Federazione italiana modellisti ferroviari e amici della ferrovia

Federazione italiana modellisti ferroviari e amici della ferrovia
ScopoPromozione del modellismo ferroviario

La Federazione italiana modellisti ferroviari e amici della ferrovia (FIMF) è un'associazione italiana privata, senza fini di lucro, fondata da Italo Briano a Genova nel 1953, che ha per scopo la promozione dell'interesse per le ferrovie e i trasporti su rotaia e del modellismo ferroviario.

Organizzazione

Comprende quali soci sia singoli appassionati, fermodellisti[1] e feramatori, sia gruppi di appassionati associati alla federazione quali soci della stessa.

Suoi organi di stampa ufficiali sono stati dapprima la rivista Italmodel Ferrovie, periodico bimestrale e poi mensile edito dal 1951 al 1979[2] e poi il Bollettino FIMF, periodico bimestrale edito dal 1961.

È la rappresentante ufficiale in Italia della federazione delle associazioni nazionali europee MOROP.

Dopo la presidenza del Briano si successero alla sua dirigenza il baritono Gino Bechi, il dirigente dell'Azienda Tramviaria Municipale di Milano ingegner Ivo Angellini, il presidente del Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci professor Francesco Ogliari, il dirigente generale delle Ferrovie dello Stato ingegner Piero Muscolino, poi succeduto dal suo vice-reggente Marco Icardi e, dal 2015, l'ingegnere chimico Antonello Lato, direttore del Museo del Treno dell'Associazione Culturale Amici delle Ferrovie, con sede in Montesilvano.

Il distintivo della FIMF fu disegnato, nel 1952, da Arnaldo Pocher[3].

Note

  1. ^ Il neologismo "fermodellismo", probabilmente dovuto allo stesso Italo Briano, non essendo usato al di fuori delle pubblicazioni specialistiche ha avuto limitata accoglienza nel linguaggio corrente e nei dizionari della lingua italiana: cf In memoria di Italo Briano, in I treni oggi, 7 (1986), n. 57, p. 34.
  2. ^ Edito fino al 1974 dalla casa editrice del Briano e poi dalle Edizioni La modeltecnica di proprietà di Enrico Milan. La pubblicazione cessò a causa della morte, per incidente stradale, del Milan.
  3. ^ Paolo Marini, Arnaldo Pocher, una storia italiana, in Tutto treno, 24 (2011), n. 256, p. 59.

Bibliografia

  • Italo Briano, Storia delle ferrovie in Italia, Milano, Cavallotti, 1977

Voci correlate

Collegamenti esterni

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