Fabbrica d'armi di Mongiana
La Fabbrica d'armi di Mongiana è stata un'armeria del Regno delle Due Sicilie costruita nel 1852[1]. Il progetto s'inseriva nel Polo siderurgico di Mongiana nato nella seconda metà del settecento e sostituì la Fabbrica di canne da fucile costruita durante il periodo di governo francese della Calabria. Fu progettata dall'ingegnere e architetto Domenico Fortunato Savino.[2][3][1]. DescrizioneIl corpo principale della fabbrica è di impostazione classica, con la trabeazione interamente in ghisa[1], composta da due colonne di ordine dorico[1], alte ben 4.80 metri, e dall'architrave istoriato, volute dall'ingegnere Savino come elemento di distinzione, di particolarizzazione e di forza.[2] Nell’atrio di ingresso due colonne e quattro semicolonne, sempre in ghisa, alte la metà di quelle esterne, compongono una serliana “spaziale”. La Fabbrica d’armi costituisce una delle prime testimonianze dell’uso in Italia della ghisa in edilizia. ProduzioneQuando la fabbrica entrò in produzione forniva annualmente all'esercito borbonico 2000-3000 armi, arrivando fino a 7000-8000 nei periodi di pieno regime. Produceva fucili, pistole e spade.[2] Fu progettato anche un nuovo tipo di fucile a molla indietro, denominato difatti Mongiana che sostituì il vecchio modello francese 1842. Ignorata e penalizzata dopo l'Unità d'Italia, continuò la sua attività fino alla metà degli anni 1860; successivamente fu declassata ad Officina trasformazioni e infine chiusa.[2] OggiOggi la fabbrica è un luogo da visitare, facente parte dell'Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Calabria. Riscoperta alla fine degli anni ’70 in stato di completo degrado, è stata oggetto di un lungo e accurato processo di recupero e nell'ottobre del 2013 è stato ultimato il restauro architettonico con l’allestimento del Museo delle Reali Ferriere Borboniche. Il progetto di restauro dell’ex fabbrica e di allestimento del Museo è stato curato dalla RA Consulting srl. NoteBibliografia
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