Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci
Il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci ha sede a Milano; aperto nel 1953[1], con i suoi 50 000 m² complessivi è il più ampio museo tecnico-scientifico in Italia e uno dei maggiori in Europa[2]. Possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo da Vinci[2]. È visitato da oltre 500 000 persone all'anno.[3] Le collezioni contano 19 000 beni storici e includono testimonianze rappresentative della storia della scienza, della tecnologia e dell'industria italiane dal XIX secolo ai giorni nostri. Nei suoi 14 laboratori interattivi si svolgono attività che seguono il metodo educativo basato sull'educazione informale.[4] Il museo collabora con i principali musei scientifici europei e mondiali e dal 2003 è membro di ECSITE (European Collaborative for Science, Industry and Technology Exhibitions). Il museo è dal 2000 una fondazione di diritto privato, i cui soci fondatori sono il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; i partecipanti sostenitori sono Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Milano; le principali università milanesi fanno parte del consiglio scientifico. Il museo è collocato in via San Vittore 21 nell'antico monastero di San Vittore al Corpo,[5] a fianco alla chiesa omonima, nelle vicinanze del luogo dove Leonardo possedeva alcuni terreni coltivati a vigna, all'epoca appena fuori le mura cittadine. È anche non lontano dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove si trova il celebre Cenacolo, e dalla Basilica di Sant'Ambrogio. StoriaIl Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci sorge in un chiostro benedettino diventato nel XVI secolo monastero olivetano, annesso alla chiesa di San Vittore al Corpo.[5] Tra i chiostri del museo sono ancora ben visibili i resti della grande cinta fortificata che custodiva un mausoleo imperiale romano.[6] I lavori che portarono alla realizzazione dei due grandi chiostri e di un dormitorio furono avviati dai monaci Olivetani agli inizi del Cinquecento.[5] Alla fine il complesso comprendeva celle dei monaci, foresteria, biblioteca (oggi Sala delle Colonne), appartamento abbaziale, sala del Capitolo, ospizio dei novizi, orti, giardini e una vigna. Nel 1560 iniziarono le opere della nuova chiesa. Su progetto di Giuseppantonio Castelli da Monza all'inizio del XVIII secolo si costruì il refettorio (oggi Sala del Cenacolo), dove Pietro Gilardi eseguì l'affresco delle Nozze di Cana. Agli inizi del XIX secolo, con l'occupazione napoleonica, il monastero divenne prima ospedale militare, poi caserma. L'industriale Guido Ucelli riuscì a ottenere l'area nel 1947. L'architetto Piero Portaluppi guidò fino al 1952, insieme a Enrico Griffini e Ferdinando Reggiori, i lavori di ristrutturazione, che ebbero per oggetto pavimenti, strutture, volte, arcate dei chiostri, sotterranei, la sala delle Colonne e la sala del Cenacolo.[7] Il 15 febbraio 1953 il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" fu inaugurato alla presenza del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Comprendeva inizialmente una biblioteca, due bar e sale per congressi. Entro l'anno immediatamente successivo sorse una nuova palazzina per uffici, biblioteca tecnica, sala riunioni e il cinema-sala congressi da 600 posti. Tra il 1953 e il 1956 nacque il Museo del volo in un'area rivolta su Via Olona. Si trattava di un hangar metallico di 30x70 metri messo a disposizione dall'Ente Fiera Milano e completato da materiale storico dell'Ufficio Storico dello Stato maggiore dell'Aeronautica militare (in deposito temporaneo). Nel 1959 si discusse la costruzione di un nuovo fabbricato in cui collocare il Museo del Volo. I lavori si svolsero tra il 1960 e il 1963 grazie a una convenzione con il Comune di Milano e a un finanziamento della giunta. Nei 2 000 m² che avevano custodito il Museo del Volo, tra il 1967 e il 1969 sorse una sezione dedicata ai trasporti ferroviari. Grazie alla collaborazione con le Ferrovie dello Stato e le Ferrovie Nord Milano, locomotori, vagoni e segnali giunsero al Museo dalla stazione ferroviaria di Porta Genova a bordo di speciali automezzi. È del 1970 la prima visita guidata al museo, inizio di un'intensa attività divulgativa dei laboratori nati nel 1993. Negli anni a seguire, numerose esposizioni e le mostre hanno coinvolto il Museo sui temi dedicati alla radio, alla televisione, a Marconi e Leonardo da Vinci.[8][9][10][11][12][13] Nell'agosto 1999, durante la direzione di Domenico Lini, un decreto legislativo trasformò l'ente di diritto pubblico in fondazione di diritto privato. Nel 2001 venne nominato direttore Fiorenzo Galli e si diede inizio a un'intensa attività di riallestimento e apertura di nuove sezioni espositive e laboratori interattivi. Nel 2005 fu trasportato al museo e musealizzato il sottomarino Enrico Toti e vennero aperti i nuovi laboratori interattivi di genetica e biotecnologie e robotica. Nel 2007 fu riaperto l'auditorium, completamente ristrutturato, e inaugurate la nuova area elicotteri e la sezione dedicata al ciclo di vita dei prodotti. Nel 2008 aprirono le nuove aree dedicate a telegrafia, telefonia e televisione, l'area dei piccoli e la sezione dedicata al petrolio. Nel 2009 furono aperte le aree dedicate alla gomma, alle sostanze adesive e la nuova libreria del museo (MUST shop). Nel giugno 2009 il Museo ospitò la conferenza annuale di ECSITE (European Network of Science Centres and Museums). Il laboratorio dedicato all'alimentazione e l'area nanotecnologie sono del 2010, del 2011 la sezione dedicata all'industria chimica di base. Nel 2013 fu inaugurata la nuova area acciaio e aprì rinnovato il laboratorio interattivo materiali. Nel 2014 fu la volta della nuova sezione dedicata allo spazio, che espone l'unico frammento lunare in possesso dell'Italia e la nuova area dedicata al tinkering. Nel 2015 è stata inaugurata l'area dedicata all'alluminio e la mostra interattiva permanente #FoodPeople dedicata ai temi dell'alimentazione. Nello stesso anno è stato esposto nel padiglione aeronavale il catamarano ad ala rigida AC72 Luna Rossa e apre il Maker Space. Nel 2016 sono state inaugurate, ospitando alcune delle esposizioni della XXI Triennale di Milano, le Cavallerizze, un nuovo edificio ottenuto dall'intervento di recupero architettonico di due antiche scuderie del XVIII secolo, portando la superficie complessiva del museo a circa 50 000 m², la metà dei quali espositivi.[14] Questi interventi di ampliamento e restauro sono stati realizzati anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96.[15]
CollezioniIl museo raccoglie e conserva un ampio patrimonio dedicato allo sviluppo scientifico e tecnologico con particolare attenzione all'Italia. Le collezioni si sono formate a partire dagli anni trenta del Novecento e comprendono 16.000 beni storici tra cui strumenti tecnico scientifici, macchine e impianti collegati ai temi dei trasporti, dell'energia, dell'industria siderurgica, delle telecomunicazioni, dell'informatica e dell'astronautica. Oltre a questi, una collezione di beni artistici che comprende circa 2 500 tra dipinti, disegni, sculture, oggetti d'arte applicata e medaglie; un archivio cartaceo e fotografico e una biblioteca con 40 000 testi e riviste. Le collezioni continuano a crescere grazie alle donazioni effettuate da privati, aziende e istituzioni.[16][17][18] Sezioni storicheLe esposizioni permanenti del Museo sono divise in macro-aree tematiche:
Galleria "Leonardo da Vinci"Il museo possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo, una selezione dei quali è esposta nella Galleria "Leonardo da Vinci" al primo piano.[1] Sono presenti modelli costruiti sulla base di disegni su soggetti civili, come la gru girevole o la macchina battipalo, a quelle militari, come la nave veloce speronatrice o lo scafandro, dagli studi sull'architettura, con il modello della città ideale a quelli sul volo, con la famosa vite aerea. È visibile anche un telaio automatico in legno, a grandezza naturale e perfettamente funzionante, realizzato a partire da studi sui codici leonardeschi.[19][20] Sulle pareti al di sopra dei modelli sono collocati pannelli riproducenti particolari di opere artistiche del genio fiorentino, mentre su quelle opposte ingrandimenti di pagine di codici con appunti relativi ai suoi molteplici studi in diversi campi del sapere quali l'anatomia, la fisica, la botanica, la matematica, la geologia e la cartografia.
Sottomarino Enrico Toti S506Il museo espone nella sua area esterna e presenta come uno degli oggetti faro il sottomarino Enrico Toti (S 506), entrato a far parte delle collezioni nel 2005. Il Toti, primo sottomarino costruito in Italia dopo la seconda guerra mondiale, fu varato nel 1967 nel cantiere navale di Monfalcone ed entrò in servizio per la Marina Militare Italiana nel 1968. Si tratta di un SSK (Submarine-Submarine Killer): un sottomarino destinato a individuare ed eventualmente distruggere altri sottomarini, e in particolare i grandi lanciamissili a propulsione nucleare del blocco sovietico, una delle armi più temute durante la Guerra fredda. Fa parte della classe Toti (ne è il capoclasse), composta da quattro battelli di piccole dimensioni che hanno solcato il mar Mediterraneo fino alla fine degli anni novanta. Il Toti è giunto al Museo nel 2005 dopo un lungo viaggio via mare e via terra. Radiato nel 1999 il sottomarino, dopo 30 anni di servizio attivo, la sua donazione da parte della Marina Militare italiana al Museo viene formalizzata e sottoscritta tra il 2000 e il 2001. Il 5 aprile 2001 inizia il viaggio vero e proprio: un mese di navigazione (trainato) da Augusta (Siracusa) al porto fluviale di Cremona. Dal 2001 al 2005 il sottomarino rimane ancorato al porto; questo periodo è stato impiegato per reperire le risorse economiche e per studiare le migliori soluzioni tecniche per affrontare su strada gli ultimi 93 km che lo separano dal Museo. Tra il 9 e il 14 agosto 2005, in 4 notti, si svolge il viaggio su ruote. Il 7 dicembre 2005 il sottomarino viene infine aperto al pubblico.[21][22] Gli oggetti più significativiTra gli oggetti che il museo presenta come propri capolavori, oltre al sottomarino Toti e ai modelli della Galleria Leonardo da Vinci ci sono:[23]
Settore astronomia e astrofisicaLa prima parte dell’esposizione racconta l’osservazione del cosmo dalla Terra, dove sono esposti oggetti storici fra cui l'importante collezione dell'osservatorio astronomico di Brera, quali
Nella seconda parte è raccontata la conquista dello Spazio, dall'esplorazione della Luna testimoniata dal frammento del satellite terrestre raccolto dal comandante dell'Apollo 17, Eugene Cernan, nel dicembre 1972, e donato all'Italia nel 1973 dal presidente statunitense Richard Nixon, fino all'attività della Stazione spaziale internazionale. Padiglione aeronavaleIn questo capannone dall'architettura moderna è presentato il tema della navigazione, sia su mare che nei cieli, sia civile sia militare. Sono infatti presenti cimeli di antiche navi da guerra e alcuni mezzi di assalto marittimi ed aerei impiegati nei due conflitti mondiali. Nella collezione spiccano alcuni pezzi prestigiosi. In campo aeronautico,
In campo navale:
Padiglione ferroviarioIl padiglione ferroviario costituisce un'importante sezione del museo. Esso è realisticamente allestito come una vera stazione ferroviaria, completa dei rumori caratteristici, con binari, banchine e segnali ferroviari. All'interno del padiglione, sono conservati numerosi pezzi originali, molti dei quali provenienti dalla collezione del Museo delle Ferrovie dello Stato già nella Stazione Termini di Roma. L'allestimento comprende locomotive a vapore, elettriche, tra cui la Locomotiva FS E.330, e Diesel nazionali e straniere.
Organo a canneNella sala dedicata agli strumenti musicali, si trova un organo positivo, costruito nel 1826 dall'organaro pistoiese Giosuè Agati.[26] Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica ed è racchiuso all'interno di una cassa lignea avente la forma di un parallelepipedo; essa è esternamente dipinta con riquadri ed è chiusa da due portelle. La mostra è composta da 21 canne in stagno disposte in cuspide unica con ali laterali, ed è affiancata da due canne finte dipinte. La consolle è a finestra e presenta un'unica tastiera di 50 note con prima ottava scavezza e pedaliera a leggio scavezza di 8 note, priva di registri propri e costantemente unita al manuale. Alla destra della pedaliera vi sono due pedali, uno per il Timpano e l'altro per la Terza mano. I registri sono azionati da pomelli lignei posti su unica fila alla destra della consolle, con nomi scritti a mano su cartellini. Collezioni di studioAlcuni depositi del Museo, denominati "Collezioni di studio", sono visitabili. Tra gli oggetti conservati si segnalano la Tenda Rossa del 1928, svariate biciclette antiche (dalla fine del XIX secolo) e motociclette, la Vespa Piaggio e la Lambretta Innocenti "siluro" costruite nel 1951 per il record di velocità, distributori di benzina antichi in prestito dal Museo Fisogni, parte della collezione di Antonio Ferramini relativa al cucito (la restante parte è esposta al Museo del tessile di Busto Arsizio) e svariati oggetti non esposti nelle altre sezioni, inerenti i settori più diversi, dal cinema all'attività tessile, dalla nautica alla tecnologia.[27][28] Attività ed educazione informaleIl Museo opera da tempo nell'ambito educativo. Negli anni novanta ha aperto i primi laboratori interattivi ispirati al lavoro di Frank Oppenheimer e dell'Exploratorium di San Francisco. Riconosciuto in Europa per la sua metodologia educativa basata sull'educazione informale, nel 2009 ha fondato il CREI - Centro per la Ricerca per l'Educazione Informale. È ente accreditato per la formazione e lo sviluppo professionale degli insegnanti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.[4][29] Il museo ha 13 laboratori interattivi (i.lab) finalizzati alla realizzazione delle attività educative. Le attività dei laboratori riguardano un ampio spettro di temi scientifici e tecnologici tra cui l'alimentazione, l'energia e ambiente, le biotecnologie, la genetica, la robotica, l'energia, i materiali, l'elettricità.[30] Nel 2014 ha inaugurato la Tinkering Zone, area permanente interattiva progettata dal Museo su ispirazione dell'Exploratorium di San Francisco e modo innovativo di sperimentare la scienza. Si tratta di un laboratorio dedicato al tinkering, al making, all'ingegneria, al design, all'intersezione tra arte e scienza. BibliotecheLa biblioteca principale del Museo si compone attualmente di circa 50 000 unità, tra volumi e opuscoli di argomento scientifico-tecnico che vanno dal 1831 in poi, oltre a un fondo antico. A questa biblioteca si affianca la biblioteca del mare Ugo Mursia che raccoglie 3 600 volumi sul mondo marinaro in tutti i suoi aspetti.[31] Biblioteca del museoÈ un centro di documentazione libraria con raccolte storiche collegate alle collezioni del Museo, nato per volere del fondatore Guido Ucelli nel 1943. Racchiude nuclei storici sullo sviluppo tecnologico e scientifico tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, con uno sguardo più approfondito sui temi propriamente italiani. Accanto a tali raccolte vi è una nuova parte che contiene le opere recenti di divulgazione e di approfondimento delle nuove branche della scienza e della tecnologia.[32] Il catalogo, consultabile on-line, comprende:
La biblioteca lavora a stretto contatto con la Soprintendenza ai beni librari della Lombardia per i progetti di restauro, conservazione, tutela e valorizzazione delle raccolte; inoltre fa parte dell'AIB, Associazione Italiana Biblioteche. Mantiene stretti legami con il Politecnico di Milano, con il Museo Galileo di Firenze e le principali biblioteche del territorio. Biblioteca Ugo MursiaSi tratta della collezione privata dell'editore Ugo Mursia, donata al Comune di Milano. La biblioteca è attualmente situata nel Museo all'interno del padiglione navale, dove ospita, accanto ai libri, una serie di oggetti e cimeli che testimoniano il grande amore per il mare del suo ideatore. È una raccolta di circa 3 600 volumi sul mondo marinaro in tutti i suoi aspetti. Si spazia infatti dai manuali di vela ai saggi sulla storia della marineria, dai trattati di navigazione ai romanzi di pirati, dai diari di viaggio ai dizionari. Sono volumi pubblicati in ogni parte del mondo e, in gran parte, introvabili.[33] Note
Bibliografia
Voci correlate
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