Il vascello da 110 cannoni Foudroyant, appartenente a una nuova generazione di vascelli a tre ponti per la Marine royale di Luigi XV fu costruita presso l'Arsenale di Brest. La costruzione della nave iniziò nel gennaio 1723 su progetto dell'ingegnere navale Laurent Hélie. L'unità venne varata nell'aprile 1724 entrando in servizio l'anno successivo.[3]
Lunga 56,47 metri (ponte cannoni) e 49,70 metri (chiglia), aveva una larghezza di 15,27 metri e un pescaggio di 7,42 metri con un dislocamento di 2.400/3.700 tonnellate.[4] Aveva tre alberi (albero di trinchetto, albero maestro e albero di mezzana) dotati di vele quadre.[4] L'equipaggio era composto da 1.000 uomini, che aumentavano a 1.150 in caso di guerra.[4] L'armamento previsto composto da trenta cannoni da 48 libbre nella prima batteria, trentadue cannoni da 18 nella seconda, ventotto cannoni da 12 nella terza, oltre a sedici cannoni da 8 e quattro da 6 sui castelli di prua.[3] Fu il solo vascello a tre ponti ad essere costruito nella prima metà del XVIII secolo[5] in quanto un secondo, il Royal Louis, ancora più grande, andò distrutto a causa di un incendio mentre si trovava sullo scalo di costruzione.[3]
L'unità, già nominalmente fuori servizio dal 1731, rimase all'ancora nel porto di Brest fino al 1742.[3] In quegli anni furono impostate nuove navi solo per sostenere una minima attività negli arsenali francesi, dato il protrarsi di un lungo periodo di pace, nonché delle difficoltà finanziarie dello Stato, che giustificavano questa politica.[6] Il Foudroyant venne radiato il 3 aprile 1742, e demolito tra il 2 maggio 1742 e il 1743.[5][4]
Note
Annotazioni
^I quattro cannoni da 6 libbre non vennero mai installati.
(FR) Martine Acerra e André Zysberg, L'essor des marines de guerre européennes: vers 1680-1790, Paris, SEDES, 1997, ISBN2-7181-9515-0.
(EN) Alain Boulaire, La Marine française : De la Royale de Richelieu aux missions d'aujourd'hui, Quimper, éditions Palantines, 2011, ISBN978-2-35678-056-0.
(FR) Olivier Chaline, La mer et la France: Quand les Bourbons voulaient dominer les océans, Paris, Flammarion, 2016, ISBN978-2-08-133327-7.
(FR) Alain Demerliac, La Marine de Louis XV: Nomenclature des Navires Français de 1715 à 1774, Nice, Oméga, 1995.
(FR) Georges Lacour-Gayet, La Marine militaire de la France sous le règne de Louis XV, Paris, Honoré Champion éditeur, 1910.
(EN) Andrew Lambert, War at Sea in the Age of Sail 1650-1850, London, Cassell & Co., 2000, ISBN0-85177-138-6.
(FR) Jean Meyer e Martine Acerra, Histoire de la marine française : des origines à nos jours, Rennes, éditions Ouest-France, 1994, ISBN2-7373-1129-2.
(FR) Rémi Monaque, Une histoire de la marine de guerre française, Paris, éditions Perrin, 2016, ISBN978-2-262-03715-4.
(FR) Jean-Michel Roche, Dictionnaire des bâtiments de la flotte de guerre française de Colbert à nos jours 1671-1870. Volume 1, éditions LTP, 2005, ISBN978-2-9525917-0-6.
(FR) Michel Vergé-Franceschi, La Marine française au XVIIIe siècle: guerres, administration, exploration, Paris, SEDES, 1996, ISBN2-7181-9503-7.
(FR) Michel Vergé-Franceschi, Dictionnaire d'histoire maritime, Paris, éditions Robert Laffont, 2002, ISBN2-221-08751-8.
(EN) Rif Winfield e Stephen S Roberts, French Warships in the Age of Sail 1626–1786: Design, Construction, Careers and Fates, Barnsley, Seaforth Publishing, 2017, ISBN978-1-4738-9351-1.