Le ferrovie eritree sono i resti delle linee costruite durante l'occupazione italiana. Si limitano attualmente alla sola tratta Massaua – Asmara, anche se è allo studio un prolungamento della stessa fino a Cheren. Essendo di derivazione coloniale, si tratta di una rete a scartamento ridotto di collegamento tra la costa e l'interno.
Storia
La prima ferrovia in assoluto in Eritrea fu un breve tratto di fabbricazione inglese, realizzato a scopi militari durante la spedizione britannica in Abissinia del 1868. Da Zula, sul golfo omonimo dove la spedizione era sbarcata, si inoltrava per una decina di chilometri verso l'interno,[1] e aveva la funzione di supportare l'avanzata inglese nell'entroterra dell'Etiopia. Fu smantellata al termine della spedizione.
La prima ferrovia permanente venne costruita dall'Italia, sempre per ragioni militari, nel 1888. I lavori iniziarono con il generale Tancredi Saletta nel 1887 e proseguirono con il generale Alessandro Asinari di San Marzano[2]. Essa, a scartamento ridotto, partiva da Massaua per arrivare alle fortificazioni di Saati (poco dopo Dogali), rioccupate dagli italiani il 1º febbraio 1888. La ferrovia, completata il 15 marzo 1888, era lunga 26 km. Guidava i lavori l'ingegner Olivieri.
Alla fine degli anni trenta, all'interno del porto di Assab furono costruiti alcuni raccordi ferroviari, in previsione di un collegamento verso Dessiè e Addis Abeba, anch'esso mai costruito.
Attualmente in Eritrea è in funzione una sola linea ferroviaria, la Massaua – Asmara, costruita e aperta al traffico tra il 1901 e il 1911, chiusa nel 1978, e successivamente riattivata fra il 1994 e il 2003.
Le tratta fu aperta tra il 1925 ed il 1928. Attualmente è quasi tutta scomparsa (in alcuni casi distrutta nella seconda guerra mondiale) e/o riutilizzata per altri scopi.
La stazione ferroviaria di Agordat, che fu costruita in stile arabesco, viene usata attualmente per il piccolo locale aeroporto
Oltre Agordat i binari raggiunsero Biscia nel 1932, per altri 31 km di percorso. Vi erano progetti di continuare la ferrovia fino a Cassala, nel Sudan, da parte delle autorità italiane negli ultimi anni trenta. Furono fatti i ponti della tratta Biscia-Tesseney, e la muratura della Stazione di Tesseney vicino al confine sudanese, ma le rotaie non furono sistemate a causa dell'inizio delle ostilità nel 1940.[6]
^Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale, vol. 1, Milano 1992, pp. 265, 278, 284-290.
^Schema della linea riprodotto in due parti: prima (JPG), su ferroviaeritrea.it. URL consultato il 30 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013). E seconda (JPG), su ferroviaeritrea.it. URL consultato il 30 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).