František Hrubín![]() František Hrubín (Praga, 17 settembre 1910 – České Budějovice, 1º marzo 1971) è stato un poeta e scrittore ceco. BiografiaHrubín trascorse la sua infanzia presso la famiglia materna a Lešany, dove frequentò la scuola elementare e visse quelle esperienze ed emozioni che rimasero impresse nella sua memoria e risultarono fonte di ispirazione per gran parte della sua vita letteraria, assieme alle immagini della campagna boema ed a quelle di Praga dal secondo dopoguerra fino alla sua morte.[1] Hrubín ritornò a Praga per iscriversi alle scuole superiori e all'Università Carolina, presso la quale dal 1932, frequentò la facoltà di filosofia, che abbandonò prima di laurearsi.[2] Nel 1934 si impiegò alla Biblioteca Comunale di Praga e successivamente al ministero dell'Informazione.[1] Nel 1956 criticò, assieme a Jaroslav Seifert, il regime comunista che governava in quegli anni il suo Paese.[2] La carriera di Hrubín si può suddividere in tre periodi creativi: il primo, dagli esordi fino alla metà degli anni trenta ed il terzo, dalla metà degli anni cinquanta in poi, si caratterizzarono per una maggiore propensione all'ottimismo, alla fiducia per la natura e per l'uomo, sottolineata dalle mirabili descrizioni di paesaggi naturali e da immagini sensuali.[3] Nella fase poetica intermedia Hrubín, invece, venne influenzato dalla drammatica situazione politica, sociale, storica, causata dalle dittature europee e dalla seconda guerra mondiale, e dai conseguenti eventi ed episodi personali di vita luttuosa, tragica e disperata.[3] Questa varietà e completezza contenutistica, unita ad uno stile melodioso e ritmico ed a peculiarità sintattiche e semantiche resero Hrubín uno dei più importanti letterati del suo Paese.[3] Tra le sue opere più significative si possono citare: Zpíváno z dálky ("Cantato da lontano", 1933) e Krásná po chudobě ("Bella in povertà", 1935), entrambe incentrate sulle tematiche sociali, relazionali, affettive ed ambientali; Země po polednách ("La terra nei meriggi", 1937), invece si distinse per le innovazioni stilistiche e per le metafore; Včelí plást ("Il favo delle api", 1940), Země sudička ("La terra Parca", 1941), Mávnutí křídel ("Sventolio di ali", 1944), Cikády ("Cicale", 1944), Řeka nezapomnění ("Il fiume del non-oblio", 1946), Nesmírný krásný život ("L'immensa bella vita", 1947), Hirošima ("Hiroshima", 1948), sono intrise di rievocazioni belliche che ruotano attorno ai grandi temi quali la natura, l'amore, la morte; Můj zpěv ("Il mio canto", 1956) e Romance pro křídlovku ("Romanza per un filicorno", 1962), esaltano il trionfo dell'amore, del bene, della bontà sulla morte, distruzione e cattiveria umana.[4] Sono da ricordare le collaborazioni di Hrubín con numerose riviste e la direzione di Malý čtenář ("Piccolo lettore", 1940–1941) e Mateřídouška ("Timo", 1945–1948), oltreché la sua attività di scrittore della letteratura per l'infanzia. Nel 1966 lo Stato gli conferì il titolo di Artista nazionale. OpereRaccolte di poesie
Prosa
Drammaturgia
Letteratura per l'infanzia
Note
Bibliografia
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