Conseguita la maturità presso il liceo classico "Goffredo Mameli", nel 1963 si laureò presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" in ingegneria dei trasporti e nel 1965 si specializzò presso la Scuola di formazione postuniversitaria per ingegneri ferroviari dello stesso Ateneo[1], Scuola cofinanziata dalle Ferrovie dello Stato che se ne servivano per individuare i loro futuri quadri e dirigenti[2]
Attività professionali
Attività nelle Ferrovie dello Stato
Nel 1965 fu assunto dalle Ferrovie dello Stato e assegnato al Servizio Movimento[3][1], inizialmente nel Compartimento di Roma, dove tra l'altro seguì le corse di prova delle locomotive FS E.444 sulla Roma-Napoli. Due anni dopo fu trasferito al Compartimento di Torino quale responsabile dei Reparti Movimento di Chivasso e di Novara[1].
Chiamato a Roma nel 1970 e assegnato alla Direzione generale delle FS[1][4](in concomitanza con la sua nomina ad assistente volontario del Professor Vincenzo Leuzzi[5] dell'Istituto dei Trasporti della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"), vi percorse tutta la carriera fino a diventare, nel 1977, direttore della Divisione studi impianti del Servizio Movimento[1]. Poi fu componente della Segreteria tecnica della Presidenza dell'Ente FS e direttore del Settore Attività museali e cultura storica ferroviaria della Funzione Qualità delle FS. In quest'ultima veste condusse al completamento i lavori per la costituzione del Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa[1].
Con la qualifica di dirigente generale FS, era in quiescenza dal 2000[1].
Ha relazionato in seminari scientifici in varie sedi universitarie (Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Palermo), aziendali e industriali[1].
Era socio del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, in cui ricoprì anche incarichi dirigenziali, e collaborò alle sue riviste Ingegneria ferroviaria e La tecnica professionale[1].
Per le sue originali idee e formulazioni tecnico-scientifiche (teoria degli itinerari alternativi[7] e studi sull'esercizio economico delle linee a scarso traffico, i "rami secchi") e per l'attività pubblicistica ha ricevuto vari riconoscimenti ufficiali[1].
Attività di ricerca storiografica e di divulgazione
Studioso di storia dei trasporti[8], ha pubblicato su riviste specializzate numerosi articoli riguardanti il settore ferrotramviario, e una trentina di libri anche in collaborazione con altri Autori come Francesco Ogliari e Vittorio Formigari[1].
Negli ultimi anni della sua vita ha collaborato con la Fondazione Ferrovia-Museo della stazione di Colonna[9] e con il Museo del Treno dell'Associazione Culturale Amatori Ferrovie in Montesilvano (Pescara).
Vita privata
"Persona di squisita umanità e umile testimone di una fede cristiana incrollabile"[1], fu sposato con Carmela (Elina) Timarco, docente di lingue moderne nella scuola media superiore, scomparsa prematuramente per una grave malattia. Dal matrimonio nacquero tre figlie, Silvia, Dora e Beatrice[1].
Premio per la Cultura Italiana dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1983.
Medaglia d'oro del Comune di Polla (Salerno) nel 1987.
Encomio solenne del Comune di Lucera nel 1989.
Riconoscimento al merito del Politecnico di Milano per la decennale collaborazione didattica (2000-2010).
Opere principali
Le ferrovie secondarie di Arezzo, Modeltecnica Editrice (1978)
L'ingegnere del movimento. Conferenza tenuta l'11 aprile 1980 presso la sede del CIFI di Roma, in Ingegneria Ferroviaria, 35 (1980), n. 12, pp. 964-966
Il Piemonte ferroviario che più ricordo, Editore Calosci (1981)
^I manuali di Lucio Mayer, Impianti ferroviari. Tecnica ed esercizio, Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 1970 e di Giuseppe Vicuna, Organizzazione e tecnica ferroviaria, Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 1970, diffusi anche nella didattica universitaria e spesso ristampati e aggiornati, sono la rielaborazione di alcuni cicli di lezioni tenute nella Scuola.
^Piero Muscolino, L'Ingegnere del Movimento. Conferenza tenuta l'11 aprile 1980 presso la sede del CIFI di Roma, in Ingegneria Ferroviaria, 35 (1980), n. 12, pp. 964-966.