordi sono provvisti di 6 - 10 denti ottusi per lato. Lunghezza del picciolo: 1 – 3 cm. Dimensione della lamina fogliare: larghezza 1 – 4 cm; lunghezza 5 – 8 cm.
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da fiori (6 – 10 fiori) disposti in verticillastri all'ascella delle foglie superiori. L'asse dell'infiorescenza è ricoperto da peli ghiandolari gialli o nulli. Sono presenti delle brattee da lineari a lanceolate simili alle foglie con base più o meno membranosa, margini ispidi e apice spinescente. Le brattee del verticillo superiore sono disposte in modo opposto. Lunghezza delle brattee: 3 – 6 mm.
Formula fiorale. Per questa specie la formula fiorale della famiglia è la seguente:[9][11]
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, drupa (4 nucole)
Calice: il calicegamosepalo e sub-attinomorfo è strettamente campanulato a 10 nervi con 5 denti acuti strettamente triangolari con lunghezze subuguali. Il calice è lievemente pubescente all'interno e ispido all'esterno. Dimensione del tubo calicino: 5 – 7 mm; lunghezza dei denti 4 – 6 mm.
Corolla: la corollazigomorfa e gamopetala è a forma tubolare; i 4[12]/5 petali sono completamente fusi nella tipica forma bilabiata di questa famiglia. All'apice la corolla si allarga per dare spazio a due labbra. I labbro superiore ha il margine intero (o denticolato) è villoso e la forma ricorda quella di un elmo. Il labbro inferiore è trilobo: quello centrale è retuso, bilobo o bifido fin dalla base; i due lobi laterali più piccoli. Il colore della corolla è rosa con macchie gialle (posizionate nella parte interna delle fauci). Le fauci della corolla sono prive dell'anello di peli presente invece in altri generi della famiglia delle Lamiaceae. La corolla inizialmente è inclusa nel calice, poi all'antesi è lunga il doppio del calice stesso. Lunghezza della corolla: 10 – 15 mm.
Androceo: l'androceo possiede quattro stamididinami e sporgenti dalla corolla e posizionati sotto il labbro superiore. I filamenti sono adnati alla corolla e leggermente pubescenti alla base. Le antere sono biloculari. Le teche sono più o meno distinte. La deiscenza è longitudinale per due valve. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
Gineceo: l'ovario (tetraloculare) è supero formato da 2 carpelli saldati (ovario bicarpellare). Lo stilo, inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico), ha lo stigma bifido.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i ruderi, gli incolti e le radure; ma anche le siepi, i margini dei boschi e le schiarite forestali. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[16]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini queste piante si possono trovare fino a 1500 ms.l.m. (fino a 4000 ms.l.m. in alcune parti della Cina[14]); nell'areale alpino frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Galeopsis bifida appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. Il genereGaleopsis si compone di qualche decina di specie, otto delle quali vivono in Italia e nell'ambito della famiglia sono descritte all'interno della sottofamiglia Lamioideae caratterizzata dallo stilo di tipo ginobasico e dal polline3-colpato con 2 celle.[12] Nelle classificazioni più vecchie la famiglia è chiamata Labiatae.
La specie di questa voce (insieme alla specie simile Galeopsis tetrahit L. - Canapetta comune) è allopoliploide derivata dall'incrocio di Galeopsis speciosa Miller (Canapetta screziata) con Galeopsis pubescens Besser (Canapetta pubescente) e ulteriormente reincrociata con G. pubescens. La variabilità si manifesta nei seguenti caratteri morfologici:[8]
il portamento;
la pelosità;
la presenza di screziature cerose presso i nodi;
il numero dei fiori per ciascun verticillo dell'infiorescenza;
le dimensioni dei denti del calice;
la dimensione e il colore della corolla (a volte giallastra, quasi bianca).
Ulteriori analisi di tipo molecolare[19] hanno dimostrato che le due specie provengono da cladi distinti e che i dati morfologici sono più variabili rispetto ai marcatori molecolari.
La tabella seguente evidenzia le differenze morfologiche tra la specie di questa voce e la specie G. tetrahit:[8]
Specie
Tipo si pubescenza nell'infiorescenza
Corolla
Morfologia del labbro inferiore
G. tetrahit
setole patenti o riflesse
lunghezza di 15 – 20 mm
intero e più o meno quadrato
G. bifida
peli ghiandolari gialli
lunghezza di 10 – 15 mm con chiazze gialle alle fauci
retuso, bilobo o bifido
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Galeopsis bifida var. emarginata Nakai
Galeopsis pallens Briq.
Galeopsis pernkofferi Wettst.
Galeopsis tetrahit subsp. bifida (Boenn.) Nyman
Galeopsis tetrahit var. bifida (Boenn.) Lej. & Courtois
Galeopsis tetrahit var. bifida (Boenn.) Kudô
Galeopsis tetrahit var. parviflora Benth
Altre notizie
La galeopside bifida in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
(DE) Zweizipfliger Hohlzahn
(FR) Galéopsis bifide
(EN) Lesser Hemp-nettle
Note
^abGaleopsis bifida, su The Plant List. URL consultato il 30 luglio 2016.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 98, ISBN 88-7621-458-5.
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 221.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 31 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).