Linneo nel 1753 nel creare il nome generico di queste piante ha pensato indubbiamente alla forma di “elmo” del labbro superiore della corolla.[2]Galeopsis è un antico nome greco/latino (derivato da "galea" = casco) già usato da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, per qualche pianta simile alle ortiche.[3][4] L'epiteto specifico (angustifolia) deriva dalla forma delle foglie: strette e lanceolate.[5][6]
Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dal botanico svizzero Jakob Friedrich Ehrhart (Holderbank, 4 novembre 1742 – Herrenhäuser, 26 giugno 1795) perfezionato in seguito dal botanico germanico Georg Franz Hoffmann (1760 - 1826) nella pubblicazione "Deutschlands Flora oder Botanisches Taschenbuch - Ed. II. 8. (1795)" del 1795.[7]
Descrizione
Questa specie di piante può raggiungere i 30 – 40 cm di altezza. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[2][8][9][10][11][12][13]
La parte aerea del fusto è ascendente e a sezione tetragona a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. In alto è ramoso e ai nodi è privo di ingrossamenti. La superficie presenta dei peli crespi appressati non ghiandolosi e neppure rigidi. Non è pruinoso.
Foglie
Le foglie sono strettamente lanceolate (5 – 10 volte più lunghe che larghe) e a disposizione opposta; il margine fogliare può essere intero o poco dentato (2 – 4 denti per lato). Entrambe le pagine fogliari presentano dei peli sparsi. Sono brevemente picciolate o sub – sessili. Dimensione delle foglie: larghezza 2 – 5 mm; lunghezza 20 – 30 mm.
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da fiori (6 – 10 fiori) disposti in verticillastri all'ascella delle foglie superiori, ed è sorretta da brattee acuminato – spinose (quasi lesiniformi) molto simili alle foglie vere e proprie. Le brattee del verticillo superiore sono disposte in modo opposto.
Formula fiorale. Per questa specie la formula fiorale della famiglia è la seguente:[9][11]
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, drupa (4 nucole)
Calice: il calicegamosepalo e sub-attinomorfo è strettamente campanulato a 10 nervi con 5 denti acuti lunghi tutti uguali. Il calice è lievemente pubescente (peli opachi) oppure è subglabro. Dimensione del tubo calicino: 4 – 6 mm; lunghezza dei denti 3 – 4 mm.
Corolla: la corollazigomorfa e gamopetala è a forma tubolare; i 4[12]/5 petali sono completamente fusi nella tipica forma bilabiata di questa famiglia. All'apice la corolla si allarga per dare spazio a due labbra. I labbro superiore ha il margine intero e la forma ricorda quella di un elmo. Il labbro inferiore è trilobo: quello centrale è bifido fin dalla base con una sporgenza centrale più chiara (a forma di dente cavo sui due lati); i due lobi laterali più piccoli sporgono penduli all'esterno. Il colore della corolla è rosa intenso quasi rosso - purpureo con macchie bianche (posizionate nella parte interna delle fauci). Le fauci della corolla sono prive dell'anello di peli presente invece in altri generi della famiglia delle Lamiaceae. Il tubo corollino è lungo 1 – 2 cm. Dimensione delle labbra: 4 – 5 mm.
Androceo: l'androceo possiede quattro stamididinami e sporgenti dalla corolla e posizionati sotto il labbro superiore. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere sono biloculari. Le teche sono più o meno distinte. La deiscenza è longitudinale per due valve. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
Gineceo: l'ovario (tetraloculare) è supero formato da 2 carpelli saldati (ovario bicarpellare). Lo stilo, inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico), ha lo stigma bifido.
Distribuzione: è una specie comune e quindi distribuita in tutta Europa. In Italia si trova al nord e al centro. Alcune ricerche fatte in Inghilterra hanno comunque rilevato un certo declino della presenza di questa pianta in varie zone d'Europa. Questo a causa di un diffuso uso di diserbanti e fertilizzanti e di uno sviluppo altamente produttivo di varietà coltivate. Nelle Alpi è ovunque comune, mentre sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[15]
Habitat: la pianta può vegetare in vari habitat quali coltivi pietrosi, cave di ghiaia, ma anche in terreni detritici e lungo le massicciate ferroviarie o argini dei fiumi. La specie è basifila, per questo di preferenza si trova in zone petrose. La sua distribuzione è correlata con vegetazione aperta e suoli ben drenati posti in località soleggiate. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1700 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino Galeopsis angustifolia appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità delle fessure delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thalaspietea rotundifolii
Ordine: Stipetalia calamagrostis
Alleanza: Stipion calamagrostis
Areale italiano
Per l'areale completo italiano Galeopsis angustifolia appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
L'alleanza Stipion calamagrostis è relativa alle comunità di ghiaioni mobili calcarei, che si sviluppano nelle aree da collinari a montane, o altri substrati ricchi di basi. In genere costituisce stadi dinamici bloccati. Questa alleanza si trova sulle Alpi, sui Carpazi e nelle zone submediterranee dell'Europa.
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Tassonomia
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. Il genereGaleopsis si compone di qualche decina di specie, otto delle quali vivono in Italia. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia è chiamata Labiatae.
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 33.1.1 ALL. STIPION CALAMAGROSTIS JENNY-LIPS EX QUANTIN 1932. URL consultato il 22 luglio 2016.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 98, ISBN 88-7621-458-5.
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 221.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 22 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).